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da alessandro e resto del comitato |
mercoledì 29 agosto 2012
martedì 28 agosto 2012
ACQUITALY SI FARA'! Pfuii... ero preoccupato...
La (poco nota) associazione Tre.A (acronimo di Treviso Anonimi?)
presieduta dal dott. Franco Crivellari precisa che il festival
trevigiano dell'acqua si farà.
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foto dal sito.... |
Bene! E chi mai l'aveva messo in dubbio? Quali perplessità erano mai
sorte?
Un po' di movimento a Treviso non fa poi male, visto che la città è
vivace come un centro per anziani...
Stupisce un po' il tema dell'acqua, che non poi così amata a
Treviso, dove di solito di presenta il vino o al massimo lo spritz,
ma tant'è...
Auguriamo tutto il meritato successo a questa associazione di
volonterosi che per due o tre giorni ci farà capire l'importanza
dell'acqua, che è un “bene comune” e quindi non è di nessuno e
di tutti.
Due parti di idrogeno ed una di ossigeno, acqua per tutti... ma non
in bottiglia o a pagamento.
estratto dal giornale
Acquitaly
pronto al decollo
TREVISO
- «Nessun cambio di programma per Acquitaly, il 1. Festival
dell’Acqua a Treviso. Venerdì 31 agosto alle 20.30 l’inaugurazione
in piazza dei Signori ci sarà». Lo fa sapere l’associazione Tre.A
presieduta da Franco Crivellari che organizza l’evento, dopo che
alcune false notizie ne avevano messo in dubbio la realizzazione.
Programma:
- inaugurazione in piazza dei Signori con spettacolo “Fatti d’acqua” della coppia di comici "Marco & Pippo", promosso da ATS
- sabato 1 e domenica 2 settembre con fitto programma di eventi e attività ("Salotto Librando" in piazza dell’Università, degustazione di pesce (?) offerta alla trattoria "Ai Do Mori" in collaborazione con l’associazione piscicoltori italiani.
«Queste false notizie -
evidenziano gli organizzatori - fanno capire che qualcuno non
gradisce che questa manifestazione venga realizzata e abbia un
seguito in futuro. Il Festival è stato pensato e organizzato con
l’obiettivo di essere il primo passo di un programma triennale di
eventi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema
dell’acqua in tutte le sue sfaccettature, come risorsa naturale
vitale da considerare in ogni gesto della vita quotidiana. Ma anche
attirare l'attenzione dei politici sulla necessità di rilanciare il
centro storico di Treviso che si sta rapidamente svuotando».
Una
domanda impertinente, anzi tre:
- che tipo di pesce ci sarà da degustare?
-
- secondo voi il centro si svuota perchè c'è poca acqua?
- "acquitaly" par farghè el verso al vinitaly?? Non giera mejo "aquapadana"?
CONTRIBUTO PAT n.21 - LOTTIZZA LOTTIZZA....
... e poi non si riescono ad avere i benefici che sarebbero pagati con i soldi degli oneri.
Ecco un bell'esempio a Monigo (by ennio)
Ecco un bell'esempio a Monigo (by ennio)
lunedì 27 agosto 2012
CONTRIBUTO PAT n.19 - MURI STORICI (e tradizioni..)
Berto ed Ennio per Italia Nostra (ma non solo...) ritengono che sia decisivo conservare la memoria di queste parti della città indipendentemente da chi sia ora il proprietario...
Il comune quando ha allargato via Sovernigo, ha demolito i pilatri tondi (che intrigava, ostia..) vecchia vestigia dell'ingresso facendo ocntento el Duro che 'desso ga do bee coèone in cemento!!
domenica 26 agosto 2012
sabato 25 agosto 2012
CONTRIBUTO PAT n.16 - ACCORDI PUBBLICO-PRIVATI
Pat, la giunta dà il disco
verde agli accordi pubblico-privati
|
L’imminente Pat
di Treviso –il piano di assetto del territorio - potrà
includere specifici accordi fra comune e privati, come consentito
dalla legge regionale 11 del 2004 che ha di fatto aperto la strada
dei nuovi maxidocumenti urbanistici. Lo ha stabilito la giunta,
che ha affrontato l’argomento nell’ultima seduta, dopo una
breve relazione dell’assessore all’urbanistica, Sergio Marton.
