Al Signor Sindaco del Comune di Treviso
All'Assessore all'Ambiente
All'Assessore ai Lavori Pubblici
All'Ente Parco Regionale Naturale (?) del Sile
Al Presidente
Oggetto: RICHIESTA SOSPENSIONE E MODIFICA LAVORI IN VIA GERA
Tale lavoro, oltre che inutile, è dannoso per l'ambiente come viene spiegato in allegato e comporta un spreco di pubblico denaro, che potrebbe essere piu' utilmente impiegato progettando una riqualificazione ambientale di quel tratto di corso d'acqua.
Siamo a disposizione per spiegare cosa sarebbe utile fare in sostituzione di tale incaricando professionalità diverse per progettare un intervento realmente utile all'ambente e non un palliativo, che nasconde “la polvere sotto il tappeto”.
Facciamo presente che da sei mesi, come già comunicato, abbiamo avviato il PROGETTO RISORGIVE (responsabile arch. B. Zandigiacomi), che ha lo scopo di valutare quanti chilometri di corsi d'acqua minori abbiamo perduto dagli inizi del XIX secolo.
Vi alleghiamo una mappa del 1810 della zona dove si vede di cosa com'era quello che oggi chiamate “fossetto maleodorante” e che è stato violentato in duecento anni, tanto che oggi si vuole farlo sparire, quasi per nascondere le prove del disastro.
Alleghiamo inoltre interrogazione presentata all'Ente Parco Sile, che normalmente di questi problemi si disinteressa.
per ITALIA NOSTRA TREVISO
il presidente Romeo Scarpa
COMUNICATO STAMPA
LE "AZIONI MINORI" RIVELANO LA NON COMPRENSIONE...
Riprendiamo in modo meno virulento di quanto uscito sui social (e forse piu' ragionato) la questione dei lavori programmmati dall'Amministrazione di Treviso tra via Gera e via Sant'Agnese nel quartiere di San Giuseppe per fare un ragionamento, speriamo pacato, ma chiaro sulla “politica ambientale” del Comune di Treviso.
La scorsa settimana Sindaco ed Assessore ai Lavori Pubblici presentano un pacchetto di lavori per la sicurezza idraulica della città di Treviso, tra cui il tombinamento di un corso d'acqua minore tra la strada Noalese ed il Sile.
Quest'ultimo è un lavoro richiesto dai cittadini residenti perché “il fosso puzza, porta zanzare e ratti” e quindi Sindaco ed Assessore di premurano di presentare un progetto che “risolve” (a modo degli ingegneri stradali e del Genio Civile) la questione: si copre con un manufatto di cemento.
La “ciliegina”, in realtà una vera e proprio escusatio non petita, è che, oltre a prevedere un manufatto di calcestruzzo molto capiente (per evitare critiche sulla diminuzione della capacità del corso d'acqua), si prevede anche una “finitura a verde” con una manto erboso per dare al contesto una parvenza di naturalezza (1).
Precisiamo che San Giuseppe è zona preziosa di risorgive (via Paludetti, vi dice qualcosa?) ed a cento metri sulla sinistra della Chiesa si vede ancora l'acqua pulsare dalla sabbia per cui è assolutamente necessario “comprendere” il problema che interessa una zona urbana a monte del centro storico e quindi in posizione ancora non interessata dai reflui di.... 8.000 (ottomila) abitanti del centro storico.
Gli errori in questo modo di ragionare sono moltissimi e tutti da gravi a gravissimi: proviamo a spiegarli pubblicamente chiedendo che questo lavoro inutile si fermi e venga sostituito da un intervento piu' adeguato ed ambientalmente compatibile.
Il primo errore è che si prende atto del degrado senza fare nulla per modificare in meglio la situazione; è reale quello che “vedono” i cittadini: il corso d'acqua (che un tempo aveva un nome, quale?) ha poca acqua, che è inquinata dagli scarichi e da rifiuti urbani.
La prima domanda che si pone chi tenta di trovare realmente soluzioni è “come mai c'è poca acqua?”, la seconda è “quali sono gli inquinanti?” per arrivare alla terza e quarta, fondamentali, che è “dove sta andando quest'acqua?” e “cosa è utile fare per migliorare?”.
Queste domande, oltre a Sindaco ed Assessori sono da porre ai cittadini, perché spesso sono loro stessi a non porsi nemmeno la domanda perché la risposta è molto sgradevole da sentire.
