"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 22 marzo 2019

VILLA EMO ovvero IL FALLIMENTO “STRATEGICO” DEL VENETO

La questione dell'alienazione di VILLA EMO è paradigmatica e simbolica di un'impostazione improvvisata della tutela e valorizzazione del patrimonio storico del Veneto, che stride ancor di più per il fatto che il tutto accade in un territorio che si vanta (a parole) di difendere le “origini” della propria cultura e i suoi valori fondanti.

La situazione in cui viene a trovarsi questo SIMBOLO DEL TERRITORIO TREVIGIANO, gioiello unico ed inimitabile di Palladio, è paradossale e le conseguenze di quello che sta accadendo vanno ben oltre la semplice possibile alienazione di questo “bene culturale”, perchè si tratta dell'ennesima e non ultima sconfitta di una possibile gestione diversa di quello che non è solo un edificio di enorme pregio, ma un vero e proprio simbolo del Veneto tutto.

L'ANIMA DEL VENETO È IN VENDITA e questo avviene con la benedizione proprio di quel potere localista, che sponsorizza l'isolamento protezionistico ed una finta autonomia, ridotta solo a voler gestire in modo libero da vincoli solidaristici i soldi delle tasse prodotte nella nostra regione.

Il problema, a mio giudizio, non è tanto nella vendita da privato ad altro privato di questo gioiello, quanto nel disinteresse del potere regionale, oltre che per il bene imateriale in sé, anche il patrimonio immateriale, che nella società dei consumi globalizzati è un'arma potentissima: il BRAND, cioè il valore, costruito nei secoli, di una bellezza irripetibile e non replicabile il altro luogo.

L'eventuale acquisto da parte di un soggetto privato, magari un mecenate illuminate, non è il danno più grave perchè sono evidenti e diffusi gli esempi di gruppi e persone straniere che amano la nostra Italia, ben più degli autoctoni, che non sanno spesso vedere al di lù del loro piccolo o grande portafoglio.

La banca proprietaria vende perchè le regole di mercato dicono che tale proprietà non è “un asset strategico” e ricaveranno, se va bene, 15 milioni di euro, pari al costo di 500 metri di Superstrada Pedemontana Veneta. Questo è il valore veniale del genio del Palladio, se misurato con il parametro cardine dell'economia di mercato veneta: i skèi...

Ma è evidente che quest'analisi è parziale e se può andare bene per i manager di una banca, certamente rappresenta una sconfitta enorme per chi di fregia del titolo di Governatore del Veneto: ci vendiamo i gioielli di famiglia, per pochi euro, per INCAPACITA' DI GESTIONE DI UN PATRIMONIO che nessuna potenza straniera potrà mai copiare in quattro e quattr'otto, perchè è la nostra STORIA, la storia dei Veneti e della Repubblica Veneziana, che, dopo essere diventata dominatrice dei mari, si insediava nel suo entroterra come “potenza di terra”.

E' essenziale che si prenda atto che la REGIONE VENETO non ha saputo fare nulla del PROGETTO STRATEGICO PER LE VILLE VENETE, a parte un libro di piante storiche ed una serie di studi usati per condire qualche piano urbanistico, che prende polvere nei cassetti (il Piano Territoritoriale Regionale di Coordinamento).

Nel 2005 una delibera della Giunta Regionale Veneta (DGRV …....)...., ma di tutto questo rimangono solo le belle parole scritte nelle premesse della delibera.
Tutta l'attività di politica culturale ed urbaanistica non ha fatto altro che promuovere PIANI CASA, SPORTELLI UNICI ATTIVTA' PRODUTTIVE, SUPERSTRADE e NUOVI OSPEDALI...
Decine di leggi e milioni di euro di fondi destinati esclusivamente ad accontentare la “pancia” dell'elettorato, che elegge questi politici in un circolo vizioso, che pare non avere mai fine.

COME MAI NESSUNO CHIEDE CONTO AL GOVERNATORE LUCA ZAIA DELL'ASSENZA DI UNA POLITICA REGIONALE DI TUTELA DI UN PATRIMONIO VENETO COME VILLA EMO?
Non potrà certo dire che si tratta di questione privata, quanto a pochi centinaia di metri centinaia di persone sono state espropriate dei loro beni per un'infrastruttura (SPV) di dubbi utilità...
Non potrà nemmeno dire che mancano i soldi alla Regione Veneto, che sta promuovendo una battaglia “tossica” per far diventale le colline del prosecco patrimonio dell'Unesco.
Bizzarro che la REGIONE VENETO spenda un sacco di soldi per ottenere un bollino di qualità dall'UNESCO e non impegni un euro per TUTELARE UN SIMBOLO GIA' PRONTO: LE VILLE PALLADIANE, che i cinesi al massimo potranno rifare in cartongesso a cacsa loro!

La famosa capacità di “intraprendere” dei veneti in questo caso non esiste?
Forse perchè è più semplice far soldi facendo prima buchi e poi discariche e poi centri rinaturalizzati e poi CENTRI COMMERCIALI lungo inutili superstrade a pagamento mentre si ciancia di “consumo zero del territorio”?

E' apparsa provocatoria la mia dichiarazione sul CENTRO COMMERCIALE VILLA EMO, ma in realtà è il VENETO IN VENDITA e Villa Emo è solo in punto di caduta più clamoroso di questa deriva, partita molti anni fa e alimentata proprio dalle scellarate politiche urbanistiche della REGIONE VENETO.

Io credo che se Palladio rinascesse oggi, VILLA EMO la farebbe in Inghisterra o in Olanda o in Germania e non più nel nostro Veneto che lo ha tradito.

NOVENTA E' LA CAPITALE CHE IL VENETO SI MERITA.

Non il paese di Noventa di Piave, ma proprio l'outlet, che non credo incontri i favori del Palladio, quanto a qualità architettonica e paesaggistica...

OGNUNO HA I SIMBLI CHE SI MERITA.

Romeo Scarpa
socio Italia Nostra Treviso

LAGHETTO PIOVAN O FONTANELLE DI TUTTI

Ecco il resoconto dello storico presidente di Italia Nostra Treviso sull'incontro con il Sindaco Conta in relazione alla crisi determinata dal nuovo laghetto Piovan (o del Piovan?)...

Sottolinea a TTOLO PERSONALE che è interessante anche il silenzio assordante del FORUM AMBIENTE che ha eletto il tema delle acque e risorgive come tema principale della zua azione...
Non disturbare Kappuccetto Rosso mentre va a visitare la Nonnna??


giovedì 21 marzo 2019

SABATO 23-9-2019 A VILLA EMO PER CAPIRE I SIMBOLI


Sabato 23-3-2019 dalle ore 15-30 ci saranno visite guidate ed incontri spontanei per spiegare perchè 
IL VENETO STA PERDENDO LA SUA ANIMA

Non sappiamo ancora se sarà un centro commerciale il nuovo simbolo, ma certamente non sarà Villa Emo, che Palladio avrebbe dovuto fare in Svizzera.

