"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

sabato 19 luglio 2014

CITTADELLA DELLA SALUTE: DEROGHE ALLE DISTANZE MINIME PER PUBBLICO INTERESSE... (pregasi leggere le norme per intero, grazie)

La questione del rispetto delle distanze del fiume Sile per la Cittadella della Salute non è c
ertamente uno dei punti principali della questione, che ha ben altre problematicità sostanziali tra le quali il costo dell'intervento globale nel lungo periodo, l'affidabilità dell'appaltatore ed il peggioramento delle condizioni ambientali del nucleo residenziale attorno alla Cittadella della Salute per l'incremento del traffico privato su gomma in assenza di un serio e necessario intervento di trasporto pubblico sostitutivo.

Questi temi saranno però affrontati solo ex post, cioè dopo aver “per necessità ed urgenza”, come al solito (!!), approvato un progetto che migliorerà il nostro amato ospedale, ma darà un contributo insignificante, se non peggiorativo in termini generali di miglioramento della qualità della vita delle città di Treviso perchè pensato e gestito da un'azienda, che ricordiamo, si è fatta soffiare un pacco di milioni di euro da un gruppo di suoi dipendenti (caso Bolzan)!!.




La nostra attenzione si è quindi concentrata su una piccola area ai bordi del mega-intervento, che riguarda l'ex Vetrelco, un insediamento che è stato classificato come “elemento di archeologia industriale” dal vigente Piano Ambientale ed è pertanto soggetto all'art.24 delle Norme di Attuazione di tale Piano, cioè interventi di tutela e valorizzazione con restauro.

Tale previsione di Piano Ambientale (cioè una prescrizione che si è dato il Parco del Sile, non noi...) ovviamente non piace all'ULSS9 che ragiona (giustamente) in termini di funzionalità e costi e quindi procede alla richiesta di verifica dell'interesse culturale del complesso presso la Direzione Generale per i Beni Culturali del Veneto, che emette il suo parere di insussistenza di interesse culturale del complesso nel 2011 (parere prot. 1525 del 27-1-2011).
Il pur autorevole parere dell'arch. Soragni non costituisce però variante al Piano Ambientale per cui il complesso permane tutt'ora come “elemento di archeologia industriale”, privo di interesse culturale per la Soprintendenza e proposto in demolizione dall'ente pubblico, ma inserito in un Piano Ambientale di pertinenza della Regione Veneto.


Cosa prevede l'azienda sanitaria per tale area? La demolizione dei manufatti esistenti e la loro ricostruzione per un centro di formazione di 700 tecnici ed allievi infermieri, che si inquadra in un intervento generale del volume globale di 750.000 mc, pari a 3 volte il volume di Appiani 2!

In un ambito di progetto che prevede una simile cubatura si vuole affermare che non si riesce a rispettare il limite dei 20 metri per l'area ex Vetrelco per motivi di “pubblico interesse”?? Dai, non scherziamo...

Un'altra questione simbolica è quella del rispetto delle distanze dal fiume; cosa prevede il Piano Ambientale del Fiume Sile per le fasce di rispetto (art. 10bis)?

La I^ fascia di rispetto è la superficie compresa tra il fiume ed i 5 metri dall'acqua o dal limite demaniale o dell’acqua del fiume Sile; in questa è teoricamente vietato fare edificazioni e recinzioni, ma se fate un giro in barca vedrete che è una delle norme piu' disattese del mondo su cui il Comitato Esecutivo del Parco dovrebbe intervenire in modo severo invede di pensare solo a piste ciclabili e deroghe....

La II^ fascia di rispetto (da 5 a 15m) è fatto divieto di nuovi ampliamenti o edificazioni ad esclusione di alcune zone (residenziali) individuate dai piani urbanistici comunali ed a condizione che non sia possibile realizzare il volume nella III fascia di rispetto.

L'ipotesi che si possa andare in deroga per motivi di “interesse pubblico”, tout-court, non sussiste per il fatto che l'articolo 10bis dice testualmente che “La deroga alle limitazioni contenute nel presente articolo (art.10bis del PA), potrà essere autorizzata all’interno di strumenti urbanistici attuativi e programmi integrati di riqualificazione urbanistica edilizia ed ambientale, in accordo con l’Ente Parco, esclusivamente per motivi di interesse pubblico, per la tutela del paesaggio e insediamenti di carattere storico di cui all’articolo 24, fatto salvo il parere dell’autorità idraulica competente.”

Per quello che capisco io di urbanistica e norme (poco per le verità, non essendo né urbanista, né avvocato come molti direttori del parco...) non mi pare che l'intervento proposto dall'ULSS9 rispetti queste indicazioni restrittive al concetto di “pubblico interesse”...

Anzi siamo in presenza di un manufatto che aveva (ed ha ancora!!) un valore di archeologia industriale, vincolo che viene eliminato per poterlo demolire, ma senza andare a distanza di 20 metri come è prescritto per tutti coloro che hanno la possibilità di farlo, cioè che hanno area a disposizione.

In questo caso ci sono 300.000 mq di spazio per costruire il centro per la formazione, cioè la superficie di 60 campi da calcio 50x100metri.
Al limite si potrà pensare di andare vicino al bellissimo polo tecnologico, già costruito con parere favorevole del Parco Sile, che potere ammirare... su un'altra ansa del Sile..

In realtà l'ente pubblico ULSS9, il Parco del Sile ed il Comune di Treviso dovrebbero dare a tutti i cittadini il buon esempio, evidenziando che il fiume Sile va liberato dalle costruzioni, ripristinato come habitat senza le palificazioni devastanti del Genio Civile e non chiedere deroghe inutili.

Non è una questione di normative e solo una questione di esempio, una delle basi fondamentali se vogliamo cambianre modo di gestire l'ambiente, che in fondo è il contenitore principale della nostra salute, mentre l'ospedale è il luogo che cura i danni fatti dalla scarsa tutela dell'ambiente.


p. ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa




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