La
Sezione di Treviso di Italia Nostra considera positivamente la
formulazione di un atto di indirizzo sui destini futuri del PAT
(frettolosamente adottato dal passato Consiglio Comunale nell'aprile
2013) e ringrazia il Sindaco e, in modo particolare, i componenti del
Gruppo di consultazione, per i quali dovrebbe essere affermato il
principio: “chi meno costa più deve essere ascoltato”, per il
paziente lavoro svolto.
Lavoro
tuttavia condizionato dalla decisione strategica di mantenere
l'impianto di base del PAT adottato dalla passata Amministrazione. Lo
abbiamo fortemente criticato in quanto il PAT adottato consisteva in
una banale traduzione di nuovi termini e simbologie del vecchio PRG.
Per
questo motivo abbiamo sempre sostenuto che era invece opportuno
archiviare quella adozione e dare inizio ad un nuovo progetto che
avrebbe potuto essere pronto negli 8 mesi che sono stati usati per la
redazione di un “atto di indirizzo” che fondamentalmente
individua concetti condivisibili, ma rinvia le scelte ad una ancor
lontana redazione di una Variante al I° Piano degli Interventi,
La
legge regionale 11/2004 prevede infatti che il Piano Regolatore
diventi il I° Piano degli Interventi (per quanto non in contrasto
con le scelte del PAT), ma non è previsto alcun vincolo temporale e
quindi per un periodo indeterminato ed indeterminabile potrebbe non
cambiare proprio nulla, con tanti saluti alle buone intenzioni
contenute nell'Atto di Indirizzo.
Ricordiamo
inoltre che la redazione e l'approvazione del Piano degli Interventi
sono di competenza del Consiglio Comunale, e non sono sottoposti a
parere approvazione degli organi superiori poiché riguardano opere “
in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio
(PAT)” (art.17 comma 2 della L.R. n. 11/2004) Giunta, che applica
i principi e gli indirizzi, senza particolari poteri di
interpretazione, se le scelte sono vere scelte e non vaghi intenti.
E'
chiaro che noi pretendiamo un “progetto
di città”
con scelte chiare, che sono espresse nell'atto di indirizzo ma devono
prendere forma e sostanza proprio e solo nel PAT, da modificare nella
sostanza e non da approvare per poi interpretare con i Piani di
Intervento.
Sul
secondo punto del documento (Obiettivi dell'Atto di indirizzo)
non è possibile essere in disaccordo poiché vengono elencati una
serie di principi fondamentali per una buona amministrazione.
Rimangono
solo aperte alcune domande:
in
quale misura sono state considerate le osservazioni presentate da
Associazioni, Enti, cittadini?
perchè
non appare il termine “partecipazione” e quindi il modo con cui
l'Amministrazione Comunale intende promuoverla ed organizzarla?
Oppure dobbiamo considerare esaurito il tutto con i due incontri
fatti in settembre a corredo della pseudo-partecipazione della fase
di adozione??
perchè
non sono esplicitati i tempi e le modalità con cui si intende
giungere alla approvazione del P.A.T. come proposti chiaramente
indicati nel “Regesto” redatto dal Gruppo di consultazione?
Sul
terzo punto del documento (Contenuti dell'Atto di indirizzo)
dovrebbe innanzitutto essere specificato che il P.A.T. di cui si
parla è solo ed unicamente un P.A.T.
adottato.
Il
punto 3.1 affronta il tema del dimensionamento partendo dall'ipotesi
di una crescita di abitanti nel prossimo decennio di 3.500 unità e
di una valutazione, per le residenze, di 194 mc x abitante teorico.
L'ipotesi
di crescita è puramente teorica ed in contrasto sia con l'attuale
andamento della popolazione (in continuo lento decremento) che con
prospettive di incremento dovute ad immigrazione dall'interno o
dall'estero: è noto a tutti il fenomeno della diminuzione della
occupazione della manodopera di provenienza da paesi extra CEE.
E
comunque,qualora
l'ipotesi di crescita si avverasse, essa potrebbe essere assorbita
dal numero di alloggi liberi e/o sfitti attualmente esistente, che il
PAT adottato ma nemmeno il Documento preliminare, non hanno tenuto
in considerazione né quantificato con precisione.
La
valutazione delle necessità di 194 mc/abitante è puramente relativa
alla situazione attuale e non può essere riferita alla situazione
futura che prevede edificazione di nuovi edifici o rigenerazione (in
questo caso consistente in demolizione/ricostruzione o rifacimento
distributivo).
Il
DM 5 luglio 1975 stabilisce i requisiti minimi e inderogabili di
superficie degli alloggi; trasferendo i mq. in mc. risultano i
seguenti valori:per alloggi per una persona da 75,6 a 102,6
mc; per alloggi per due persone da 51,3 a 56,7 mc; per alloggi per
tre persone da 37,8 a 50,4 mc;
per
alloggi da quattro perone da 37,8 a 44,55 mc; ecc.