Vi ASPETTIAMO NUMEROSI PER CAPIRE


domenica 17 marzo 2019

CONTRO LA SECESSIONE CULTURALE DEL NORD

FIRMA APPELLO

AUTONOMIA DIFFERENZIATA DEL PAESAGGIO? NO GRAZIE



CAPIRE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO



ECCO PERCHE' ZAIA FA COSTRUIRE OSPEDALI?



BEVILACQUA SPERA... IO SONO MENO FIDUCIOSO



QUALCHE NUMERO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO (GREENPEACE)



GUIDO VIALE SU CAMBIAMENTO CLIMATICO



RIMOLDI SU CAMBIAMENTO CLIMATICO

TOZZI SU CAMBIAMENTO CLIMATICO



MERCALLI SU SCIOPERO PER IL CLIMA 15-3-2019


sabato 16 marzo 2019

FORUM AMBIENTE TREVISO: BENI COMUNI E LINERTA' DI PENSIEROIDE ET IMPERA?

Il presidente del Forum Ambiente di Treviso, Gianfranco Padovan, espone su una rivista on line la "sua" verità su alcune posizioni che riguarderebbero proprio il sottoscritto, chiedendo alla mia associazione (Italia Nostra Treviso) di dar conto delle mie posizioni!

Premesso che non ho ancora capito quali siano le accuse specifiche che mi si muovono (insulti, affermazioni irrispettose, semplici proteste, commenti su Fb) e quali siano gli argomenti dove ci sarebbe lo "scontro" interno al FORUM, mi permetto di dire che:
  1. il forum nasce e si sviluppa per lo sforzo di molti, tra cui i nostri soci Berto e Renato, che hanno sempre partecipato agli incontri e li hanno promossi;
  2. un forum di associazioni non puà pensare di mettere il "silenziatore" per motivi di opportunità a tutti (codice deontologico) visto che esiste un Codice Civile che prevede la diffamazione ed a cui si possono rivolgere coloro che si sentono "offesi" dai commenti...
  3. il Forum dovrebbe anche capire che il "divide et impera" non è stato inventato nè da Padovan nè da chi crede che la mia strategia sia sbagliata, ma non può pensare che si possano accettare delle dchiarazioni di amministratori che dicono "non parlo più con questa o quella associazione" perchè esprime pareri sgraditi.
Credo sarà necessario verificare se la posizione del Presidete Padovan sia una posizione maggioritaria perchè la storia dei rapporti tra associazioni e potere. è sempre stata una storia dove "il potere chiede di non disturbare il manovratore".
Perchè il Sindaco non dice anche che non vuole parlare con i giornali che lo criticano?

Temo che sia un'involuzione, ma non mi preoccupo molto perchè i sodali di chi governa oggi Treviso, sono coloro che approvano il nuovo Piano Casa, che spingono la SPV, che vogliono la TAV e le altre opere inutili e ci sono sempre stati coloro che pensano di poterli convincere che sono "compagni che sbagliano".
Io penso che se discuiamo nel merito, sia giusto dire pane al pane e vino al vino.
Sulla questione delle Fontanelle di Monigo, il comportamento del Sindaco è stato ridicolo con una difisa aprioristica di un privato che si "appropria" legalmente di un bene comune.
Sul tema del Contratto di Fiume rimando a quello che sta succedendo per il CdF Meolo Vallio Musestre, progetto arrivato alla fase finale, ma che non verrà sottoscritto addirittura dalla amminsitrazioni di centro sinistra.

Al Forum Ambiente di Treviso credo che convenga fare una verifica sui modi di comportamento di tutti e quindi di chi anche, diventato presidente, pensa di essere "padrone"; nel campo del volontariato le cose vanno avanti sulle gambe di chi lavora e di chi gode di credibilità. Non tanto io, che lascio tranqullamente il Forum augurandogli i migliori successi, ma credo che ITALIA NOSTRA TREVISO non accetterà nè bavagli, nè processi sommari per avere il diritto di parlare.

Oltrettutto sono io che chiedo (non tanto al Presidente Padovan), ma al FORUM AMBIENTE cosa dirà su questi temi:
  1. parcheggio interrato ex pattinodromo
  2. distruzione della risorgiva di via santa Bona per pista ciclabile
  3. inquinamento continuo su piavesella in viale della Repubblica
  4. mancato intervento per inquinamento da gasolio su Bastione del Castello
Posso anche contnuare... e non mi si dica che sono temi approvati dalla precedente Giunta, perchè l'abbiamo personalmente detto (forte e chiaro) alla precedente giunta...
Il Forum Ambiente Treviso dovrà stare zitto per potersi sedere ad un tavolo con Manera e Conte?
Preferisco vederli al bar di Monigo...

Io credo che un'associazione libera ed apartitica non debba fare sconti a nessuno e posso solo dire a Mario Conte, che prima id lui, anche Giovanni Manildo mi aveva detto di "non voler più parlare con me" e sappiamo che oggi è finito a lavorare.
Forse sarà anche il caso del novello Cappuccetto Rosso, anzi Verde Bruno.


domenica 10 marzo 2019

vèndEMO o no véndEMO?




Il dibattito sulla questione di VILLA EMO ha preso una deriva poco interessante e lontana dal “cuore del problema”, che non è tanto la potenziale vendita di un bene che è sempre stato “privato”, quanto l'assenza di strategie pubbliche e private per conservare una simbolo ed una memoria del Veneto e dell'Italia.

Non serve che lo dica io per capire che VILLA EMO è UN SIMBOLO del VENETO (e per me del genio ITALIANO).
Dare un valore economico di appena 15 milioni di euro ad un simbolo è già di per sé un sacrilegio.
Provatre a chiedere ai veri autonomisti quanto vale la “bandiera con léon”....

Il fatto veramente importante e ben descritto nel vincolo a “bene cuturale” è che tale compendio è UNITARIO e quindi il suo insieme va conservato e mantenuto un “unicum”.
Questa semplice considerazine impone che la proprietà sia unica e che quindi, se il Credito Trevigiano vuole vendere, deve vendere tutto in blocco cercandosi un'altra sede in una delle mille zone industriali del nostro “bellissimi” Veneto.
Un compendio unitario posseduto da un ricco mecenate e da un Istituto bancario che ha altri “core business” è un ircocervo condominiale, che lascia prevedere danni a Villa EMO.

Se il Credito Trevigiano vende, se ne vada dalla sua attuale sede e si trasferisca in un capannone dismesso da riqualificare, visto che il suo “core business” è stato per anni prestare soldi a chi quei capannoni ha costruito per poi delocalizzare all'estero..

L'altra questione, di cui dò solo un cenno, è la mitica domanda:

DOV'E' FINITO IL PROGETTO STRATEGICO PER LE VILLE VENETE di cui alla Delibera della Giunta Regionale del Veneto n.2214 del 11 luglio 2006??
Avete letto bene: 2006 cioè quasi 13 anni!!

Ai tempi in cui regnava in Veneto un giovincello (forse Luca Zaia?) o forse erano ancora al potere i suoi colleghi Galan e Chisso, ancora a piede libero..

LEGGETEVI LA DELIBERA DOVE HO SOTTILENATO LE FRASI FATTE CHE NON COSTANO NULLA...