Gli accordi possono riguardare specifiche aree, ritenute
strategiche dall’amministrazione. Dovranno però seguire criteri
che saranno ora posti all’esame della commissione urbanistica e
che dovranno essere infine ratificati dal consiglio comunale.
Un
ulteriore capitolo per il Pat, che tanto sta facendo discutere
associazioni, categorie, gruppi ambientalisti, e comitati, che in
questi giorni hanno organizzato una serie di incontri per arrivare
e produrre le osservazioni (la prossima è il 30 agosto allo stand
della sagra di Monigo). Invano in tanti - comprese alcune
associazioni di categoria – hanno chiesto la proroga dei termini
per la presentazione, che la giunta ha fissato per il prossimo 5
settembre. Facile prevedere che sarà un settembre caldissimo, sul
fronte urbanistico.
(DA TRIBUNA DI TREVISO - CONTRIBUTO DI SERGIO M. - sindaco di preganziol)
******
Nota a margine (cattiva)
Gli accordi pubblico-privati si sono fatti sempre soprattutto accordi PUBBLICO e AMICI PRIVATI...
Parliamo di tutti gli accordi con il Ciccio di Fondazione Cassamarca e quelli futuri che si faranno sull'area Marazzato dove Beauty & Co. sono in prima linea da sempre.
Questi non sono accordi PUBBLICO-PRIVATI, sono accordi PRIVATI-PRIVATI
Nota per il giornale
Va bene pubblicare la velina che viene proposta... ma un minimo di commento... un accenno nel merito oltre alla speranza che l'autunno sia caldo?
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venerdì 24 agosto 2012
CONTRIBUTO n.15 - CONSUMO SUOLO (EDIFICI ABBANDONATI)
Gli occhi spontaneamente cercano la bellezza e scivolano sulla bruttura.
Treviso è bella, la amo, l'ho tanto fotografata, ma non è così linda come si
vuol far credere. Mentre facevo questo giro fotografico, sono stata
colpita dall'ampiezza degli edifici abbandonati e/o degradati, pubblici e
privati.
Che senso ha continuare a edificare su spazi verdi quando c'è
tanto da recuperare?
E l'amministrazione, come può vantarsi di aver
trasformato Treviso in un gioiello?
(by francesca m)
CONTRIBUTO PAT n.14 - PERCORSI DI PREGIO STORICO AMBIENTALE A SANT'ANNA
Ennio mi manda due percorsi già molto usati da chi fa jogging e passeggiate a Sant'Anna di Monigo, terra agricola ai margini nord ovest della città con una bellissima sagra in luglio
CONTRIBUTO PAT n.13 - SOLIDARIETA', VOLONTARIATO E DESIGN VINTAGE
Una città della Romania? Uno scorcio di Timisoara?? No, no...
è Treviso:,la città del volontariato, della solidarietà e del design vintage
(by enrica)
è Treviso:,la città del volontariato, della solidarietà e del design vintage
(by enrica)
giovedì 23 agosto 2012
CONTRIBUTO PAT n.12 - Berto per il SILE
TREVISO
Citta d’acqua.
L’attributo
dato usualmente alla città è, e rimane, soltanto una constatazione:
è necessario che diventi una affermazione cioè che esprima la
volontà di continuare ad essere una città che ricorda che la sua
collocazione sul territorio è indissolubilmente legata alla
confluenza traSile e Botteniga-Cagnan, che il due fiumi le hanno dato
ragion d’essere e di svilupparsi e che ora, quando ci si accorge
che terra, acqua, aria non solo elementi infiniti, si deve provvedere
alla loro salvaguardia.
