Questi
temi saranno però affrontati solo
ex post,
cioè dopo aver “per necessità ed urgenza”, come al solito (!!),
approvato un progetto che migliorerà il nostro amato ospedale, ma
darà un contributo insignificante, se non peggiorativo in termini
generali di miglioramento della qualità della vita delle città di
Treviso perchè pensato e gestito da un'azienda, che ricordiamo, si è
fatta soffiare un pacco di milioni di euro da un gruppo di suoi
dipendenti (caso Bolzan)!!.
La
nostra attenzione si è quindi concentrata su una piccola area ai
bordi del mega-intervento, che riguarda l'ex Vetrelco, un
insediamento che è stato classificato come “elemento di
archeologia industriale” dal vigente Piano Ambientale ed è
pertanto soggetto all'art.24 delle Norme di Attuazione di tale Piano,
cioè interventi di tutela e valorizzazione con restauro.
Tale
previsione di Piano Ambientale (cioè una prescrizione che si è dato
il Parco del Sile, non noi...) ovviamente non piace all'ULSS9 che
ragiona (giustamente) in termini di funzionalità e costi e quindi
procede alla richiesta di verifica dell'interesse culturale del
complesso presso la Direzione Generale per i Beni Culturali del
Veneto, che emette il suo parere di insussistenza di interesse
culturale del complesso nel 2011 (parere prot. 1525 del 27-1-2011).
Il
pur autorevole parere dell'arch. Soragni non
costituisce però variante al Piano Ambientale
per cui il complesso permane tutt'ora come “elemento di archeologia
industriale”, privo di interesse culturale per la Soprintendenza e
proposto in demolizione dall'ente pubblico, ma inserito in un Piano
Ambientale di pertinenza della Regione Veneto.
Cosa
prevede l'azienda sanitaria per tale area? La demolizione dei
manufatti esistenti e la loro ricostruzione per un centro
di formazione di 700 tecnici ed allievi infermieri,
che si inquadra in un intervento generale del volume globale di
750.000 mc, pari a 3 volte il volume di Appiani 2!
In
un ambito di progetto che prevede una simile cubatura si vuole
affermare che non si riesce a rispettare il limite dei 20 metri per
l'area ex Vetrelco per motivi di “pubblico interesse”?? Dai, non
scherziamo...
Un'altra
questione simbolica è quella del rispetto delle distanze dal fiume;
cosa prevede il Piano Ambientale del Fiume Sile per le fasce di
rispetto (art. 10bis)?
La
I^
fascia di rispetto è
la superficie compresa tra il fiume ed i 5 metri dall'acqua o dal
limite demaniale o dell’acqua del fiume Sile; in questa è
teoricamente
vietato
fare edificazioni e recinzioni, ma se fate un giro in barca vedrete
che è una delle norme piu' disattese del mondo su cui il Comitato
Esecutivo del Parco dovrebbe intervenire in modo severo invede di
pensare solo a piste ciclabili e deroghe....
La II^ fascia di
rispetto
(da 5 a 15m) è
fatto divieto di nuovi ampliamenti o edificazioni ad esclusione di
alcune zone (residenziali) individuate dai piani urbanistici comunali
ed a
condizione che non sia possibile realizzare il volume nella III
fascia di rispetto.
L'ipotesi
che si possa andare in deroga per motivi di “interesse pubblico”,
tout-court, non sussiste per il fatto che l'articolo 10bis dice
testualmente che “La deroga alle limitazioni
contenute nel presente articolo (art.10bis del PA), potrà
essere autorizzata all’interno di strumenti urbanistici attuativi e
programmi integrati di riqualificazione
urbanistica edilizia ed ambientale, in accordo con l’Ente Parco,
esclusivamente
per motivi di interesse pubblico,
per
la tutela del paesaggio e insediamenti di carattere storico di cui
all’articolo 24,
fatto salvo il parere dell’autorità idraulica competente.”
Per
quello che capisco io di urbanistica e norme (poco per le verità,
non essendo né urbanista, né avvocato come molti direttori del
parco...) non mi pare che l'intervento proposto dall'ULSS9 rispetti
queste indicazioni restrittive al concetto di “pubblico
interesse”...
Anzi
siamo in presenza di un manufatto che aveva (ed ha ancora!!) un
valore di archeologia industriale, vincolo che viene eliminato per
poterlo demolire, ma senza andare a distanza di 20 metri come è
prescritto per tutti coloro che hanno la possibilità di farlo, cioè
che hanno area a disposizione.
In
questo caso ci sono 300.000 mq di spazio per costruire il centro per
la formazione, cioè la superficie di 60 campi da calcio 50x100metri.
Al
limite si potrà pensare di andare vicino al bellissimo polo
tecnologico, già costruito con parere favorevole del Parco Sile, che
potere ammirare... su un'altra ansa del Sile..
In
realtà l'ente pubblico ULSS9, il Parco del Sile ed il Comune di
Treviso dovrebbero dare a tutti i cittadini il buon esempio,
evidenziando che il fiume Sile va liberato dalle costruzioni,
ripristinato come habitat senza le palificazioni devastanti del Genio
Civile e non chiedere deroghe inutili.
Non
è una questione di normative e solo una questione di esempio, una
delle basi fondamentali se vogliamo cambianre modo di gestire
l'ambiente, che in fondo è il contenitore principale della nostra
salute, mentre l'ospedale è il luogo che cura i danni fatti dalla
scarsa tutela dell'ambiente.
p.
ITALIA NOSTRA Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
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