Mi preme ricordare solo l'impegno del non più giovane Luca per la “sua” Pedemontana e l'assenza
ultradecennale per la questione di Villa EMO che “vale” (secondo il loro metro di valutazione) come 500 metri di Superstrada Pedemontana.

Questo è il metro con cui misurare il degrado in cui è caduto il Veneto e quindi potete smettere di scandalizzarvi per la mia prOposta di fare un “centro commerciale”, che per questi signori è una buona idea!

Romeo Scarpa
socio ordinario Italia Nostra Treviso

ps non ridete leggendo la delibera...non è rispettosoper la Giunta Regionale




giovedì 28 febbraio 2019

FONTANELLE, LAUDATO SI' E PARROCHIA

Devo ammettere che sono rimasto basito quando ho letto la comunicazione del parroco don Giuseppe, inviata a tutti i parrocchiani di Monigo, relativamente alla questione delle Fontanelle perchè si fa riferimento a OFFESE che non personalmente non ho mai detto e scritto enza entrare nel merito della questione.


Anche in questo caso, il Parroco, come il Sindaco, sente una sola campana e predica di non replicare ad offese perchè prima di tutelare l'ambiente, si rispettano le persone.
Premesso che concordo con quest'affermazione, vorrei capire quali sono le offese: aver definito il sndaco come "cappuccetto rosso", l'autore della recinzione come il "lupo"?


Mi preoccupa invece il fatto che una comunità che penso di conoscere un pò e che stimo, come stimo il parroco, si chiuda in se stessa e non si ponga il problema del BENE COMUNE e dei dissidi che la "mossa del privato" a creato agli altri residenti. Sono parrocchiani di serie B?

Tirare in ballo l'enciclica di Papa Francesco, poi non è una scusante, ma anzi mi dà l'idea che non sia stata capita e per questo mi viene in soccorso un editoriale di oggi del quotidiano L'AVVENIRE (non il Manifesto dei comunisti) che vi invito a leggere.

C'è scritto tutto e dimostra che l'incazzatura mia, di Ennio, di Berto e di coloro che si sono scandalizzati e quella dei bambini a cui pensiamo di sottrarre il futuro, mentre forse i motivi sono altri.
A me che la proprietà sia privata o meno, interessa poco. Mi interessa che sia curata e non recintata e penso che questo sia onere e responsabilità di tutti.
SE NON SI VUOLE CAPIRE NON SO CHE FARCI. PER ME E' COSI'.... anche se fossi da solo a sostenerlo.

Il muro contro muro anzi RECINZIONE contro NON RECINZIONE non l'ho voluto io..

Io poi ritengo che le auto andrebbero messe dall'altro lato della strada anche lungo il tratto di Cerca che va verso la Feltrina e che la zona dovrebbe essere resa ad accesso solo per residenti perchè è strada stretta dove i bambini devono poter giocare. Io se fossi un bambino vorrei giocare là come facevano Gigi, Ennio e Berto da piccoli...
PERCHE' NON SI CAPISCE QUESTO DESIDERIO?




domenica 17 febbraio 2019

FONTANELLE - LA LETTERA DEI RESIDENTI

Questa mattina circa 35-50 persone (6 per la Questura) si sono incontrate presso l'ex Risorgiva pubblica delle FONTANELLE per ribadire che quanto sta succedendo è paradossale.

Un residente storico che oggi si è trasferito ha predisposto una lettera che pubblico e che sarà presentata.
La bozza che avevo preparato io sarà modificata e portata all'attenzione di Sua Maestà Bon Ton Konte (quello che milita nello stesse partico di tal Matteo S.) se smetterà di fare i capricci per essere stato definito Kappucceto Rosso.
Forse è il colore che lo turba?

Devo riferire ciò che ha detto una giovane ventenne presente oggi: "Ma non capiscono che si comportano come i bambini?".

Non so che dire? Resto basito e vi invito a riflettere sul fatto che è la solita tecnica di "FARE LE VITTIME E GLI OFFESI" per non parlare del merito...
Forse ha ragione Gentilini e certamente preferivo chi non si offendeva per essere definito un'eroina (non droga) della nostra infanzia.
Salvo che tutto non sia funzionale a non incontrare nessuno, ma solo gli amici degli amici.

"FAREMO TUTTO BELLISSIMO..." ha dichiarato su FB. Intanto ha fatto mettere un cancello su una cosa che da sempre era di tutti.


 
Il colorito comunicato pubblicato sul blog della sezione di Italia Nostra Treviso dal socio Romeo Scarpa (http://italianostra-treviso.blogspot.com/2019/02/risorgiva-fontanelle-di-monigo-bene.html) presenta il parere dello stesso ma non è condiviso dal Consiglio Direttivo dell'Associazione.
Il vicepresidente della sezione,
Paola Crucianelli

APPELLO PER RISORGIVA FONTANELLE A MONIGO

FONDAMENTALE MANTENERE LA PUBBLICA LIBERA FRUIZIONE E RIDARE LA DIGNITA' ED IL SUO SIMBOLO AL QUARTIERE

I sottoscritti cittadini, residente e non nel quartiere di Monigo, esprimono la loro insoddisfazione per il modo in cui è stata gestita dal Comune di Treviso la realizzazione di una nuova recinzione attorno ad uno dei pochi simboli del quartiere:

LA SORGENTE DEL CERCA presso la RISORGIVA FONTANELLE in via 33° Reggimento Artiglieria.




Sullo stesso sito del Comune, tale luogo è citato come “luogo di interesse” con la seguente descrizione

“Esiste, a sud est di Monigo un chiarissimo e splendido laghetto chiamato da sempre “le fontanelle”, costituito unicamente di acque risorgive che danno vita al fiume Cerca. Detto fiume diventa, 4 Kilometri a sud, un affluente del fiume Sile. “.

Premettiamo che in questa sede non vogliamo entrare nel merito delle scelte e delle motivazioni del privato che ha presentato il progetto, modificando una situazione consolidata dal oltre 50 anni, che era certamente migliorabile da un punto di vista, ma è stata risolta in una modalità che ha creato tensioni tra vicini di casa e con chi, come Italia Nostra, si occupa di “beni comuni” e di acqua da sempre.

In primis i sottoscrittori del presente documento dichiarano:

1. che la rappresentazione fatta dal Sig. Sindaco di Treviso, Mario Conte, che pur dovrebbe conoscere la zona non è veritiera perchè:
  • tutti i residenti hanno il massimo rispetto delle loro acque e non gettano rifiuti in acqua, cose che purtroppo succedono e sono state regolarmente denunciate;
  • attorno alla risorgiva “Fontanelle” non c'è alcun covo di drogati, né sono state trovate tracce di tali problemi
  • negli ultimi 40 anni non si ricorda nessun incidente da annegamento nel laghetto che oggi ha (purtroppo) una profondità di 50cm; l'unico episodio noto è un cassonetto delle immondizie buttato nel laghetto da 4 stupidi che è stato recuperato dal locale gruppo scout circa 12 anni fa;
  • analogamente il pericolo di caduta alberi (soprattutto abeti) è ipotesi quantomeno dubbia, visto che tali alberi sono in una zona favorevole di crescita
Per tale motivi, si richiede che venga pubblicamente rettificata l'incauta dichiarazione,scusandosi con i residenti per un quadro inutilmente allarmente e sostanzialmente falso.