L'acqua di questo affluente del Sile (siamo a 100 metri dal fiume simbolo della città) è poca perché ci sono prelievi vari (pozzi), autorizzati senza molti problemi dal Genio Civile o abusivi) e perché ci sono interventi di urbanizzazione, che hanno tagliato questo naturale apporto di acqua (mega cavalcavia di Carron su via Paludetti).
Se c'è poca acqua, o peggio, acqua stagnante ecco che compaiono le zanzare, che non sono “cattive”, ma semplicemente dimostrano che qualcosa non va, come fa il pus su una ferita in cancrena.
I ratti sono ulteriore conseguenza dell'antropizzazione perché si diffondono in modo abnorme solo se c'è cibo a sufficienza per loro ed un contesto adatto; il “cibo” per questi animali sono normalmente i rifiuti che i cittadini depositano o gettano nel corso d'acqua (2) ed il “contesto” sono acque inquinate da colibatteri fecali cioè fogne perché gli impianti di depurazione (anche locali) non funzionano.
Anche loro (i ratti, poveri animaletti), non sono “cattivi”, ma segnalano che c'è piu' di un problema.
Ulteriore danno è che i cittadini residenti vengono indotti a credere che questo di tombinare sia il modo corretto di risolvere e non vengono fatti pensare. Sono sicuro che se spiegassimo che nella loro sala da pranzo se non raccogliessimo le briciole di pane con la scopa, ma le mettessimo sotto il tappetto, non avremmo fatto un buon lavoro...
Potremmo anche spiegare ai residenti, in attesa di fare le fognature pubbliche per cui paghiamo salate bollette ad ATS, che disinfettare la casa al 99% come dice la pubblicità, inquina al 99% l'ambiente perché ammazza tutti i processi di digestione aerobici della merda e fa sversare veleno nei fossati.
In pratica con la sola azione di pensare di tombinare un fossato vengono fatti i seguenti errori:
La scorsa settimana Sindaco ed Assessore ai Lavori Pubblici presentano un pacchetto di lavori per la sicurezza idraulica della città di Treviso, tra cui il tombinamento di un corso d'acqua minore tra la strada Noalese ed il Sile.
Quest'ultimo è un lavoro richiesto dai cittadini residenti perché “il fosso puzza, porta zanzare e ratti” e quindi Sindaco ed Assessore di premurano di presentare un progetto che “risolve” (a modo degli ingegneri stradali e del Genio Civile) la questione: si copre con un manufatto di cemento.
La “ciliegina”, in realtà una vera e proprio escusatio non petita, è che, oltre a prevedere un manufatto di calcestruzzo molto capiente (per evitare critiche sulla diminuzione della capacità del corso d'acqua), si prevede anche una “finitura a verde” con una manto erboso per dare al contesto una parvenza di naturalezza (1).
Precisiamo che San Giuseppe è zona preziosa di risorgive (via Paludetti, vi dice qualcosa?) ed a cento metri sulla sinistra della Chiesa si vede ancora l'acqua pulsare dalla sabbia per cui è assolutamente necessario “comprendere” il problema che interessa una zona urbana a monte del centro storico e quindi in posizione ancora non interessata dai reflui di.... 8.000 (ottomila) abitanti del centro storico.
Gli errori in questo modo di ragionare sono moltissimi e tutti da gravi a gravissimi: proviamo a spiegarli pubblicamente chiedendo che questo lavoro inutile si fermi e venga sostituito da un intervento piu' adeguato ed ambientalmente compatibile.
Il primo errore è che si prende atto del degrado senza fare nulla per modificare in meglio la situazione; è reale quello che “vedono” i cittadini: il corso d'acqua (che un tempo aveva un nome, quale?) ha poca acqua, che è inquinata dagli scarichi e da rifiuti urbani.
La prima domanda che si pone chi tenta di trovare realmente soluzioni è “come mai c'è poca acqua?”, la seconda è “quali sono gli inquinanti?” per arrivare alla terza e quarta, fondamentali, che è “dove sta andando quest'acqua?” e “cosa è utile fare per migliorare?”.
Queste domande, oltre a Sindaco ed Assessori sono da porre ai cittadini, perché spesso sono loro stessi a non porsi nemmeno la domanda perché la risposta è molto sgradevole da sentire.
