"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 5 giugno 2015

PROGETTO RISORGIVE - USCITA DOMENICA 7 GIUGNO ore 9 SAN PELAJO

Il prossimo appuntamento è fissato per domenica prossima 7 giugno per continuare la visita della Botteniga e poi seguire il corso del Pecorile per capire lo stato dell’area umida posta tra S.Pelagio e Fontane (strada vicinale delle Corti).
Appuntamento alle ore 9 presso il Convento delle Visitandine in Via S.Pelagio:IN BICICLETTA.
Come sempre è gradita una mail o una telefonata di conferma (348 7152985)

Alcune considerazioni e notizie aggiuntive sul corso della Botteniga -24 maggio
1-il rivolo d’acqua che arriva da nord nel “Fontanasso” non è una sorgente ma lo scarico, forse un troppopieno” della fognatura di acque meteoriche provenienti da via Don Sturzo e dalla lottizzazione che la costeggia: E’ probabile che oltre alle acque piovane ci sia una aggiunta di scariche di acque bianche (?) domestiche. Sembra che la condotta che serve via Don Sturzo sia stata realizzata un livello più basso rispetto alla conduttura principale che corre in via S.Pelagio; in caso di forti piogge il rivolo diventa un ruscello.
2- il sistema d’acque del Parco di Villa Maria è frutto di un progetto di sistemazione della seconda metà del 1800: infatti nella mappa catastale austriaca (circa 1841) appare soltanto il corso che esce dala Fontanasso.
3- il fosso, posto a circa 200 mt. sotto Villa Maria, è in realtà uno scarico della conduttura di acque bianche, anche se proprio bianche non sono, che corre sotto via S.Pelagio ed è stato fatto recentemente ma non si sa ancora quando
4-l’area umida che esisteva in sponda destra è stata seccata con la eliminazione dello sbarramento che esisteva in corrispondenza dell’ex mulino Sarzetto (H. cica 80 cm) avvenuta verso il 1985; fino al 1901 l’attuale via Mandruzzato si chiamava strada delle paludi: il toponimo indica uno stato preciso della zona. Sarebbe necessaria una perizia di un tecnico in grado di capire se un eventuale rifacimento dello sbarramento possa ricostituire la vegetazione originaria e la conseguente biodiversità.
p.la sezione di Treviso di Italia Nostra
Berto Zandigiacomi

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