2. La risorgiva Fontanelle che è sostanzialmente la sorgente del Cerca di Monigo che arriva al Sile non può essere di proprietà privata perchè
  • è un simbolo del quartiere di Monigo
  • è spazio didattico per la scuola elementare di Monigo che hanno a disposizione uno spazio naturale protetto dove fare osservazioni naturalistiche di base
  • è un luogo che dovrebbe essere riqualificato allestendo delle panchine, spostando i parcheggi sull'altro lato del strada, eliminando gli alberi non autoctoni
  • dovrebbe essere inserito urgentemente tra le acque da tutelare come più volte richiesto da Italia Nostra
  • dovrebbe essere prevista una fognatura pubblica per eliminare la tubazione che emerge poco più a valle delle Fontanelle e scarica nel Cerca
  • dovrebbe essere gestita e condivisa una viabilità a senso unico che favorisca il passaggio solo dei residenti e di pedoni e biciclette in una zona dove molti svolgono attività fisica
  • dovrebbe essere gestito anche il parcheggio sul tratto a valle verso la Feltrina, favorendo il parcheggio lato case e non lato canale Cerca e concordando con i privati le modalità di riqualificazione e tenuta in ordine delle rive, anche con meccanismi premiali.
Il problema non è quindi discutere sulla proprietà del terreno che il privato ha pensato di acquisire o si è trovato ad avere, ma su quale ruolo vuole avere il Comune di Treviso ed il suo Sindaco, che rappresenta i “beni comuni” su una questione che non può concludersi con un semplice “E' tutto a posto con le autorizzazioni. Grazie al privato...”

Se questo è il ruolo del Comune di Treviso per i “beni comuni”, ne prendiamo atto e ricorderemo di farlo presente quando si chiederà ad altri proprietari del quartiere di sacrificare le loro coltivazioni biologiche e la tranquillità delle loro residenze per far passare un'inutile 4° lotto di tangenziale dal supermercato Castellana a Ipermercato Lando.

Per questo motivo, i sottoscrittori richiedono:
  1. che il Comune di Treviso richieda la modifica della recinzione in corso di realizzazione con una recinzione molto più permeabile senza cancelli o altro che consenta la pubblica fruibilità in ogni momento; 
  2. che venga avviata una riqualificazione locale della viabilità locale per trovare sistemazione più consona alle auto e favorire il passaggio di pedoni e biciclette
  3. che tale riqualificazione prenda in considerazione anche il tratto a valle fino alla Feltrina
  4. che venga redatta una convenzione con il privato per la gestione delle spese ordinarie e straordinarie e per la gestione della pubblica fruizione
  5. che venga limitata il rinforzo delle rive con palificazioni che modificano in modo sostanziale il rapporto della risorgiva con l'ecosistema circostantante (ecotono)
  6. che venga avviato uno studio ed un finanziamente, anche con contributi privati, per la risorgiva “Fontanelle”, che di Monigo e Treviso è un simbolo e non solo una questione che fa litigare i vicini. 
  7. che venga valorizzato il capitello della Madonna che è appeso sul palo della luce davanti ad una rete che nasconde quanto il figlio di Lei ci ha donato. A tutti. Non solo a qualcuno.






























venerdì 15 febbraio 2019

RISORGIVA FONTANELLE DI MONIGO BENE COMUNE DISCUTIAMONE DOMENICA 17-2 ore 11 SUL POSTO

Ieri il Sindaco Conte, sollecitato dai “proprietari” a cui ha rilasciato un titolo edilizio che riteniamo viziato ha fatto un comunicato senza prestare alcuna attenzioni alle obiezioni di molti suo cittadini, oltre che nostre.

Le dichiarazioni del Sindaco, Mario Conte, che pur frequenta Monigo ed ha in loco molte vedette soprattutto nel simpatico bar Ginger di fronte alla Chiesa, danno un quadro devastante della zona:
  • rifiuti gettati dai residenti nella risorgiva
  • alberi che cadono e rischiano di far di Monigo un nuovo Cadore
  • incidenti da annegamento in mezzo metro d'acqua di cui nessuno ricorda memoria, salvo cambiare location (cava Biasuzzi)
  • droga dappertutto...
Mancano solo i migranti e le cavalette...

Non potendo disporre dei mezzi del Presidente USA, il nostro Sindaco si affida alla libera iniziativa di quello che mi dicono un uovo propietario (veterinario?) che si acquista un residuo di terra pensando di prendersi anche l'acqua...

Ovviamente il Lupo Veterinario dice a Cappuccetto Rosso Conte che lo fa:

…. per meglio tutelare quello che i cattivi residenti non sono in grado di tutalere

….. per proteggerli dal desiderio di suicidio...

….. per il bene di tutti, lui di prende quello che noi riteniamo sia di tutti.

Nella favola alla fine arriva il Cacciatore che apre la pancia del Lupo e libera Cappuccetto Rosso.

Noi non siamo così cruenti e lasciamo pure il Sindaco Cappuccetto Rosso nella pancia ingorda del Lupo Veterinario, ma chiediamo a Cittadini Cacciatori che si riprendano l'ACQUA CHE E' DI TUTTI ed un dono che non può diventare piscinetta di qualcuno


DOMENICA 17-2-2019 ALLE ORE 11 in LOCO

INVITIAMO I RESIDENTI E TUTTI GLI INTERESSA A CONOSCERE QUESTO LUOGO PREZIOSO CHE QUALCUN ALTRO (non richiesto) VUOL PROTEGGERE A NOME NOSTRO.

Lo ringraziamo, ma se scende dal piedistallo, magari gli spieghiamo che in tanti si meglio che da soli.










p. ITALIA NOSTRA Treviso

Romeo Scarpa, socio

giovedì 14 febbraio 2019

L'AVVENIRE DELL'AUTONOMIA IN SALSA TREVISANA: ZE' MIO...

Un provato (veterinario non senza amici) acquista un lotto a Monigo dove ci sono soprattutto casette minime (INAcasa).
Grazie al demenziale Piano Casa di Zaia ristruttura e amplia, ma questo (purtroppo) è legge per i veneti anche se molti cominciano a lmentarsene perchè sorgono mostri alti 4-5 piani dove c'è edilizia a due piani.

Poi legge le sue mappe catastali e vede un segno che gli fa capire (o presumere di capire) di essere padrone della risorgiva dove nasce il CERCA, che è un affluente del Sile da sempre dimenticato nonostante le nostra azioni per inserirlo nella lista dei corsi d'acqua.

TREVISO CITTA' D'ACQUA non sa quali sono le sue (ultime) risorgive...

Il valente privato decide che necesita di una piscina privata e non vuole che gli alberi rovinino le macchi dei vicini o i loro bimbi si suicidino in mezzo metro d'acqua e quindi presenta un progetto per recintare LE FONTANELLE dove 70 anni fa tutta Monigo andare a fare i tuffi in una buca profonda 5-6 metri...

