"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 12 luglio 2013

STORGA: PERDONA LORO PERCHE' INCONSAPEVOLI??

ECCO SVELATA LA QUESTIONE: 
SI TRATTA DI SEMPLICE INCONSAPEVOLEZZA!!
E' proprio così credo, si tratta di una enorme leggerenza che deriva dall'ignoranza (non l'ignoranza di chi non ha studiato!), ma l'ignoranza nel senso che si ignora quello che abbiamo di prezioso.
Mi immagino il dialogo: "Varà che beo neto che ghemo fato, giera pien de roee e desso se tuto drito..."
Come si puo' condannare un simile comportamento quando i nostri legislatori regionali hanno fatto ben di peggio nel passato per alimentare la tigre del Nord Est. E' così! Siamo noi questi che vedono il bene ambientale al massimo come possibilità di turismo.
Una grandissima colpa è della Provincia di Treviso che si fa bella con un finto parco della Storga che non  esiste, se non di minima per poterlo scrivere su qualche depliant!!
Poi altra enorme colpa è della Regione Veneto che si permette di presentare una Variante al PTRC con valenza ambientale che è una "scatola vuota", dove si evita di pronunciare la parola TUTELA, come se fosse una maledizione, ma ci si riserva in privato (tutto il potere alla Giunta Regionale!!) di decidere cosa fare nelle aree piu' lucrose, che sono quelle in prossimità dei caselli delle nuove strade a scorrimento veloce (leggasi centri commerciali in prossimità dei caselli cioè il massimo del plusvalore da rendita).
Altra enorme colpa è del Comune di Treviso (per ora la precedente amministrazione del sindaco Sceriffo che "che tuto fa neto!" che tale area non l'ha nemmeno considerata, preoccupato a salvaguardare i diritti acquisiti di chi deve ancora costruire 1.6 milioni di mc che non servono!!
 In ultimo c'è anche una colpa nostra, che non abbiamo fatto abbastanza per cambiare questa mentalità.... 

Campo disboscato per i frutteti: una cooperativa finisce nei guai
TREVISO - (P. Cal.) Nel giro di ventiquattro ore la Guardia Forestale trevigiana ha risolto il giallo dello scempio ambientale lungo il confine dello Storga a Santa Maria del Rovere, di fronte alla Chiesa della Mandonnetta: poco meno di mille metri quadrati di terreno letteralmente "piallato" facendo strage di alberi, siepi, cespugli e arbusti. E il tutto in piena zona di rispetto paesaggistico. Gli agenti della Forestale si apprestano a denunciare una persona che non ha osservato la ex Legga Galasso (42/2004) che tutela il paesaggio. Si tratta di un reato penale e non amministrativo che, se l'infrazione dovesse essere accertata, dovrebbe portare quanto meno al ripristino ambientale dell'area. A finire nei guai è il presidente di una cooperativa trevigiana proprietaria del terreno in questione. La sua è stata una vera e propria leggerezza. Avrebbe infatti autorizzato i lavori di preparazione del terreno, che come precisano gli investigatori della Forestale non si trova all'interno del Parco ma all'esterno lungo il confine, senza però chiedere alcun tipo di autorizzazione. E ha commesso un errore che adesso gli procurerà parecchie rogne. Il campo disboscato si trova infatti a meno di 150 metri dalla sponda del fiume e quindi in piena fascia di tutela: impossibile fare alcun tipo di lavoro senza le indispensabili autorizzazioni anche se il terreno in questione è di proprietà. E dire che le intenzione del presidente e della sua associazione, che coltivano dei campi a mais per ricavare mangime da dare agli animali selvatici, era quella di impiantare degli alberi da frutto definiti "storici", essenze un tempo tradizionali nelle nostre campagne e ormai quasi scomparse. Un progetto nobile, ma attuato malissimo. La Forestale ha ormai tutte le carte in mano e, nelle prossime ore, consegnerà il fascicolo alla Procura che aprirà un'inchiesta penale. E tutto per la volontà di ripescare dal passato colture ormai dimenticate.

Adesso i responsabili avranno un processo penale e quindi rogne e seccature, ma credo che la cosa piu' intelligente sarebbe riuscire a far caipre che così non si doveva fare ed ora bisogna RIPRISTINARE e pagare l'errore con un lavoro socialmente utile cioè la manutenzione (corretta) di un tratto di Storga per una decina d'anni.
Ecco mi piacerebbe che il colpevole venisse condannato a seguire un bel corso con visite guidate all'estero (non certo da noi) sul rispetto dei beni ambientali e venisse condannato a 10 anni... di manutenzione!

1 commento:

  1. Riceviamo questa informazione che publbichiamo da un nostro socio: "L'intenzione del presidente e della sua associazione, che coltivano dei campi a mais per ricavare mangime da dare agli animali selvatici, era quella di impiantare degli alberi da frutto definiti "storici", essenze un tempo tradizionali nelle nostre campagne e ormai quasi scomparse. Un progetto nobile, ma attuato malissimo. La Forestale ha ormai tutte le carte in mano e, nelle prossime ore, consegnerà il fascicolo alla Procura che aprira' un'inchiesta penale. E tutto per la volonta' di ripescare dal passato colture ormai dimenticate.

    Mi riferisco alla notizia apparsa nel Vs. blog riguardo al taglio sconsiderato della siepe ripariale di fronte alla Madonnetta.
    Dubito fortemente della possibilità di piantare alberi da frutto, ancorche' storici, a pelo dell'acqua perchè sono destinati a prematura scomparsa, appena le radici crescendo dovranno restare perennemente su terreno umido. Quindi riguardo alle dichiarazioni di quell'Associazione, direi che hanno delle notevoli lacune agronomiche e che scartino subito l'idea. Ben che vada li dovranno costantemente irrorare di anticrittogamici e pesticidi per farli durare un po'. Per questo là crescono molti alberi storici quali ontani, salici, e pioppi (orneri, selgheri, monine e talponi) che non potrei definire da frutto almeno per gli umani, mentre lo sono già da millenni per gli animali selvatici, api in testa

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