Non siamo mai stati molto amati dai vertici nazionali in quanto molto, forse troppo indipendenti, ed in fatti non ricordo negli ultimi 7-8 anni alcuna visita dei membri del Consiglio Nazionale di ITALIA NOSTRA che al massimo sono arrivati a Venezia...
Non commento più di tanto la lettera dell'avv. Parini perchè non ho gli elementi conoscitivi per farlo, ma faccio solo qualche piccola osservazione.
Caro Presidente, caro Oreste,
da alcune settimane è intervenuto un cambiamento alla guida dell’Associazione. Una iniziativa di vertice con alcuni Consiglieri che si riconoscevano in un programma e nella continuità della Presidenza iniziata nel triennio precedente e che ora hanno deciso di formare un’altra compagine per la guida dell’Associazione.
Una conduzione con coloro che si presentarono all’elettorato dei Soci con un programma alternativo a quello da noi formulato e premiato da un grande consenso e da una affermazione che non lasciava dubbi sulle scelte programmatiche della nostra base associativa.
Una operazione che ha ribaltato il risultato elettorale nel convincimento di una assenza di vincolo di mandato (1) da parte degli eletti. Un espediente della politica che ove sostenibile renderebbe vano ogni programma.
Ma al di là di tutto ciò, caro Oreste, mi preoccupa il programma del fare, dell’azione, condiviso e premiato per la seconda volta da Soci e Sezioni che per cinque anni, dedicandovi tempo ed impegno, ho visitato ed ho sostenuto nelle tantissime iniziative che sono scaturite da una operatività mai come ora vivificata e sviluppata (2).
Tutto ciò è avvenuto con l’opera e l’entusiasmo di tutti, diecine e diecine di convenzioni, iniziative per la concessione di beni, palazzi, musei, monumenti, riserve marine, aree di pregio ambientale, abbazie e potrei continuare, tutto, seppur ideologicamente osteggiato da una minoranza che contesta il nostro impegno nei principi di valorizzazione contenuti nel nostro Statuto e nel Codice dei Beni Culturali.
Ora mi chiedo, si vuol dimenticare quanto fatto, le Sezioni non devono più riconoscersi in questi contenuti e valori? Un primo segnale lo colgo nel mancato accoglimento della nostra domanda di concessione del Castello di Canossa.
Speriamo che non nascano problemi per la gestione dell’Eremo di Santo Spirito, esperienza fortemente osteggiata da taluni e che insieme alla sezione di Pescara ha ridato vita ad un monumento di grande valore storico.
Spero, caro Oreste, che il difficile equilibrio tra diverse visioni, nell’attuale inedita maggioranza, non crei pure un ribaltone programmatico con il progressivo abbandono dei suoi valori. (3)
La tua proposta di costituire un comitato scientifico con Tommaso Montanari ed altri ormai incamminati verso la politica attiva mi preoccupa e fa intendere l’avvio di una svolta ad opera di una componente di Consiglio che rischia di condizionarti.
Mi preoccupa la contiguità con dibattito della politica partitica e correntizia diversa da quello che si è sempre affrontato in Consiglio anche quando vi sedevano molti parlamentari perfino vice segretari di partito.
Quando mi comunicasti che Montini era dimissionario ho pensato ai problemi che poteva aver creato la sua nomina per chiamata diretta a dirigente di Roma Capitale dalla Giunta Raggi, avvenuta successivamente alla sua designazione a Segretario Generale ed all’episodio mediatico ed imbarazzante della sua ipotizzata nomina ad assessore all’urbanistica di Roma, in sostituzione dell’arch. Berdini, nella bufera creata dalla vicenda dello Stadio e da tutti noi appreso dalla stampa. Circostanze, caro Oreste, che hanno creato confusione e disorientamento.
Caro Presidente ti invito a non abbandonare il programma per il quale siamo stati eletti.
Il cambiamento del vertice associativo che solo ora ti vede protagonista, è partito da lontano, dalle quotidiane contestazioni via mail su tutto inviate da Luigi De Falco tra i primi dei non eletti, riuscito poi ad entrare in Consiglio ed ora finalmente, giunto al governo dell’Associazione, e dal bilancio 2016. Bilancio del cui andamento contabile del primo semestre riuscii ad avere contezza solo ai primi d’ottobre, ormai tardi per rimediare, registrando il mancato avvio e previsione d’introito per i progetti interni. Bilancio con un passivo in assoluta controtendenza rispetto agli esercizi precedenti ma che comunque attesta la fondamentale importanza dei progetti e l’errore di coloro che vi si oppongono.
Detto questo il bilancio andrà approvato nonostante le conclusioni inspiegabilmente e tardivamente (in una riunione telefonica) assunte dai Revisori ed immotivate rispetto al tenore e contenuti della relazione stessa ed alle erronee considerazioni sul Fondo Monti, divenuto ormai un pensiero quotidiano del Revisore uscente ing. Zenucchini, inspiegabilmente concentrato sulla Sezione di Milano.