L'acqua di questo affluente del Sile (siamo a 100 metri dal fiume simbolo della città) è poca perché ci sono prelievi vari (pozzi), autorizzati senza molti problemi dal Genio Civile o abusivi) e perché ci sono interventi di urbanizzazione, che hanno tagliato questo naturale apporto di acqua (mega cavalcavia di Carron su via Paludetti).
Se c'è poca acqua, o peggio, acqua stagnante ecco che compaiono le zanzare, che non sono “cattive”, ma semplicemente dimostrano che qualcosa non va, come fa il pus su una ferita in cancrena.
I ratti sono ulteriore conseguenza dell'antropizzazione perché si diffondono in modo abnorme solo se c'è cibo a sufficienza per loro ed un contesto adatto; il “cibo” per questi animali sono normalmente i rifiuti che i cittadini depositano o gettano nel corso d'acqua (2) ed il “contesto” sono acque inquinate da colibatteri fecali cioè fogne perché gli impianti di depurazione (anche locali) non funzionano.
Anche loro (i ratti, poveri animaletti), non sono “cattivi”, ma segnalano che c'è piu' di un problema.
Ulteriore danno è che i cittadini residenti vengono indotti a credere che questo di tombinare sia il modo corretto di risolvere e non vengono fatti pensare. Sono sicuro che se spiegassimo che nella loro sala da pranzo se non raccogliessimo le briciole di pane con la scopa, ma le mettessimo sotto il tappetto, non avremmo fatto un buon lavoro...
Potremmo anche spiegare ai residenti, in attesa di fare le fognature pubbliche per cui paghiamo salate bollette ad ATS, che disinfettare la casa al 99% come dice la pubblicità, inquina al 99% l'ambiente perché ammazza tutti i processi di digestione aerobici della merda e fa sversare veleno nei fossati.
In pratica con la sola azione di pensare di tombinare un fossato vengono fatti i seguenti errori:
- non si fa educazione ambientale ai cittadini
- si consolidano comportamenti personale negativi
- si nasconde il problema dentro una tombinatura
- si favorisce il perpetuare del degrado, visto che in un fosso tombato posso scarica inquinanti ancora meglio
- spendo soldi in modo sbagliato e quindi non li ho per l'intervento corretto
- impoverisco la biodiversità sia vegetale che animale (3)
- contribuisco a peggiorare la qualità dell'acqua del Sile, fiume di risorgiva simbolo di Treviso
- perdiamo la memoria del nostro territorio, visto che dopo aver “perso” il nome dell'affluente, dopo averlo trasformato in un fosso, dopo averne cementificato una sponda ora... completiamo l'opera di “miglioramento ambientale”!!
- (potrei continuare...)
A margine faccio presente che su questo tema, da ormai sei mesi, abbiamo avviato un “PROGETTO RISORGIVE” che ha lo scopo di capire quanti corsi d'acqua abbiamo perso in due secoli. Partendo dalle mappe storiche napoleoniche, un gruppo capitanato da Berto Zandigiacomi, sta percorrendo e fotografando la realtà di oggi sulle nostre acque4 minori.
Se questo progetto proseguirà, annovereremo questo mirabile intervento come intervento sbagliato n.1 del 2016, inserendo nomi, cognomi, soldi spesi etcc..
Potremo spiegare cosa si dovrebbe fare, ma lo faremo nel prossimo comunicato stampa perché ci siamo già molto dilungato.
Se questo progetto proseguirà, annovereremo questo mirabile intervento come intervento sbagliato n.1 del 2016, inserendo nomi, cognomi, soldi spesi etcc..
Potremo spiegare cosa si dovrebbe fare, ma lo faremo nel prossimo comunicato stampa perché ci siamo già molto dilungato.
Note
(1) Non
voglio nemmeno sapere come faranno a far crescere l'erba sopra il
cemento a meno di non mettere 50cm di terra un un drenaggio con i
contro fiocchi...
(2) Quanti
sacchetti vediamo nei nostri fossati e corsi d'acqua perché per
qualcuno la differenziata significa buttare i sacchetti in canali
differenti??
(3) Ma
immagino che questo è praticamente incomprensibile per molti
(4) Treviso,
città d'acqua?? Sì ma tombinata...
tombina, tombina, tombina l, acqua non scarica e poi si allaga la città (s. zeno, ghirada, ecc.) e poi ritombina per sistemare il danno (sottopasso s. zeno) naturalmente ciò che scrivi non fa una piega in merito alla depurazione
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