Sono
valori minimi, ma molto vicini a quanto è stato costruito negli
ultimi anni a causa dell'elevato costo delle costruzioni. Per una
precisa valutazione sarebbe sufficiente eseguire un controllo sulle
previsioni dei progetti giacenti presso il Settore Edilizia Privata
relativi a S.U.A. approvati e convenzionati: in mezza giornata il
Settore sarebbe in grado di dare convincente risposta al reale
parametro da considerare invece degli esorbitanti 194mc/abitante
(721,85 mq/persona).
La
questione non ha valore secondario perchè assegnare un valore molto
alto alla valutazione della cubatura per abitante teorico significa
non rispettare le dotazioni minime per abitante previste all'art.3
del DM 2 aprile 1968 e inoltre aumentare in modo artificioso e
spropositato le previsioni di cubatura edificabile.
E'
opinabile pure rinviare alla prima variante al P.I. la riduzione
delle previsione inattuate del P.R.G.; sarebbe invece opportuno
normare la possibilità di rinuncia volontaria alla possibilità di
edificazione da parte degli aventi diritto, visto che molti hanno già
compreso che non c'è piu' spazio per ulteriori “condominietti”.
La politica urbanistica, per una volta, avrà il coraggio di
esercitare il suo potere o dobbiamo sempre vedere delle non scelte,
che fingono di accontentare tutti?
Al
punto 3.3 c) si parla di fruibilità del “corridoio ambientale del
Sile ma anche dello (o della ?) Storga” dimenticando l' esistenza
della Limbraga, del Botteniga e delle due Cerche di Monigo e di
S.Bona che sono presenze importanti per altre parti della città. E'
inoltre importante richiamare e rispettare integralmente le
previsioni del P.T.P.C. come richiesto in alcune delle osservazioni
già presentate dai cittadini.
Al
punto 3.4 il richiamo alla scelta, veramente strategica, di prevedere
che il S.M.F.R. diventi lo strumento anche di comunicazione tra molti
dei comuni contermini e la città di Treviso deve essere sostanziato
con un richiamo sia alle previsioni del P.T.P.C. che ai ritardi
pluriennali relativi al S.M.F.R.
Sembra
inoltre inutile prevedere una fermata a S.Giuseppe/S.Angelo perchè
queste zone dovrebbero essere servite dalla Stazione di SS.Quaranta
mentre non si comprende la mancanza di una possibilità di
collegamento con un'area prossima all'Aeroporto Canova! Buffo che
tocchi a noi ricordarlo...
E'
pure necessario che il P.A.T. individui in corrispondenza delle
stazioni previste una congrua dotazione di aree di parcheggio.
Sul
quarto punto del documento (I principali obiettivi della prima
Variante al Piano degli Interventi P.I.) :abbiamo
letto e riletto questa parte dell'Atto di Indirizzo avendo a fianco
l'art.17-Contenuti del Piano degli interventi (PI) della L.R.
n.11/2004 e non trovando alcuna corrispondenza tra il dettato della
Legge e lo scritto.
Ne risulta che riteniamo
che il punto quarto elenchi una serie di incombenze che sono proprie
del P.A.T., anzi che sono costitutive dello stesso e non delegabili
al PI, che, ripetiamo, è per sua natura uno strumento esecutivo di
scelte fatte a livello superiore.
Non a caso il PAT è
sottoposto ad approvazione da parte della Regione (o provvisoriamente
dalla Provincia a ciò delegata, finchè esisterà) mentre il PI è
approvato dal Consiglio Comunale.
Il
trasferimento di queste scelte o incombenze comporta un ulteriore
rinvio alla soluzione di alcuni problemi ed un mantenimento in essere
delle previsioni e delle politiche del PRG vigente, promosso per
legge a primo Piano degli interventi, che tanto ha contribuito ad una
selvaggia ed improvvida edificazione. Siamo convinti che questa non
sia la volontà dell'attuale Amministrazione Comunale e riteniamo che
l'Atto di Indirizzo debba piuttosto contenere e meglio definire le
caratteristiche ed i contenuti di una Variante consistente al P.A.T.
adottato e contemporaneamente procedere alla elaborazione di una
prima
variante al Piano degli interventi,
anche sommaria e migliorabile, ma con tempi assolutamente contenuti
temporalmente.
Con
l'occasione ci permettiamo di elencare alcune necessarie urgenze:
revisione del
dimensionamento
politica strategica per
il Sile e politica per il funzionamento dell'Ente Regionale del
Parco Naturale del Sile
adattamento delle
previsioni del PRG vigente in rapporto al Piano di rischio
dell'Aeroporto Canova
politica per la tutela
del patrimonio storico-artistico con speciale riferimento alle Mura
individuazione delle
intermodalità in rapporto al S.F.M.R.
revisione delle
previsioni del PAT adottato in rapporto ai fiumi affluenti del Sile
ed adeguamento dello stesso alle previsioni del P.T.P.C.
eliminazioni delle
previsioni del PRG vigente di modifica delle zone S.A.U. (Superficie
Agricola Utilizzata) in essere
politica di attuazione
dei programmi complessi e loro gerarchizzazione temporale (quando
mai sarà possibile risolvere il problema dello Scalo Motta?; quando
mai avremo bisogno di nuovi consistenti edifici residenziali??
p.
ITALIA NOSTRA Treviso
il
presidente
Romeo
Scarpa
Umberto
Zandigiacom