Non conta nulla che il Comuen abbia fatto sempre manutenzione, che l'uso pubblico (che è quello dei masorini che si bagnano nell'acqua) è consolidato: via ai lavori e si recinta.

ZE' MIO!!

Fino a quando tollereremo questo modo di gestire la cosa pubblica?

VILLA EMO: LA MIOPIA DELLA BANCA

Sulla questione di VILLA EMO sarebbe opportuno fare anche un'altra semplice riflessione in un mondo dove, sempre più spesso, conta il marchio rispetto al prodotto.

In Italia il settore della moda e del cibo hanno dimostrato di saper resistere alle varie crisi, non semplicemente per la qualità dei prodotti, ma soprattutto per l'immaginario che porta milioni di persone a riconoscere all'Italia “qualità e buon gusto”, spesso anche oltre la realtà.

E noi che facciamo? Buttiamo nel cesso questo privilegio perchè ogni tanto diventiamo ragionier Fantozzi e applichiamO i manuali del buon banchiere che dismette “gli asset non strategici per dare credito al territorio”, magari mentre fino a prima davamo prestiti a progetti fantasiosi di amici di questo o quello con il risultato di crediti inesigibili.

Faccio solo due sempici domande alla piccola banca, di cui non ricordo nemmeno il nome:

“Quanto vale potersi definire la Banca del Palladio o la Banca di Villa Emo”?


“Qual'è il danno di immagine di diventare la banca che ha venduto villa Emo e tradito il Palladio”? Oltre al danno dei soci che se ne andranno...

In una società dove ogni prodotto viene promosso come se fosse una saponetta, questa banca (del territorio?) decide di buttare dalla finestre il suo capitale d'immagine per poi magari promuovere una nuova campagna pubblicitaria.


Che geni!

Scommetto che simili decisioni saranno studiate fra qualche decennio come esempio di cazzata totale.

lunedì 11 febbraio 2019

COMUNICATO E VOTAZIONE SU DIMISSIONE PRESIDENTE SEZIONE DI TREVISO


Giovedì 7 febbraio si è tenuta la riunione del Consiglio Direttivo della Sezione di Treviso di Italia Nostra allargata, come di consueto, a tutti i soci.

Dopo ampia discussione sulla decisione del Presidente della nostra Sezione Romeo Scarpa di presentare le dimissioni dall’incarico ricevuto, il Consiglio Direttivo a maggioranza ha espresso voto contrario alle dimissioni, ritenendo le affermazioni del Presidente relative a Villa Emo di Vedelago, una provocazione funzionale alla annunciata vendita del complesso, riconosciuto Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

La provocazione ha avuto, con ogni evidenza, il merito di porre finalmente in primo piano la questione della tutela e della gestione dei Beni Culturali Veneti di cui Villa Emo è simbolo, sullo sfondo di una ben più inquietante assenza di politica culturale da parte delle nostre Istituzioni, interessate piuttosto ad investimenti di altro genere.

Riconfermando l’indispensabile destinazione pubblica di Villa Emo, la Sezione di Treviso auspica che questo dibattito possa stimolare un confronto culturale trasversale perché la sfida che oggi abbiamo il dovere di affrontare, è quella di “governare i cambiamenti” costruendo un sistema politico e culturale basato su nuove forme di gestione che tengano conto sia delle indiscusse esigenze di tutela sia di quelle imprenditoriali, in un equilibrio difficile ma possibile come numerosi esempi di buone pratiche italiane ed europee insegnano.

Il Consiglio Direttivo invita i soci, le altre associazioni e tutti i cittadini interessati al tema, a partecipare al prossimo Consiglio Direttivo della Sezione, convocato per giovedì 14 febbraio alle ore 20,00.


La Vicepresidente della Sezione di Treviso di Italia Nostra

Paola Crucianelli



domenica 10 febbraio 2019

COMUNE DI TREVISO: ESISTE LA COMMISSIONE AMBIENTE?

Interessanti argomenti per la COMMISSIONE AMBIENTE DEL COMUNE DI TREVISO che pensavo non esistesse nemmeno più...

CONVOCAZIONE PER 20 FEBBRAIO per DISCUTERE di:
  1. STRADA OVEST: forse parlaeranno della corsia degli autobus abortita o c'è altro? Speriamo non sia solo la rotatoria da Pino's perchè non risolve nulla..
  2. PEDEMONTANA VENETA: ma dai... si sono accorti che c'è? che avrà effetti su San Pelajo? Madonna... forse piove...
  3. PIANO DEGLI INTERVENTI: cioè?? se fanno nulla o parte la BONIFICA DELL'EX CAMUZZI?
  4. ACCORDI CON VILLORBA: il tunnel ???
La presidenza di DA TOS è una certezza di qualità...

PARTECIPATE


Le FONTANELLE di Monigo, ovvero la sorgente della Cerca sono A RISCHIO.


Questa è la più bella risorgiva esistente nel nostro territorio comunale ed è stata oggetto di svariate visite sia di scuole che di studiosi, questi ultimi di livello internazionale portati nel sito dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, dall’arch. Zandigiacomi ed altri profondi conoscitori del territorio.

Fontanelle: patrimonio storico di Monigo. Risorgiva rispettata e curata da tutta la popolazione, anche dalle persone che mettono becchime per la gioia delle anatre e delle gallinelle d’acqua.
Ora qualcuno cerca di far sia il "BENE COMUNE" Fontanelle, installando una recinzione perché “le carte” dicono che questo patrimonio non è di tutti, ma suo.
 E pianta pali, si crea la scaletta per il suo argine, pensando di comperare anche la storia.

Fermiamo la follia del “qua xe tuto mio, tiro su un muro e via tuti”.



Ci troviamo domani Domenica 10 alle ore 11.30 con Berto, presso la risorgiva a Monigo per parlarci un po’ e capire come fare affinché certa gente la smetta di comperare la storia.







NOTA BENE sul BLOG ITALIA NOSTRA TREVISO

Da oggi il blog  di ITALIA NOSTRA TREVISO dove spesso scrivo solo io come ex Presidente, darà informazioni su indicazioni del DIRETTIVO che mi sostituisce.
Per non perdere il lungo lavoro fatto, ci saranno lo stesso informazioni IMPORTANTI (perchè la vita va avanti), ma sono da riferire personalmente a me (Romeo Scarpa) come socio ordinario e non all'associaizone, che non rappresento più per ora.

IL MOTIVO ED IL SENSO DELLE MIE DIMISSIONI DA PRESIDENTE DELLA SEZIONE DI TREVISO


Sono ben conscio che la provocazione, da me lanciata su Villa Emo e raccolta dalla stampa per arrivare fino ai notiziari nazionali, ha fatto sobbalzare più di qualcuno dell'associazione sia a livello locale che regionale che nazionale, ma evidentemente pochi hanno letto tutto quello che è scritto sul blog ed ancora meno persone hanno tentato di capire il ragionamento che ho tentato di avviare.

Forse la provocazione era eccessiva, e, sinceramente, comprendo il sobbalzo sulla sedia, ma non lo “scandalo”, se uno tenta cerca almeno di intuire il senso del mio ragionamento, salvo che... io non abbia toccato nervi scoperti.