Caro Presidente, Milano è importante, potrà non essere amata da taluni, ma è importante. Tra le prime per fondazione, conta mille soci, un decimo dell’intero corpo associativo. (4)
Il tuo primo atto, mi riferisci richiestoti dagli uffici, è stato quello di revocarci la procura ad operare sui contratti da sempre conferita a Milano per la sua complessa operatività. Ti basterà leggere quelle rilasciate da Losavio e Mottola a tue mani. L’hai lasciata a Milano nord con il suo Boscoincittà e l’hai tolta a noi. Inspiegabile questa diversità di trattamento come inspiegabili appaiono le continue e-mail e lettere inviate per raccomandata che ci trasmetti ed anche qui mi dici che le preparano gli uffici sottoponendotele alla firma. Lettere e mail che con ormai costante frequenza arrivano direttamente dagli uffici della Sede e dal citato ing. Zenucchini, che ormai le invia per raccomandata da Brescia. Milano chiede chiarezza, non comprende ne accetta questo clima di vendicativo e rancoroso.
Sii chiaro, spiega! Si desidera deprivare Milano dopo la sua operatività anche delle sue risorse? Si vagheggia un accorpamento a qualche altra Sezione? Si opera nei suoi confronti in modo palesemente discriminatorio! E’ una domanda che il suo Consiglio Direttivo si pone. Il Consiglio che all’unanimità ha deliberato l’affidamento di un contenzioso ad un legale ove, dopo 22 anni, la Sede Centrale, decidesse di avocare a se la gestione del Fondo Monti modificando la sua delibera del 1995 e contravvenendo al parere dell’Esecutore Testamentario.
Ed ecco giungere una proposta di Regolamento per la Trasparenza inserito in cartellina il giorno dell’ultimo Consiglio Direttivo Nazionale e che molti tra cui il sottoscritto non ha potuto leggere, seguendo il dibattito, ma approvato a fine giornata quando in Consiglio erano rimasti solo 13 Consiglieri, giusto il numero legale! Alla faccia della trasparenza! Questo regolamento contiene norme di discutibile legittimità con profili di nullità.
Contiene norme che comunque devono essere inserite, ove legittime, nello Statuto. A puro titolo esemplificativo l’art.17 ove si afferma che chi ha un contenzioso con l’Associazione, ove eletto decade, così non consentendosi alcuna contestazione o legittimo ricorso al Tribunale contro decisioni assunte da Giunta e Consiglio Nazionale.
Una palese violazione di legge ed una svolta autoritaria che non ha precedenti nell’Associazione.
Poi abbiamo una perla, ideata “ad personam”. Come è noto il sottoscritto, con Pietro Petraroia, Massimo Bottini ed altra socia ha costituito una società di consulenza in materia di beni culturali. Dopo 22 anni d’insegnamento universitario ed una ancor più lunga esperienza, abbiamo deciso con Pietro, chiamando anche Massimo di dar vita una società facendo professione dei nostri convincimenti di una vita di militanza. Si chiama Cultura Valore srl. (5)
Temendo la nostra e mia ricandidatura dato il consenso registrato in passato, nel regolamento sulla trasparenza art.17 si è cesellata una norma ad personam che sancisce per noi l’incompatibilità. Ci sarebbe da ridere se non presupponesse, caro Presidente, una deriva autoritaria timorosa del confronto e decisa ad orientare l’Associazione verso contenuti ed indirizzi lontani dal pensiero dei suoi fondatori.
Una previsione d’incompatibilità (peraltro da inserirsi nello Statuto) che non riguarda passati Presidenti impegnati professionalmente e con società come ad esempio, Floriano Villa, sui nostri temi che non coinvolge gli architetti magari urbanisti, che operano sulla pianificazione del territorio da soli o in forma associata, i restauratori, i geologi, i giornalisti associati impegnati sui temi ambientali, i componenti e membri di cooperative, consorzi e società di progettazione. Ne il regolamento prevede l’incompatibilità per coloro che detengano partecipazioni in società che producono pale eoliche, che gestiscono rifiuti, commerciano in carbone o promuovano la caccia o la pesca industriale. Ho citato solo degli esempi. Come non ricordare l’apporto dato da industriali, banchieri, editori, grandi manager, storici dell’arte impegnati professionalmente che tanto hanno dato all’Associazione. Con questa norma i tredici Consiglieri non avrebbero accolto nemmeno Giulia Maria Crespi con le sue società di grande valore ambientale.
E come non preoccuparsi dell’art.1 comma secondo, del regolamento sulla trasparenza, che hai o avete preparato ricomprendendo testi obsoleti e inapplicati, per intervenute norme sulla riservatezza dei dati.
