"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 4 maggio 2017

TOH, CHI SI VEDE.... IL PRAC!

Il PIANO REGIONALE ATTIVITA' DI CAVA langue dal 1982.... sì da quando l'Italia vinceva i Mondiali di calcio in Spagna ed io avevo 19 anni!!
Zaia era un ragazzino che frequentava le superiori e Galan lavorava per Berlusconi a vendere pubblicità...

Da allora i nostri politici non sono riusciti a fare nulla perchè fare nulla era funzionale a fare quello che volevani i cavatori che infatti n 40 anni non si sono impoveriti, creando un territorio groviera, riempiendo le cave di scoasse che oggi ci regalano frutti avvelenati come il mercurio e altro..


UNA POLITICA A SERVIZIO.....

Oggi si esamina il "nuovo" PRAC, ma non per un sussulto di dignità della politica, ma per una diffida dei cavatori e viene presentato un documento per evitare/limitare gli effetti di una diffida in cui il giudice ha nominato la dott.ssa Bramezza, commissario ad acta, che potrebbe approvare subito tutto.

Il documento che abbiamo esaminato è costituito da 1400 pagine, ricco di analisi e documenti, che portano (come al solito) ad azioni/non azioni che poco hanno a che fare con l'analisi.
Una vera e propria ..ammuina!!


In ogni caso, per pura testimonianza e per lasciare agli atti il nostro parere, andremo in 2° Commissione Regionale e fare la nostra solita (inutile) "predica".

AL PRESIDENTE DELLA 2° COMMISSIONE REGIONALE
Oggetto: Osservazioni su PdL 42 relativo a Piano Regionale Attività di Cava
Egregio Signor Presidente,

diamo atto che gli Uffici hanno prodotto un “voluminoso” dossier, che è pari al vuoto spinto di contenuti che spesso accompagna simili corpose documentazioni, come già accaduto per il Piano Energia.

Si sono consumate 1400 pagine, soprattutto in analisi anche puntuali, che non hanno però lo scopo di orientare decisioni, necessarie ed obbligatoria della Politica, ma hann0 solo lo scopo:


di nascondere le controdeduzioni alle 207 osservazioni (pari a 10631 argomenti) presentate (pag.18 Relazione);


di non affrontare il tema del rapporto tra il consumo di suolo agricolo e attività di cava (sul consumo di suolo un solo accenno per dire che il problema esiste.)

A livello di dichiarazioni di principio, che non costano nulla e di cui la Regione Veneto è di solito prodiga soprattutto se non danno luogo a conseguenze pratiche per i portatori di interesse, non esiste una riga in cui si dica che il territorio e le cave sono un “bene finito” e che bisogna modificare la mentalità di costruttori e progettisti per trovare soluzioni diverse

Per la definizione del “fabbisogno” il testo preferisce soffermarsi su dati (non sempre, anzi spesso, denunciati incompleti) e calcoli che offrono risultati diversi: da 9 milioni di mc/anno a 8 milioni di mc/anno (pag 95) oppure 5,5 milioni di mc/anno (pag 78 e seg.) o infine a 4,6 (pag. 96, ma con il contributo di 4 milioni della SPV, che ora sono diventati 6 milioni di mc!)

La Provincia di Treviso, che da noi esiste ancora, è privilegiata perché offre alla Regione l’80% del totale degli inerti considerati necessari nei prossimi 10 anni, anche se non è prevista alcuna cava di nuovo impianto: sono sufficienti le quantità già concesse (e ci sono pure degli avanzi!!)

Come “perla” finale segnaliamo l’art. 7 punto e) delle Norme Tecniche Attuative: segnaliamo la volontà di garantire di poter scavare ancora sottofalda, garantendo che il “livello di massima escursione di falda” sia la quota della falda freatica calcolata come media aritmetica delle quote massime annuali registrate nel corso degli ultimi 10 anni. In pratica in un momento in cui stiamo andando verso periodi sempre più siccitosi, si utilizza la matematica per alzare in modo teorico il livello di falda e poter scavare ancora sotto falda, danno assoluto in una zona ricca di risorgive e che diventerà, anche grazie a Voi, povera d'acqua.

Andate a vederVi la Piave o le ex risorgive di Casacorba dove un tempo prendeva origine il Sile: deserto!

In questo Piano (che ha avuto molto, moltissimo tempo per maturare ….) non siamo riusciti a trovare alcuna indicazione di assegnazione delle cave in funzione o estinte o pure attualmente trasformate in discariche di una precisa definizione urbanistica da inserire automaticamente nei P.A.T.- Sarebbe importante avere un censimento preciso per avere un riferimento puntuale nel momento (mai?) in cui si deciderà di affrontare il tema del consumo ZERO di materiali di cava da sostituire con impiego spinto di riciclati, evitando l'esempio di Mestrinaro (Zero Branco).

Vorremmo inoltre che faceste una riflessione sul tema delle cave concesse in passato (sempre da politici come Voi), poi trasformate in discarichi (ottima idea in terreni per lo più ghiaiosi) e che ora creano danni ambientali notevoli alle risorse idriche che servono alle persone.

Un esempio di scelta “ingorda”, dove per privilegiare lo sviluppo degli amici cavatori, si sono sacrificati gli interessi di tutti; ed ora siamo sempre tutti noi a dover pagare.

Questo per lasciare agli atti che le scelte fatte comportano delle conseguenze e che si cono precise colpe, se il nostro territorio (soprattutto trevigiano) è una cava, ben oltre i limiti e le regole che nessuno rispetta e fa rispettare (vincolo del 3%).

Facciamo presente anche che in alveo della Piave continuano escavazioni di ghiaia pulita (per ragioni di costo), mentre i soliti noti dovrebbero/potrebbero intervenire più utilmente in altre zone, ma non lo fanno perché “troppo costoso” per loro selezionare il materiale ghiaioso, dividendolo da terra e legno. Gli affare, Loro, li sanno fare ed infatti pare che siano proprio gli Amici Cavatori a dettare legge in Consiglio Regionale, imponendo decisioni con una “forza di persuasione” che noi non possiamo avere.

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