Richiesta
di congelare preventivamente le scelte urbanistiche dell’ex
assessore Vito Giacino.
La
notizia che l’ex assessore Vito Giacino, secondo la tesi
dell’Accusa, avrebbe definito destinazioni d’uso territoriali e
fatto scelte urbanistiche influenzate soprattutto da interessi
economici e personali, spinge l’associazione Italia Nostra a
chiederne preventivamente il loro congelamento ed a bloccarne quindi
l’attuazione, sino a quando le indagini della Magistratura avranno
accertato la colpevolezza o meno dell’ex vicesindaco.
Da
tempo denunciamo l’assoluta incomprensibilità di alcune scelte
urbanistiche contenute nel P.A.T. e nel
P.I. che a nostro parere non
rispondono, nel modo più assoluto, alle esigenze della città.
L’urbanistica
non è certamente una scienza esatta, ma ha delle regole e dei
sistemi ben precisi, che contrastano nettamente con le decisioni
prese dall’ex assessore.
Per
questo non ci spieghiamo con quale logica si fosse pianificata la
città; così come non capiamo chi possano essere gli investitori
privati che, in questo periodo di profonda crisi economica, con
migliaia di edifici vuoti in vendita o in affitto, scelgano di
investire in modo così importante nel settore edilizio e in
particolare nel commerciale e nel terziario. Ci chiediamo inoltre da
quali attività provengano tutti questi capitali privati.
Ricordiamo
che il nostro saldo demografico 2001-2011 risulta negativo, anche se
di sole 688 unità e che tuttavia il P.A.T. ha pianificato un aumento
di volumetria abitativa pari10.900 nuovi alloggi e 750.000 mq di
edifici ad uso commerciale, terziario e produttivo.
Il
P.A.T. prevede, nel decennio, una capacità insediativa residenziale
di 5.000.000 mc; il P.I. quinquennale ne ha potenzialmente consumati
4.293.000. Ai 2.843.900 mc a destinazione residenziale pianificati
nel P.I., vanno aggiunti i 700.000 mc delle aree non edificate del
vecchio P.R.G.
Il
P.I., potenzialmente consuma, in cinque anni, quasi l’intera
volumetria prevista dal programma decennale del P.A.T. per il
settore produttivo (2.460.615 mq su oltre 3.000.000 mq); e il 95%
del commerciale (237.937 mq), a fronte della previsione decennali
del PAT di 249.072 mq.
Nel
nostro comune, secondo i dati censuari, nel 2000 c’erano circa
7.500 ettari di superficie agricola totale. Nel 2011 dovrebbe essersi
ridotta a circa 6.000 ettari.
Verona ha una percentuale di verde
urbano inferiore al 5% e una percentuale di zone protette fra le più
basse in assoluto.
Sulla
base di questi dati oggettivi, chiediamo l’immediato blocco delle
delibere nelle zone di Porto San Pancrazio, di San Michele, di
Montorio, di Quinzano, di Madonna di Dossobuono e di Santa Lucia, che
coinvolgono le imprese di Alessandro Leardini, che ha confessato agli
inquirenti di avere pagato all’assessore Giacino tangenti per
centinaia di migliaia di euro.
Nel
dubbio che la scelta di privare la nostra città di altro terreno
agricolo, per aumentare una inutile cementificazione del territorio,
possa essere il risultato di pratiche poco corrette, chiediamo
inoltre il preventivo congelamento di tutte le scelte urbanistiche
fatte dall’ex assessore Giacino nel P.A.T. e nel P.I.
Giorgio
Massignan (pres.prov. Italia Nostra)
Verona 07.03.2014
.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti di contenuto ritenuto "inadatto" saranno eliminati..