Basterà che una persona si associ, magari direttamente alla Sede centrale, perché possa disporre di tutti i dati amministrativi e contabili dell’Associazione tutta, dai dati sul personale, sugli appalti ai nostri fornitori, alle consulenze professionali, alle determinazioni e strategie contenute in programmi e verbali.
Il socio ha tutti i poteri dei Revisori, organo eletto dai Soci e statutariamente previsto. Non si tratta di segretezza ma di un minimo di riservatezza ed autotutela!
Caro Oreste, comprendo le tue preoccupazioni ma non consentire una svolta autoritaria ed accentratrice. La tua esperienza, lo sai, è a tempo, non potendoti ricandidare per una quarta volta. Non consentire che Italia Nostra cambi pelle, seguendo le sirene di nuovi movimenti politici o incrementando un centralismo romano che tutto decide.(6)
Comprendo le tue preoccupazioni, oggi il bilancio della Sede centrale è gravato da notevoli rischi da me già da tempo denunciati come:
- il contenzioso con la Soprintendente di Venezia che chiede a Italia Nostra 200.000,00 euro di risarcimento danni, per una richiesta di sua rimozione dall’incarico, avanzata dalla Sezione di Venezia in modo maldestro;
- la gestione della causa d’appello Corsini-Oneto per l’acquisto dell’immobile in Roma occupato dalla Sede centrale, disastrosamente condotta in primo grado come spiega l’avvocato Bucci, incaricato di un disperato appello, nella sua nota a commento a tue mani, che ci ha portato a pagare 110.000,00 euro e che ora rischia di farcene pagare altrettanti 110.000,00 euro in appello;
- la vicenda della malversazione e raggiro legato ad un finanziamento pubblico nelle Marche che, con coraggio, il Presidente regionale Maurizio Sebastiani ha portato alla luce ed ora nelle aule giudiziarie;
- la richiesta che comunichi essere pervenuta da parte dell’avv. Mirco Ricci per il pagamento di 127.000,00 euro di sue parcelle per giudizi affidatigli in un lontano passato;
Caro Oreste, rimetti invece in discussione avanti al Consiglio il regolamento per gli adempimenti sulla responsabilità delle persone giuridiche, ex legge 231, al quale l’avv. Bucci su incarico del Consiglio ha lavorato per la trasparenza e sicurezza dell’operato dell’Associazione.
Non fare che sparisca nei cassetti!
Caro Oreste, caro Presidente non farti travolgere dalla quotidianità, dal volere degli uffici, dalle richieste di parte, da regolamenti fasulli ed avrai un aiuto.(8)
Un caro saluto.
Marco Parini
nota ITALIA NOSTRA TREVISO
(1) il vincolo di mandato è una pura invenzione che non porta da nessuna parte... Ogni consigliere è libero di esprimere il suo pensiero e di aderire ad un progetto.. Se il progetto cambia o cambiano le convinzioni, ci deve essere libertà personale. Ovviamente questo si presta a derive personalistiche da parte ci chi ambisce solo il potere per il potere, ma in questo caso non c'è norma che tenga
(2) Noi di Treviso, Parini ed il consiglio dei milanesi non l'abbiamo mai visto... Non sapevo nemmeno che faccia avesse e la foto che ho trovato non gli rende giustizia..
(3) i valori sono quelli indicati nello statuto dai fondatori: da Cederna e dagli altri... Non serve cercarne altri. Come per la Costituzione: bastano ed avanzano. Sufficiente applicarli con rigore e costanza.
(4) Millano ha mille soci e noi ne abbiamo 60-80 a secondo del tempo e della voglia che ci mettiamo per fare le tessere che restano un obiettivo secondario del nostro agire. Chiediamo certamente che non si pesino solo le tessere perchè altrimenti il gioco diventa come quello delle correnti di partito...
(5) Non c'è nulla di male a creare una societò che si chiami Cultura Valore Srl, ma c'è forse un problema di conflitto di interessi che in Italia per i milanesi è una parola non comprensibile (vedi il ben più noto SilvioB). Nulla di male, ma un pò di imbarazzo ci dovrebbe essere..... Presidente nazionale di ITALIA NSOTRA e fondatore di una società che promuove il valore della cultura o la cultura come valore? Meglio scegliere. Non servono norme "ad personam": dovrebbe bastare il buon senso per liberare tutti dagli imbarazzi formali e reali.
(6) per noi padano veneti (pensa cosa mi tocca dire!!) non va bene nè il centralismo romano, nè il centralismo milanese... Mi vanno bene le persone oneste di Roma e Milano e soprattutto anche di altre città, che rappresentino l'associazione in modo moderno e reale.
(7) Per Vicenza come pensiamo di fare??
(8) "Non farti travolgere dagli uffici... ed avrai un aiuto". E se non lo fa? Non una bella chiusa avv. Parini (detto tra noi e con un po' di ironia)
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