Probabilmente il mio ragionamento non è così chiaro, ma nelle varie dichiarazioni che ho rilasciato, ho tentato di spiegare che mi interessava portare in evidenza il contrasto tra i centri commerciali che assediano il nostro territorio e le difficoltà di mantenimento di quei beni culturali, che sono le ville venete, di cui villa Emo è il simbolo.


Un altro obiettivo, non secondario, era di portare nel campo della politica e della società la contraddizione tra la svendita di un simbolo (villa Emo) ed i forsennati ed ingiustificati investimenti che si fanno nella grande distribuzione nelle periferie delle nostre città con l'effetto di degradare il paesaggio e svuotare i centri storici.

Certamente non mi sarò spiegato bene...

Certamente potevo fare una provocazione meno provocatoria, ma le mie dichiarazioni non passano al vaglio di uno staff di professori in comunicazione e sono certo che in passato ho fatto affermazioni anche più clamorose, naufragate nel mare magnum del web.

Mi pare di essere quello che mostra la luna e molti, soprattutto nella nostra associazione, hanno guardato non il dito, ma le loro precedenti battaglie e si sono sentiti, implicitamente criticati. Coda di paglia?

Il problema, a mio giudizio, deriva soprattutto di ITALIA NOSTTRA per l'intervento a Rialto sul Fontego dei Tedeschi ed, in parte, anche per l'intervento sull'ex Cinema Italia a Cannaregio.

Senza entrare nel merito specifico dei due interventi edilizi, vorrei solo ricordare com'erano “tutelati” questi due edifici quando erano rispettivamente la sede delle Poste ed un'aula universitaria di Ca' Foscari: uno squallore unico ed un utilizzo che dire, inadeguato ed incompatibile, è dir poco.

E' questa la tutela che vogliamo difendere?

In ogni caso il paragone tra Venezia e Villa Emo è stato suggerito dalla stampa e da me solo accettato perchè dava un'idea pratica compromesso tra tutela e utilizzo attuale di un bene culturale, che, se relagato a diventare museo di se stesso, può solo degradare inesorabilmente.

Non ho mai detto che è l'evoluzione normale e naturale, né la migliore, ma che è un'evoluzione possibile e soprattuto è una eventualità che il mercato (che è necessario osservare e non solo demonizzare) sempre più spesso decide di attuare. Come ci poniamo di fronte a questa possibilità? Neghiamo il commercio nei fonteghi che erano storicamente la sede del commercio??

Preferiamo resort e alberghi per lusso? O vogliamo che tutti questi spazi, anche a Piavon di Oderzo, diventino centri congressi per meeting che non ci saranno mai?


Il tema, che mi spinge a rassegnare le dimissioni da presidente della sezione di Treviso, non è nemmeno la stroncatura del Consiglio Nazionale e Regionale perchè la carica che ricopro mi è stata attribuiti dai soci di Treviso ed a loro rendo conto con questa mia.

Per i profani dell'associazionismo, ricordo che la mia carica di “presidente” è un incarico volontario non retribuito che uno svolge per passione sostenuto dagli amici che con lui costituiscono la sezione. Non c'è nemmeno un grande potere di gestire perchè di solito le tue opinioni contrastano con le politiche di destra, centro ed anche sinistra, se mai questa differenza esiste.


Il mio obiettivo era di innescare un dibattito culturale, interno ed esterno all'associazione, per capire i motivi della scarsa efficacia delle nostre posizioni di fronte all'aggressività del mercato che ha coperto il Veneto prima di capannoni (grazie Tremonti), poi di strade (grazie Galan) e poi di centri commerciali (grazie Zaia).

Purtroppo le attuali modalità di comunicazione non consentono di mediare i tuoi interventi e puoi solo accettare di “stare al gioco” (spesso al massacro) oppure restare in una quieta mediatas che non dia troppo fastidio a nessuno.


Il ruolo delle associazioni come ITALIA NOSTRA dovrebbe essere quello di promuovere una crescita culturale della società nei confronti della tutela come previsto dall'articolo 9 della Costituzione.

L'esito di 30 anni di storia recente, che ricordo io, dimostra che il nostro, pur enorme lavoro, non serve se non facciamo pulizia e chiarezza, aggiornando i concetti di tutela, anche tra di noi.

Siamo pochi e sempre più anziani e non riusciamo nemmeno più ad avere un linguaggio comune perchè travolti da una destrutturazione sociale e culturale.

Solo rovesciando il tavolo e mettendo in discussione anche le nostre posizioni storiche (magari per poi confermarle in toto, ma con piena convinzione) possiamo affrontare con nuova energia il futuro.

Altrimenti... altrimenti diventeremo sempre più “enti di servizio” per ottenere accesso agli atti o per letture tecniche di approfondimento di temi per questo o quel comitato, senza riuscire a dare un respiro ampio alle battaglie singole.

La tutela che si richiama ai sacri principi e non si confronta con i problemi attuali e reali è, per me, una tutela di facciata, che danno una testimonianza, anche importante, ma servono anche ad acquietare la nostra coscienza più che ad incidere sulla realtà di degrado paesaggistico che ci circonda, complice un livello del dibattito politico che non è mai stato così basso.


Non mi sento esente da colpe, ma credo che ITALIA NOSTRA dovrebbe riflettere seriamente, oltre che sulla gestione amministrativa centrale di cui per pudore ometto di parlare, anche del fatto che l'associazione è “arroccata” su posizioni che sono destinate a soccombere, se non diventerà prioritario il messaggio culturale per cui la tutela della nostra storia e dei nostri beni culturali è un valore culturale ed economico, che deve essere sottoposto a valutazioni serie, competenti, trasparenti e non pregiudiziali.


Penso che sia tempo di scendere anche noi, associazioni ambientaliste storiche, dal piedistallo dei “censori che hanno sempre ragione” per cercare tra gli imprenditori, i cavatori, i costruttori, insomma tra i cittadini, persone che, con visioni diverse, possano cercare di trovare una sintesi progettuale e programatica che contrasti l'involuzione, che appare inarrestable.

Il Presidente Nazionale e quello Regionale sentono la necessità di replicare alla mia provocazione dichiarando che “non si faranno mai negozi a Villa Emo” e reclamano l'intervento diretto dello Stato, in un periodo di recessione, dove il MIBAC è a pezzi e le Soprintendenze stanno per essere regionalizzate.


La “tutela totale” porterà all'isolamento della Soprintendenza (che già Renzi ha esplicitato e Salvini porterà a compimento) ed ha dato frutti avvelenati per cui oggi, nel caos normativo infarcito di deroghe e contro deroghe, ognuno pensa di avere ragione.


Io, umilmente, chiedevo di iniziare a discutere per trovare delle ipotesi di soluzioni che riportassero le ville storiche nella loro centralità paesaggistica, limitando o eliminando i mall commerciali che disseccano il commercio dei centri storici e deturpano il paesaggio. Meglio una nuova idea di “centro commerciale” in un complesso storico che gli alienanti mostri di capannoni e neon tipo l'ooutlet di Noventa.


