"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

giovedì 6 maggio 2021

SEMAFORO ROSSO? CAVA MORGANELLA PASSA LO STESSO…

 

Se esiste una norma di sicurezza che vieta di attraversare con il rosso semaforico, tutti restano scandalizzati nel vedere che qualcuno è autorizzato a trasgredire sempre, senza motivi di urgenza.

 


L’impunità del trasgressore, secondo l’impunito, si giustifica con il fatto che egli esisteva prima dell’invenzione del semaforo… 

Questa affermazione più che una giustificazione diventa solo una palese dimostrazione di essere “al di là” della legge.

Lo stesso sta succedendo con la Cava Morganella che ha avuto VIA libera il 31-12-2020 per approfondire la cava da 43m di profondità fino a 60m, sempre sotto il livello della falda principale.

Il semaforo rosso, che non funziona per la Morganella, era quello della Legge Regionale 13/2018 dal pomposo titolo “Norme per la disciplina dell’attività di cava”, che in vari punti del testo, evidenzia come lo scavo sotto falda sia rischioso per un bene prezioso come l’acqua.

Non sono un giurista, né voglio qui fare un trattato di diritto amministrativo, ma solo evidenziare alcuni principi che dovrebbero far comprendere anche a Biasuzzi-Mosole&Co. perché da sempre siamo contrati a questa nuova concessione:

  • scavare sottofalda (o approfondire uno scavo già sottofalda) è sempre un rischio perché si mettono in comunicazione falde diverse (cross contamination);

  • il rischio di poter avere una contaminazione diffusa dannosa per la salute (anche per un potenziale fatto doloso di qualcun altro che si libera di materiale pericoloso e solubile in acqua) è così grave per un bene comune come l’acqua che dovrebbe prevalere il divieto rispetto a presunti diritti acquisiti (principio di precauzione)

 3.    la cava Morganella ha già dato…è già stata sfruttata oltre il limite, tanto che ho seri dubbi sul rispetto dei parametri geometrici tra profondità e larghezza…

Perché non ci si può accontentare? Perché bisogna spremere il limone Terra oltre ogni ragionevolezza? La domenica alla S.Messa i nostri cavatori non sentono le parole di Papa Francesco che parla di avidità, sfruttamento ed ingiustizia verso la Terra? La pandemia non li ha fatti riflettere nemmeno un minuto?

Non ci possiamo affidare (né fidare) dei Sindaci che sono impastati in questo potere assoluto che domina il Veneto. Non penso che un ricorso al TAR sia la soluzione ottimale, ma forse sarà necessario farlo.

La cosa migliore sarebbe una bella rinuncia a tale approfondimento per un “ravvedimento operoso” dei cavatori: sono certo che non cambierebbe nulla per la loro già florida situazione economica e patrimoniale e magari potrebbero iniziare quella ricomposizione che Treviso, Paese e Ponzano attendono da quasi 50 anni.

                                                                       Romeo Scarpa

                                                                       vice presidente ITALIA NOSTRA Treviso

                                                                       socio Laudato sì Treviso

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