TREVISO
Metti 180 persone, in una sera d’estate, a parlare di urbanistica
fino a notte fonda.
Mica cosa da tutti i giorni. Accade alla loggia
dei Cavalieri, il più antico monumento civile d’Europa: le antiche
vocazioni non si perdono nemmeno a 9 secoli di distanza.
Protagonisti
cittadini, associazioni, gruppi, comitati che hanno risposto
all’appello di Italia Nostra e del gruppo di lavoro collettivo sul
Pat. È ripartito un anno dopo quel 2012 in cui la Lega ha chiuso di
fatto le porte alle istanze del gruppo. Ora la giunta Manildo, pur
non accogliendo la richiesta di cancellare il Pat, ha riaperto i
termini per le osservazioni, fino a metà settembre (e forse oltre).
«Stop al cemento, rivalutazione del paesaggio, il Sile valorizzato
come risorsa» le prima parole d’ordine di Italia Nostra & Co.
L’altra sera il presidente Romeo Scarpa, con Luigi Calesso
(Un’Altra Treviso) e Alberto Buso di (3viso3), ha spiegato lo stato
dell’arte e i punti chiave del Pat licenziato dala giunta Gobbo.
Ovviamente con tutte le durissime critiche mosse dalle associazioni.
«Manca in primis un’idea della Treviso futura» ha attaccato
Calesso, «e poi crea una cementificazione, inutile a assurda».
L’obiettivo del gruppo è un tavolo davvero aperto a tutti. «Anche
con i paladini dell’urbanizzazione», svela Scarpa, «sul futuro
della città serve il confronto a tutto campo, anche il conflitto».
Da segnalare l’intervento di un esponente di Ztl, che ha ribadito
come i giovani del movimento vogliano «gestire uno spazio
abbandonato per rimetterlo a disposizione dell’intera città».
Molto dettagliate la relazione tecniche di Berto Zandigiacomi (storia
dei Prg), Dante Faraoni (trasporti e mobilità), Renata Giacomini
(tavole. ambiti, zonizzazioni).
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