Se alcuni pensano che sia suffciente un comunicato in cui si chiede allo Stato di esercitare la prelazione oppure si crede che l'affermazione “mai negozi in questi luoghi” abbia poteri taumaturgici, ritengo che stiamo sempre guardando il dito (e non dico quale) e che sia uan “tutela di facciata”.


Credo che questa facciata, cioè quella di ITALIA NOSTRA, abbia necessità di un radicale intervento di restauro perchè, oltre ai problemi amministrativi, c'è un problema di efficacia dell'azione dell'associazione che andrebbe analizzato.


Sono stanco dei convegni o dei libri che parlano di sprawl urbano o di disastro veneto come se questo fosse accaduto per opera dello Spirito (Non) Santo.

Qui siamo alla deriva, come i migranti sui barconi senza nessuna Seawatch che possa salvarci.

Villa EMO, opera di Palladio e non di un geometra di paese, “vale” 15 milioni di euro cioè come 500 metri di Superstrada Pedemontana (che passa poco più anord): questo è il metro con cui misurare il degrado in cui è caduto il Veneto, che valuta i suio simboli in metri di superstrada.

E troviamo il tempo di guardare il dito della mia boutade sul CCVE (Centro Commerciale Villa Emo)??

Dai, cerchiamo di essere seri e di scendere dalle torri d'avorio.

Io intanto rassegno le dimissioni irrevocabili da presidente della sezione di Treviso e credo che farà bene anche agli amici della sezione, di cui resto semplice socio.


f.to Romeo Scarpa

domenica 3 febbraio 2019

VILLA EMO E SUPERMERCATI: ECCO LA POSIZIONE UFFICIALE DI ITALIA NOSTRA



LETTERA APERTA A ITALIA NOSTRA Onlus SU SUPERMERCATI E VILLE...

Il clamore suscitato dalle mie ultime dichiarazioni e l'immediata replica del Presidente della sezione di Italia Nostra Venezia merita certamente un approfondimento che però non vuole essere una polemica verso Lidia Fersuoch, di cui molti conoscono caparbietà ed impegno per la tutela della città lagunare, ma uno stimolo per la nostra associazione per riprendere un discorso culturale che non è mai bene dare per acquisito una volta per tutte.

Non pretendo di avere la verità, né di essere il depositario di alcunchè, ma devo constatare dopo quasi dieci anni di “presidenza” della sezione di Treviso, che le nostre battaglie (che ritengo giuste) non producono gli effetti sperati ed anzi ci dipingono sempre come quelli del NO, mentre i fautori de progresso e delle tradizioni fanno in modo che venga scippata da uno straniero un smbolo come villa Emo, che, preciso, vale economicamente come 500 metri di strada Pedemontana Veneta!

Le considerazioni che mi hanno portato alla dichiarazione tanto contestata sono le seguenti:
  1. viviamo in un territorio “brutto”, destrutturato, dove tutto sempre nato per caso e si espande con l'unica logica di garantire una rincorsa economica che non possiamo sostenere se vogliamo competere con chi lavora ad un euro all'ora e senza tutele;
  2. questo territorio “brutto” crea diseconomie che si chiamato malattie (siamo in testa alle graduatorie di consumatori di antidepressivi), perdita di identità, inquinamento di terra, aria e acqua e non valorizza l'unica cosa che gli stranieri “pericolosi” (che non sono i migranti..) non ci possono copiare: il nostro territorio e la nostra storia.
  3. In questo contesto cosa sta succedendo alla tutela dei Beni Culturali? Il Ministero B.A.PP. sta pian piano venendo smantellato con minori risorse e minor personale; la regionalizzazione porterà i Soprentendenti sotto il controllo dei Governatori Regionali, recidendo quel necessaria distanza tra controllore e controllato.... Quali valori prevaranno tra la tutela dei beni culturali e le pressioni degli interessi locali che quel potere eleggono?
  4. La Regione Veneto che politica di tutela urbanistica e culturale ha fatto fino ad ora? Basta solo verificare quante volta ricorra la parola “deroga” per dare un giudizio... Il Piano Casa, prorogato fino a marzo 2019 e destinato a diventare definitivo, ha scardinato perfino i concetti di “distanze minime”, creando caos normativo e problemi di interpretazione dell'interpretazione autentica! Le legge sul commercio della Regione Veneto ha consentito di disseminare il nostro territorio di capannoni, che saranno vuoti tra 5 anni, come sono diventati “scoasse” i capannoni della ben nota Legge Tremonti, che faceva costruire invece che pagare le tasse...
Il nostro territorio soffre. ..

Soffre economicamente, ma soffre anche dal punto di vista ambentale con terre inquinate e depredate (discariche, cave, …), acque luride o piene di chimica nociva (PfaS, mercurio, fiumi senz'acqua), aria malata (PM10, PM2,5, benzopirene da aeroporti ogni 100 km)...

Il patrimonio storico artistico, pubblico e privato, è in degrado e non è certo immaginabile che tutto sia acquisito dal pubblico, che non solo in rarissimi casi ah dimostrato di essere un proprietario che valorizza. Quante cose pubbliche sono seppellite nei depositi? Quanto patrimonio pubblico è mal gestito o non gestito? Questo non per dire che solo il privato è la salvezza, ma per affermare, con forza, che il problema non è impedire di fare, ma FARE IN MODO ADEGUATO con cultura (che non ci manca) e capacità , sfidando l'economia di mercato odierna a diventare un'economia di qualità.

Questo sarebbe anche un modo per dare vero LAVORO ad imprese serie (cioè con muratori che sanno fare uno "scuci e cuci" o artigiani che sappiano riprendere i vecchi serramenti e le vecchie cornici e non fare tutto prefabbricato.... Anche qui per TUTELARE I MESTIERI CHE PERDIAMO se non diamo loro lavori veri da fare e non solo "riserve indiane"..

Per fare questo servono ovviamente dei compromessi da parte di tutti, anche da parte delle associazioni, ma i compromessi si possono fare se sono chiari i PUNTI IDEALI DI PARTENZA, senza prenderci in giro come oggi dove chi devasta i territori usa i termini degli ambietalisti perchè tanto basta il titolo di un giornale.... 

Su questo tema credo si debba discutere per arrivare ad una posizione condivisa e per chiedere alla politica azioni pertinenti perchè se la Regione Veneto o lo Stato consentono di fare centri commerciali schifosi in zona agricola, spendendo pochi euro rispetto ai ricavi, non arriveremo mai da nessuna parte.
Ma se non portiamo queste contraddizioni nel campo del libero mercato, ci diranno sempre che siamo dei "conservatori", "dei SignorNo"... invece noi siamo per FARE, MA PER FARE DIVERSO.

Se invece la politica fiscale disincentivasse la creazione di questi “mall”, che possiamo lasciare volentieri agli america, ed imponesse lo sviluppo di progetti (seri e controllati, ma anch fattibili) per aree di pregio, magari fra 30 anni avremo un parco commerciale con recupero dell'area archeologica di Altino e la chiusura del mostro di Noventa, come mi ha suggerito Alessandro Pattaro. 


O vi piace il Centro Commerciale di Noventa, che si amplia ancora ed è più grande del paese??




