"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 16 aprile 2017

PIEVE DI SOLIGO VA NELLA DIREZIONE GIUSTA

Abbiamo già trattato la questione dell'impatto dei vigneti sulle nostre colline e cominciano ad essere molte le testimonianze di coloro che "scappano" dalle colline per tornare al "protettivo" smog cittadino.
La biodiversità in collina è prossima allo zero visto che il vigneto lo vogliono piantare dal mare fino a Revine lago e non certo per amore della terra, ma piuttosto perchè un ettaro di prosecco garantisce SCHEI con poca fatica.



Al Signor Sindaco
del Comune di PIEVE DI SOLIGO

Oggetto: osservazione alla variante n.12 al Piano degli Interventi. Condivisione.

La nostra associazione ha esaminato nel dettaglio la variante n.12 del Piano degli Interventi e ne ha apprezzato la completezza ed alcune questioni fortemente innovative, che ci auguriamo vengano approvate senza troppo modifiche e facciano da esempio per i Comuni circostanti.
La questione più “innovativa” e che, certamente susciterà discussioni, è quella della disciplina che tende a regolamentare l'impianto e la realizzazione di vigneti nel Comune, dato che questa attività è diventata prioritaria, se non esclusiva dell'agricoltura della zona.

La questione riguarda principalmente due questioni non eludibili e prioritarie rispetto a qualsiasi altro valore:
  • l'art.32 della Costituzione Italiana che salvaguarda la salute dei Cittadini come bene assoluto e prioritario
  • la conservazione della biodiversità, che viene minacciata in modo non trascurabile dal boom della produzione del prosecco e soprattutto dagli enormi margini di guadagno che ci sono.
Non vogliamo certamente agricoltori “poveri”, ma ricordiamo che il territorio è una risorsa finita e non rinnovabile, che va preservata con oculatezza, per cui è interesse anche dei Consorzi di Tutela del Prosecco avviare una vera riconversione del loro prodotto verso scenari più ecologicamente compatibili, come ha detto recentemente al Vinitaly il Presidente della Regione, Luca Zaia. E questo non è possibile introducendo piante geneticamente modificate o riducendo solo qualche prodotto fito-sanitario tossico.

Siamo pertanto estremamente favorevoli e sosteniamo la scelta della Sua Amministrazione di garantire della fasce di rispetto per i nuovi impianti di vigneto, in modo che sia garantita una fascia di protezione della salute dei Cittadini, che già oggi, in molti, si lamentano dell'impossibilità di vivere in collina durante i periodi dei trattamenti.

L'introduzione di fasce di rispetto insieme con l'obbligo di formazione di fasce boscate e siepi rientra proprio nel concetto di garantire un minimo di biodiversità, di cui, in primis, erano proprio gli agricoltori a preoccuparsi un tempo, visto che la presenza di piccoli uccelli e insetti, era segnale di vita e vitalità della terra e non di un terreno “disinfettato”.

I consumatori diventeranno sempre più consapevoli e quindi bene fa il Comune di Pieve di Soligo ad avviare questa strada, che è l'unica che porterà ad una ricchezza consolidata per agricoltori e cittadini e non ad uno sfruttamento veloce, cieco e poi al … deserto.

Riteniamo che gli attuali Regolamenti di Polizia Rurale ed i metodi tecnologici per contenere la “deriva” dei prodotti ammendanti non sia sufficiente, perché troppo spesso il controllore è troppo vicino al controllato e quindi c'è una grande difficoltà ad applicare sanzioni.. tra parenti! E' noto che molto spesso si preferisce non vedere, ma il corpo dei cittadini di Pieve ne risente... e non sarà bello pentirsene tra 10-20 anni...

L'obbligo di mantenere delle distanze, di avere fasce boscate e siepe garantirà un evidente miglioramento delle caratteristiche anche paesaggistiche delle nostre colline, che oggi sono caratterizzate da una monotonia uniforme, degna delle coltivazioni dei piani quinquennali sovietici.
Pare strano che la caratteristica individualità e laboriosità del popolo veneto trovi “sollievo” in un paesaggio “uniforme” come quello del “tutto vigna”, salvo che non si dica che le siepi ed il bosco non rendono nulla e costano solo lavoro. Emergerebbe in questo caso una visione miope della viticoltura veneta, dove tutto deve essere sottomesso ai “SCHEI”, ma non crediamo che questo sia l'auspicio del Consorzio di Tutela del Prosecco né delle Associazioni degli Agricoltori.

Richiediamo pertanto che la normativa relativa alla variante n.12 sia mantenuta ed approvata in Consiglio Comunale con i necessari aggiustamenti per i piccoli casi, che potrebbero essere penalizzati, ma mantenendo lo spirito della normativa per cui la salute, il territorio e la loro conservazione vengono prima (molto prima) degli utili.

Una simile normativa garantirà una vera compatibilità della monocoltura “glera” come cerca di fare anche il Consorzio di Tutela del Prosecco, evitando l'esplosione di fenomeni di contestazione e/o costose analisi epidemiologiche, che già alcune parti richiedono.
Un territorio cresce, se crescono tutti e..... soprattutto se ci si ammala meno.

Distinti saluti e buon lavoro.

Treviso, 16 aprile 2017
p.ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa 348 8717810



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