Riporto di seguito l'intervento di Daniele Ceschin, esponente PD candidato non eletto alle Regionali del 2015, che riprende il tema dell'apertura dell'autostrada A27 come soluzione poco costosa, che risparmia territorio e che darebbe benefici immediati.
E' un'idea che credo abbia non meno di 25 anni, ma per questo è necessario sentire Berto Zandigiacomi...
Resta il fatto che la nuova amministrazione di Treviso ha approvato 3 chilometri di tangenziale (contro il suo programma di consumo zero del territorio) ed solo ORA si accinge (non si sa con quale convinzione ad intavolare un discorso con il concessionario.
Forse Ceschin ed il PD dovrebbero un po' coordinarsi tra loro per avere qualche risultato credibile e non fare solo PAROLE..
Quello che manca è una VISIONE GENERALE del PROBLEMA VIABILITA'... Ognuno va per conto suo e porta a casa qualcosa, non si sa bene se utile o no...
PROPAGANDA, SOLO PROPAGANDA...
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L’INTERVENTO DI DANIELE CESCHIN sulla
TRIBUNA DI TREVISO - 1 febbraio 2016
“Aprire”
l’A27, soluzione vera; controindicazione: costa poco”
Premessa: è una vecchia proposta
rimasta nel cassetto della politica. "Aprire" l'Autostrada
A27, cioè trasformare una grande opera che già esiste - e che oggi
è ampiamente sottoutilizzata - in un'infrastruttura al servizio del
territorio. Quella pensata come Autostrada Venezia-Monaco, oggi è
infatti "chiusa": la dobbiamo rendere permeabile a ciò che
attraversa. Una tratta in gran parte a tre corsie, ma che spesso è
vuota. "Aprire" un'autostrada (non "liberalizzare"
come si dice impropriamente) significa aumentare gli accessi,
trasformare il sistema di pedaggio, ossia farlo pagare in maniera
forfettaria e fissa solo a chi percorre un tragitto lungo (esazione
tramite barriera) e rendere gratuito il passaggio a chi percorre un
tragitto breve, ad esempio inferiore ai 25 km. Di questa proposta
sono convinto da anni.
Ogni tanto qualcuno ne parla, ma solo
per rispondere a esigenze locali e per bypassare il proprio comune.
Ad esempio tra Treviso Nord e Treviso Sud e Vittorio Veneto Nord e
Vittorio Veneto Sud. Ma perché la proposta sia seria, il disegno
deve essere complessivo e l'apertura coinvolgere tutta la tratta, da
Mogliano a Belluno, mettendo attorno a un tavolo tutti gli attori
politici ed economici: i sindaci (quasi una trentina), la Regione
Veneto, il ministero delle Infrastrutture e ovviamente Autostrade per
l'Italia.
Procedere in ordine sparso è inutile,
ci vuole una proposta solida per avere una maggiore forza negoziale.
Gli studi di una decina di anni fa - in
particolare quelli dell'ing. Carlo Giacomini - dimostravano che
l'apertura era possibile dal punto di vista tecnico e sostenibile
sotto il profilo finanziario.
Il progetto potrebbe prevedere tre o
quattro barriere (comprese le due esistenti) per l'esazione del
pedaggio, garantendo al concessionario almeno gli introiti attuali.
Vanno aggiornati i flussi di traffico, valutati i costi e benefici,
verificato l'impatto della Pedemontana Veneta che tra qualche anno
s'innesterà proprio a metà di questa autostrada.
Certo, l'aumento del traffico in
autostrada comporterebbe un'usura superiore, ma i costi di
manutenzione sarebbero compensati dalla scomparsa di quelli di
gestione dei caselli ora esistenti e dai possibili maggiori introiti
per il gestore.
Le barriere di esazione dovrebbero
essere completamente automatizzate. Oggi, degli 82,5 km della A27,
solo 14 sono "liberi", quelli portano a Mestre e a Pian di
Vedoia. Tra la barriera di Mogliano e quella di Belluno (quasi 70 km)
ci sono solamente 5 accessi. Realizzandone altri a distanza
ravvicinata e con una struttura semplice a quattro rampe dirette,
quindi poco impattanti, il traffico locale - quello di breve
percorrenza - si potrebbe trasferire in gran parte e con facilità
sulla A27 che, solo nei tratti interni, diventerebbe gratuita. Quanti
accessi e dove costruirli? Quanti ne servono - ma non meno di otto -
e dove servono. Accessi senza casello, quindi con un costo contenuto
e con consumo di suolo infinitamente minore di qualsiasi nuova
tangenziale. Sarebbero sufficienti piccoli interventi sulla viabilità
ordinaria. Una rivoluzione per tutta la mobilità locale, in
particolare sulla direttrice nord-sud. La A27 diventerebbe la
tangenziale dell'intera provincia e servirebbe un bacino enorme di
abitanti. Sette dei dieci comuni più popolosi - su tutti Treviso e
Conegliano - gravitano attorno a questa arteria. Immaginiamo per un
attimo quale sollievo avrebbero il Terraglio e la Pontebbana nelle
ore di punta con una parte del traffico, in primis quello pesante,
dirottato sulla A27.
L'impatto sulla vivibilità dei centri
urbani sarebbe immediato. Senza contare i vantaggi per il sistema
produttivo: le associazioni di categoria da tempo chiedono interventi
di questo tipo sulla viabilità. L'apertura della A27 ha una sola
controindicazione: costa poco.
Niente megacaselli, nessun project
financing, ridotto praticamente a zero il consumo di suolo, superflue
molte delle tangenziali in via di progettazione. Nella regione del
Mose, cresciuta a pane, asfalto e mazzette, per coloro che Natalino
Balasso chiama i "magnaschei", potrebbe essere una pessima
notizia.
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