"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 26 aprile 2015

PERCHE’ NO AL TAGLIO DEI PINI DI VIA PINDEMONTE, A JESOLO

Ciò che sta accadendo a Jesolo, con il taglio di alberi di pino domestico (Pinus pinea) lungo via Pindemonte e la loro sostituzione con “alberi giusti”, conferma, ancora una volta, la superficialità delle pubbliche amministrazioni nell’approccio a questi problemi.
Una superficialità che, proprio per essere tale, non tiene minimamente conto della sensibilità dei cittadini, o meglio della stragrande maggioranza dei cittadini, cedendo invece alle soluzioni sbrigative e tecnicamente meno onerose.
Ancora una volta, dunque, è accaduto l’evitabile e si è dato corso ad un intervento fortemente impattante, sollevando le proteste della cittadinanza e provocando prese di posizione molteplici, oltre che richieste a desistere, come appunto la presente.
Va detto, in proposito che negare il problema, ossia il conflitto tra le alberature di pino domestico (erroneamente, da tutti chiamato “pino marittimo”) e la sede viaria, non sarebbe onesto e noi, invece, desideriamo esserlo.
Va anche detto, però, che annullare in un paio di giorni un investimento in paesaggio urbano e in qualità dell’ambiente, durato oltre mezzo secolo, non rappresenta la soluzione. Citiamo per tutti l’esempio della via Fausta, a Cavallino-Treporti, dove gli alberi di pino domestico hanno circa un secolo, ma la loro presenza non interferisce con la pista ciclabile e la sede stradale, se non in misura decisamente trascurabile.
Ebbene questo dovrebbe essere valutato opportunamente, prima di procedere con l’abbattimento: si dovrebbero cioè interpellare i tecnici e gli amministratori responsabili e chiedere semplicemente loro: “Scusate, signori, ma come avete fatto?”.
Si potrebbe così scoprire che le soluzioni, appunto, esistono, perché il bellissimi pini della via Fausta sono una realtà viva e un patrimonio di paesaggio, d’immagine e molto altro.
Questa è la ragione che ci induce ad appoggiare la richiesta del comitato cittadini costituitosi allo scopo. Perché i pini di via Pindemonte non saranno l’Amazzonia di Jesolo e neppure una riserva naturale della Biosfera, ma sono comunque patrimonio comune e come tali appartengono all’identità di un luogo: lo stesso di cui, i cittadini che li difendono, desiderano conservare la qualità.
Si faccia dunque uno sforzo di buona volontà e si sentano i tecnici competenti. Perché la soluzione esiste e anche se sarà più laboriosa e magari più onerosa, consentirà di salvare un piccolo, ma importante giacimento comune d’ambiente.
Il presidente
Michele Zanetti

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti di contenuto ritenuto "inadatto" saranno eliminati..