"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

mercoledì 1 aprile 2015

PROGETTO RISORGIVE DI TREVISO: UN MODO PER DIFENDERE IL TERRITORIO, ESPLORANDO...

Domenica mattina un gruppo di 25-30 persone guidate da Berto Zandigiacomi ed Ennio Tiveron hanno perlustrato la zona di San Giuseppe seguendo una mappa austriaca del 1906 alla ricerca delle RISORGIVE PERDUTE.

Il progetto “RISORGIVE” della sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA, aperto a tutta la cittadinanza ed altre associazioni, si propone di censire quanto resta di fossi e canali storici della nostra periferia, in particolare della sponda sinistra del Sile, in modo da documentare cosa abbiamo perso in 100 anni e valutare la consistenza di quello che ci resta.

La zona di San Giuseppe è particolarmente ricca di “relitti” di fossi e canali perchè siamo in prossimità del Sile, anche se le grandi opere del secolo scorso (il cavalcavia ferroviario e quello demenziale di via Paludetti) hanno alterato in modo rilevante e peggiorativo il deflusso naturale della zona dei “paludetti”.

Non è semplice orientarsi su una mappa dove non esiste l'attuale cavalcavia, dove le case sono rare e spicca l'aggregato dell'illuminato ing. Appiani per i suoi operai...
La mappa storica è dominata dai campi con pochi edifici, tra cui la Chiesa in posizione un po' diversa perché poi ricostruita, e la ferrovia, mentre oggi la cartografia è dominata dall'asse stradale del cavalcavia che porta alla “sagra delle rotonde” e taglia il naturale collegamento e “sfogo” delle acque dei paludetti con il fiume Sile.

I vecchi affluenti hanno nomi antichi e romantici, tra cui il Cerca è il piu' significativo per il nostro progetto perché di loro restano tracce, relitti, residui trasformati in scoli puteolenti: una desolazione!

Il lento modificarsi di questi fondamentali elementi del paesaggio che sono vie pre-ordinate per il deflusso delle piogge cioè di FOSSI e CANALI è una lenta ed inesorabile tendenza, che li ha
trasformati da “risorsa” a “problema”.

Il FOSSO nella sua forma storica ed ideale ha una precisa e storica configurazione naturale: riceve le acque in eccesso (anche reflue chiarificate) e con un movimento lento tra piante acquatiche a foglia larga promuove un eccellente processo di fitodepurazione, oltre ad essere un tassello fondamentale per la BIODIVERSITA' ospitando insetti, anfibi, uccelli e piante.

Il FOSSO però deve essere avere acqua corrente, vegetazione tipica, sezione adeguata ed essere curato con manutenzione periodica: vanno tagliate le erbe (nel modo giusto e non con il napalm!), va tolto il sedimento in eccesso, non vanno palificate le sponde e si avrebbe un ottimo contributo ad un sistema fognario integrato, oltre ad un bacino di espansione per le piogge.


Nel tempo invece, complice l'allargamento delle strade per le auto e la carenza di manutenzione dei contadini, si è avviato il processo di abbandono che inizia con la mancanza di cura, poi si passa al restringimento della sezione fino ad arrivare al “fermo dell'acqua” che porta anossia, modifica di vegetazione e fauna (quindi zanzare e topi) per arrivare al coronamento del tutto con il tombinamento del fosso per “volontà popolare”!!

Ovvio che una trasformazione culturale che passa dalle esigenze del mondo contadino alle esigenze di chi va in auto (e si preoccupa delle buche e dei graffi alla carrozzeria!!) comporta una diversa visione della propria vita ed anche di quella degli altri ed alla fine porta ad una trasformazione del paesaggio, che avviene in modo lento e silente, ma fortemente peggiorativa della qualità della vita.
E' questo che vogliamo? Abbiamo sostituto lo scorrere delle acque dei fossi con lo scorrere delle auto sulle strade e poi ci lamentiamo del traffico!
Il nostro progetto, che si fa a piedi ed in bici, vuole riportare l'attenzione su questi beni preziosi che sono le risorgive e spostare gli investimenti dei lavori pubblici dalla manutenzione delle strade alla manutenzione dei fossi ed alla conservazione delle risorgive.
Non è difficile da capire e condividere, ma vediamo che tutti i politici sono molto sensibili all'asfalto e poco a tutti gli altri materiali. Sarebbe ora di cambiare...









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