"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

lunedì 22 febbraio 2016

TAGLIO ALBERI A TREVISO: “AGRONOMIA DIFENSIVA” ?





Non ci posso credere, ma sarà meglio accertare in modo rapido se hanno minimo fondamento le voci che arrivano alle nostre orecchie (sparse sul territorio) in tema di perizie agronomiche e taglio di alberi, in un momento in cui le polveri sottili ci assediano e non è mai sufficientemente ricordata la funzione di filtro svolto dalle piante.
La questione è abbastanza semplice e non nasconde particolari interessi o tramacci, quanto piuttosto un “modo di ragionare in autotutela”, che vale in tutti i campi dove serve un giudizio professionale. In ambito ospedaliero si chiama “medicina difensiva”, qui parlerei “agronomia difensiva”.


L'esempio lo faccio sulla statica degli edifici (1): quando c'è un edificio o una struttura che si ritiene possa creare “pericolo”, viene chiamato un professionista (a volte anche i Vigili del Fuoco in emergenza), che deve dare un giudizio sull'effettivo rischio e provvedere a dare indicazioni per interventi di tutela del bene e delle persone.

Ovviamente non tutti gli ingegneri hanno la stessa sensibilità statica, la stessa visione, la stessa competenza ed a volte anche lo stesso “coraggio”, perché si tratta di dare un giudizio e rischiare le conseguenze civili e penali del caso, in caso di errore.

Un altro esempio lampante sono le passerelle dei burci di Casier che “si sono volute demolire”, non facendo alcuna manutenzione per anni (2) e incaricando un professionista con l'input di demolire e ricostruire tutto, invece di provvedere a diversi e meno costosi interventi con minore impatto estetico ed ambientale (3).
Con simili amministratori e tecnici, una città di Venezia non esisterebbe piu'...

Il giudizio tecnico dipende quindi dal soggetto che se ne assume la responsabilità e dal valore del bene da conservare: tutti (4) capiamo che un resto greco-romanico va conservato, mentre molti faticano ad accettare di conservare e consolidare un muro in calce ed antinelle del 1500... Per questo è stato previsto un organo di tutela (le Soprintendenze) che, quando agiscono con competenza ed indipendenza, svolgono un ruolo fondamentale per la tutela della nostra cultura ai sensi dell'articolo 9 della Costituzione.

Tutto questo per dire che nel caso degli “alberi” la questione è la stessa: il patrimonio arboreo andrebbe mantenuto con interventi competenti e fatti nei tempi e modi adatti.

Se ci sono situazioni di potenziale pericolo (tipo il grande pioppo di Conegliano recentemente abbattuto), esse devono essere affrontate, ma il modo con cui si affrontano e le persone che si chiamano non è neutro...

Ci sono consulenti agronomi piu' “coraggiosi”, che cercano di tutelare l'albero prima di dare un giudizio di abbattimento, e ce ne sono altri invece, che sono molto piu' “tranquilli” se il loro responso tecnico elimina ogni rischio per la loro carriera e professione e consiglia abbattimenti diffusi.
Quando mai un alberello di 2 metri crea pericolo??


Ulteriori fattore che concorre a consolidare il concetto dell'agronomia difensiva è il fatto che simili decisioni sono in capo, di solito, a dirigenti dei Lavori Pubblici dei Comuni, che hanno molta dimestichezza con l'asfalto ed il cemento, ma poca con il verde e sono molto attenti (5) al concetto di “responsabilità”, per cui tendono con facilità ad accettare relazioni agronomiche con classificazioni pessime, che danno il via agli abbattimenti.
Per loro sarebbe molto più oneroso seguire le indicazioni specifiche di quell'agronomo che volesse intervenire per salvare una pianta...

L'Ente pubblico o il dirigente pubblico è più tranquillo se tutti gli alberi di una certa dimensione vengono mutilati, come vediamo fare sul Terraglio, anzi... questa azione è funzionale a far ammalare l'albero ed a portarlo a morte celere, in poter avere nulla o più rassicuranti piantine alte 2 metri e con un fusto da 10 centimetri di diametro...

A volte, addirittura, si parla di “alberi rischiosi” per gli automobilisti, ma non perchè ostacolano la visibilità (6), ma perché esistono a bordo strada ed ogni tanto qualcuno ci finisce contro.

Tutta questa grande premessa teorica per dire che le voci che arrivano alle nostre orecchie parlano alcune diverse perizie sui medesimi alberi, con differenti giudizi, che portato il Comune di Treviso a scegliere la perizia meno conservativa (7)...

Le domande che poniamo sono:
  1. Vorremmo capire se questo è vero
  2.  Se fosse vero, vorremmo avere le copie delle perizie e capire i motivi della scelta..
E non ci si dica che si pianteranno altri nuovi alberi... perchè è sufficiente andare a vedere in che stato è il Terraglio per capire che l'alterazione del paesaggio, se non programmata con cura è devastante.

P.S. Ditelo anche al Sindaco di San Polo di Piave che vuole abbattere 56 tigli in viale delle Rimembranze..


p. ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa

NOTE

1che è il mio campo professionale specifico
2 come previsto da una convenzione tra Ente Parco e Comuni dal 2000 al 2010
3vedrete che meraviglia saranno a fine lavori...
4quasi tutti...
5 o spaventati??
6 per cui è corretto provvedere, come non si fa da anni all'incrocio da via Castagnole e Via Sant'Elena Imperatrice dove
7 cioè quella che prevede piu' abbattimenti..

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