#CHINONSOGNANON VIVE

#VILLAEMOE'DITUTTI

LA SINTESI DELLA PROPOSTA DEL GR3 DI OGGI... SINTESI

Ecco il pod cast del servizio... una sintesi della sintesi... diciamo che il Fontego del Tedeschi non è propio il mio modello perfetto, ma è un'idea.

Se ce ne sono di migliori realizzabili per avere bellezza, tutela e toglie i centri commerciali attuali, ditelo.

Servirebbe una politica non serva che chiuda le aperture dei centri commerciali attuali e blocchi il consumo del suolo, ma qui siamo all'utopia

SERVIZIO GR3 https://www.raiplayradio.it/radio3/programmi.html servizio delle ore 8,55 del 3-2-2019

PROVOCAZIONE CHE BUCA... O NUONA IDEA? VILLA EMO LIDL

Ecco spiegato un po' meglio la mia proposta...

https://www.youtube.com/watch?v=9Nmllv9UyCI

Si tratta di una sfida o preferite un modo dove il bello è solo per i ricchi ed il poppppolo deve andare negli attuali centri commerciali?

#villaemoèditutti

sabato 2 febbraio 2019

DIRETTIVO SU VILLA EMO: di che supermercato morire?

Grazie a Silvia Madiotto (Corriere del Veneto) che ha ripreso bene un mio scritto ed a Lucio Zanato di Antenna3 che ha fatto un bel servizio si è scatenato l'inferno...
poi è arrivata ANSA, Gazzettino, Radio rai, Tribuna e vai con ITALIA NOSTRA NAZIONALE che chiede lumi o mi dice di rettificare o s'incazza (vedi Venezia...).

La mia non è solo una provocazione, ma anche un tema di riflessione per cui
GIOVEDI' 7-2-2019 ore 20 ci sarà un direttivo aperto 
(presso la nostra sede di Treviso in via Cornarotta 9) a tutte le associazioni che vorranno partecipare per discurete del seguente ODG:

1) villa EMO: la situazione

2) villa EMO: possibili azioni e strategie

3) villa EMO: quale marca di supermercato scegliere tra LIDL, ALDI, LANDO o IN's (*)


(*) Per chi non lo capisse, il punto 3 è una burla (meglio precisare in tempi in cui qualsiasi ministro dice bianco e poi nero, ma se qualche marchio offre dei soldi, se ne può parlare come punto 4...)

DIFFONDETE A CHI PUA' ESSERE INTERESSATO

-- per ITALIA NOSTRA sezione Treviso
Romeo Scarpa
+39 348 8717810

giovedì 31 gennaio 2019

VILLE VENETE, BANCHE E CENTRI COMMERCIALI

Ho sfogliato questa sera una serie di edizioni della settimana della Tribuna (domani lo farò con il Gazzettino per pr condicio) e  mi ha colpito una serie di titoli che danno il senso del disastro che stiamo inconsapevolmente (?) subendo/vivendo.

 I temi sono:
  1. le banche e le fondazioni bancarie, in primis la nostra disgraziata Fondazione Cassamarca
  2. i centri commerciali che sembrano essere una malattia infettiva inarrestabile
  3. lo stato di degrado delle ville di pregio ("beni culturali") che vengono vendute o restano chiuse
Per il mio modesto parere, la questione è di una gravità spaventosa a livello culturale perchè stiamo dilapidando un patrimonio che il mondo ciinvidia per realizzare delle oasi artificiali che negli USA sono già superate con la corresponsabibilità di manager e politici, che non sanno fare di meglio che incetiva una corsa verso il burrone culturale con leggi tipo il Piano Casa.

Non è facile spiegare in un breve scritto quanto mi pare chiarissimo e però pochissimi "vedono" perchè siamo tutti immersi in questioni piccole, che non hanno il respiro dei secoli e del rispetto per i valori culturali che abbiamo ereditato.

Il primo tradimento è quello compiuto dalle Fondazioni Bancarie, che sono state gestiti come piccoli/grandi centri di potere, non per il bene della collettività come ai tempi della Balena Bianca, ma per diventare Grandi (o Grossi? Imprenditori e fare scelte che hanno portato, per esempio Fondazione Cassamarca, al disastro patrimoniale, che non paga nessuno nè a livello di responsbailità di scelte, nè a livello politivo
La svendita delle ville e anche di villa Emo è una sconfitta secca per la solidità dell'economia veneta, non perchè si perde una posta economica, ma perchè si perde... la faccia.

 Il secondo tradimento è quello perpetrato dai politici veneti, ed in primis dal centrodestra e dalla Lega che da sempre governano in Regione, che a livello legislativo hanno smantellato lo smantellabile, tanto che ora sono costretti a "interpretazioni autentiche delle interpretsazioni autentiche" tanto è il caos normativo generato dalla furia derogatoria.
La normativa regionale sul commercio ha dato via libera alla furia del mercato per cui, solo a  Treviso, ci sono così tanti centri commerciali che pare che i nostri concittadini mangino 8 volte al giorno...

Il terzo tradimento è stato quello verso la nostra storia e le nostre tradizioni che non siamo in grado di difendere se le ville venete restano vuote o vengono vendute al primo straniero che arriva... A Venezia, questo è giò preassi da decenni, ora gli affari si spostano in Provincia?
La nostra politica che sponsorizza il Prosecco patrimonio dell'Unesco non riesce nemmeno a garantire un contributo che annulli gli effetti dell'ICI ai proprietari delle ville, che si impeganno in interventi di restauro...
Il Piano Casa, invece, fa un bel regalo ai chi costruisce visto che non si pagano gli oenri di urbanizzazione, che vanno ai Comuni (che stranamente non protestano). Diversi parametri?
Il Comune di Treviso (e molti altri enti pubblici) hanno ville vuote e non usate che "SONO NOSTRE":
  • villa Franchetti a Preganziol
  • villa Margherita a Treviso
  • le proprietà che ora svende afFondazione Cassamrca...
  • le grandi aree tipo ex Caserma Salsa, ex Caserma Piave...
NON SI POTREBBERO FARE CENTRI COMMERCIALI NELLE VILLE VENETE NEL RISPETTO DEL VINCOLO?
Si avrebbero questi vantaggi:
  • meno consumo del suolo
  • centri commerciali in posti di pregio
  • utilizzo dei fsbbricati storici che avrebbero un utilizzo
Molti si stupiranno della proposta perchè sembra proporre di "copiare" quanto fatto a Venezia per il Fontego dei Tedeschi o per l'ex Cinema Italia, operazioni che hanno attirato non poche critiche, ma,,,, E' PREFERIBILE RINUNCIARE AD UNA SFIDA (anche progettuale e culturale) LASCIANDO CHE TUTTO SI VENDA O RESTI VUOTO?

Non sarebbe meglio ridare ai paesi la centralità dei loro contesti storici nell ville con parcheggi stidiati in modo non impattante e spazi diversi dal devastante e depressivo tipo Centro Commerciale?

Ah, dimenticavo... siamo in Italia e non è prorio immaginabile discutere di queste cose perchè si va da "qua son paròn mì e fasso queo che vojo" a "mi no vaeo a combatar, tanto a villa non ga mia e rode..."