Egr.
Sig. Direttore
“TRIBUNA TREVISO”
e,p.c. Al Sig. Sindaco di Altivole
e,p.c. Evelino Signori
e,p.c. Ai Soci
Oggetto: Richiesta di rettifica e diritto di replica a
mezzo stampa per articolo su questione Signori-ditta Artuso ad
Altivole del 18-7-2013
Con la presente intendo esprimere a nome della sezione di Treviso
alcune osservazioni in merito all'articolo pubblicato il 18-7 u.s. a
firma di “d.n.” ed avente per oggetto la questione degli
ampliamenti della ditta “Artuso Legnami” ad Altivole (vedi
allegato).
La prima osservazione è relativa alla necessità di correzione di
alcune inesattezze:
- il ricorso respinto in questi giorni è una richiesta di sospensiva inoltrata da Evelino Signori al Capo dello Stato e non al Consiglio di Stato;
- Evelino Signori piu' che “attivista”, è socio della Sezione di Treviso e componente del direttivo della sezione di Treviso
Ma al di là di
questi dettagli, quello che piu' meraviglia è il tono da “velina
di regime” che assume la pseudo intervista all'ineffabile Sindaca
del Comune di Altivole, che manifesta virgineo stupore per il
comportamento del nostro associato, che sembra essere un povero pazzo
che si oppone, sostenuto da una banda di sciammanati (che saremmo
noi), alle “magnifiche sorti progressive” delle ditte come Artuso
Legnami.
Un minimo di
imparzialità ed equidistanza imporrebbe di sentire anche la versione
del Signori e magari anche la nostra opinione su questa che è una
vicenda emblematica dello sperpero di territorio agricolo causato da
amministratori come quelli di Altivole, che sono sostanzialmente dei
“sudditi” dei loro imprenditori di riferimento, non certo per il
bene dei lavoratori e del loro territorio, ma probabilemente per
interessi piu' materiali, che possono essere anche banali (e legali)
scambi di favori per reciproco interesse.
Al di là delle
polemiche spicciole, la sezione di Treviso di ITALIA NOSTRA è
intervenuta in sostegno di Signori perchè riteniamo che quanto fatto
dall'Amministrazione di Altivole mediante lo strumento dello
Sportello Unico delle Attività Produttive sia un esempio chiaro di
come la politica urbanistica dei comuni veneti sia governata solo dai
“schèi” e non dall'interesse per il bene comune.
Il Comune di
Altivole pare vessato dall'opposizione di questo cittadino, che
rivendica (a sue spese!) il diritto di opporsi ad un arrogante potere
locale, che ha trasformato una zona agricola in un'ennesima mini-zona
industriale, solo per convenienza privata.
La giustizia
amministrativa non si è mai espressa nel merito della questione, ma
ha cestinato le osservazioni perchè il Signori “non ha titolo”:
ecco questo sarebbe interessante da spiegare!!
Una persona, che
ha una sua proprietà residenziale storica in zona agricola, puo'
vedersi edificare sul lato opposto della strada una fabbrica da
10.000 mc e non puo' opporsi perchè “non è confinante, ma solo
frontista”!! Questo è il vero scandalo.
Nel merito,
riteniamo che ci siano gravi forzature nella procedura amminsitrativa
con errori e ritardi nella pubblicazione e nella consegna degli atti
formalmente richiesti dalla nostra associazione, ma questo è stato
impossibile da far verificare perchè la questione è stata respinta
dalla giustizia amministrativa prima di discuterne perchè “Evelino
Signori non ha titolo”!!
La ditta ARTUSO
Legnami quindi vince due a zero, ma sostanzialmente non si è mai
giocata alcuna partita! Gli arbitri hanno solo detto che non se ne
puo' discutere...
La lamentazione e
la presunta non-comprensione della Sindaca sui motivi di questo
“accanimento contro Artuso” sono stupefacenti perchè i motivi
sono stati da noi espressi alla stessa per iscritto e li ribadiamo
ancora una volta: tutta la procedura sula ditta Artuso Legnami
(dall'inizio) è una forzatura che trasforma una zona agricola in una
zona industriale per sola convenienza del privato e non sarà certo
un pezzetto di pista ciclabile ad essere la contropartita a beneficio
della parte pubblica.
La Sindaca dovrebbe essere interessata a capire perchè il Signori (e
noi) ci opponiamo a questa logica ed invece si è schierata in modo
assolutamente parziale (ma legittimo) a favore della ditta Artuso,
agevolando in ogni modo il percorso amministrativo con atti, che noi
riteniamo viziati, ma che non possono piu' essere impugnati.
E' evidente che, in un paese dove una ditta come Artuso è il
“benefattore” che sponsorizza la tappa del Giro d'Italia con
opuscolo propagandistico per la Sindaca ed altri politici locali, è
difficile per un solo cittadino cercare di spiegare le sue ragioni ed
opporsi, ma dov'è il resto dei cittadini?
Ecco semplicemente spiegato il perchè Evelino Signori non ha la
forza di opporsi da solo ad un'altra “espanzione produttiva” a
ridosso ancora della sua proprietà con altra ditta che si amplia in
zona impropria, addirittura a ridosso del cimitero!
Come mai la volonterosa Sindaca non incentiva queste ditte a
trasferirsi in zona industriale, lasciando i campi alle
coltivazioni??
Non ci risulta che siano occupati tutti i capannoni e le aree
industriali di Altivole, Caselle etcc... Ecco spieghi questo la
Sindaca, invece di fare finta di stupirsi!
Dobbiamo però ammettere che la vera “sconfitta” per
un'associazione come Italia Nostra è il fatto che la pubblica
opinione è silente e sfiduciata di fronte ad evidenti simili
comportamenti, vissuti come inevitabili e criticati solo sottovoce
con il coraggio di Don Abbondio.
Dove sono i cittadini di Altivole? Sono tutti a favore della Sindaca
e della sua politica?
Sulla storia dello sviluppo della ditta ARTUSO in zona Edificio ad
Altivole siamo pronti a sfidare la Sindaca in un pubblico dibattito,
moderato dal Suo giornale, dove ognuno spiegherà l'iter della
pratica ARTUSO e le proprie ragioni.
Siamo convinti che la Sindaca non accetterà questa proposta, perchè
è piu' facile colpire le opinioni dissonanti con modalità
intimidatorie, cioè citando Evelino Signori per “danno d'immagine”
come ha fatto la ditta Artuso, o gettando fango a mezzo stampa sulla
nostra associazione.
Una spiegazione pubblica seria probilmente è troppo rischiosa per
Lei, perchè rischierebbe di fare la stessa fine del sodale
Quaggiotto di Vedelago, che solo un anno fa era certo di avere un
nuovo casello sulla Pedementana e su quel mega progetto (fallito) di
Barcon ci ha lasciato... le penne.
Treviso, 23 luglio 2013
p.Italia Nostra Treviso
il presidente
Romeo Scarpa
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