Per
quanto riguarda l’acqua i momenti critici sono:
- La progressiva diminuzione delle portate del Sile e dei suoi affluenti
- L’inquinamento
- I depositi provocati dagli sbarramenti realizzati per la produzione di energia elettrica
- La perdita di navigabilità
- La perdita di naturalità
Innanzitutto
è necessario ricordare cosa è il sistema Sile-affluenti: un insieme
di affioramenti del corpo idrico sotterraneo unico in Europa,
e forse nel mondo, per grandezza e qualità, che interessa una parte
importante della pianura veneta; la valenza di questo sistema è
stata riconosciuta, parzialmente, con l’istituzione nel 1991 del
Parco Regionale naturale del fiume Sile.
Perché
“parzialmente”? Perché la Regione ha deciso che la tutela fosse
limitata soltanto al corso del fiume principale dimenticando i suoi
affluenti e la funzione che essi hanno svolto e continuano ad avere
non solo come apporto idrico ma come sistema di organizzazione del
territorio.
Ma
non basta: l’istituzione del Parco non è stata accompagnata da una
precisa volontà di costruire un organismo di gestione capace
effettivamente di esercitare salvaguardia, nemmeno sul Sile.
La
Regione ha di fatto demandato ai Comuni e alle Province ogni
responsabilità di gestione rinunciando anche ai banali, ma dovuti,
controlli amministrativi; Comuni e Province si sono limitati ad
eleggere rappresentanti nel Consiglio dell’Ente Parco subendo
passivamente l’attività (o l’inerzia?) dello stesso e mai
pensando ad utilizzare le volontà espresse nella Legge istitutiva
per risolvere problemi locali.
Non
esiste atto che ricordi discussioni e/o dibattiti di Consigli
Comunali o Provinciali sui temi generali del Piano ambientale e delle
sue varianti,
Tuttavia
il Piano Ambientale contiene indicazioni precise per quanto che
possono riguardare anche la città di Treviso: tra gli elaborati che
costituiscono le Norme di Attuazione sono previsti una serie di
Programmi di Intervento (Art.1-comma e) ALL. E- programmi
1,2,4,5,28,30) che affrontano tematiche fondamentali per l’intero
territorio Comunale.
In
questo quadro si ritiene che il Comune di Treviso debba affrontare il
problema dell’intero sistema delle acque superficiali studiando
forme di tutela che potrebbero in seguito essere adottate dall’Ente
Parco o dagli altri Comuni interessati e che potrebbero preludere al
riconoscimento della necessità di ampliare il perimetro attuale del
Parco istituendo una zona di Pre-Parco finalizzata alla conservazione
e al miglioramento della qualità dell’acqua (elemento specifico
della Legge istitutiva: Art. 2-comma b):”la protezione e la
valorizzazione del bacino idrografico nella
sua
funzione di risorsa idropotabile”)
In
questo ambito è possibile affrontare e risolvere il problema delle
fognature non solo del Centro Storico: tenendo conto della
specificità descritta all’inizio potrà essere redatto un progetto
serio capace di attingere fondi presso la Comunità Europea.
I
recenti dati sui problemi derivanti dagli sbarramenti idroelettrici
pongono con forza un problema di gestione del patrimonio idrico:
ricordando le norme contenute negli Statuti Comunale trecenteschi
(A.Marchesan: “Treviso Medievale” Tomo I° pag.288 e segg) si
ritiene possibile che il Comune stabilisca un divieto assoluto di
riversare a valle quanto si ferma nelle griglie delle centrali
idroelettriche di Ponte S:Martino e della Gobba: E’ probabile che
questo divieto sia già contenuto negli obblighi contenuti nelle
concessioni in atto ma non è stato rispettato come non è stata
rispettata la necessaria pulizia dei fondali.
Accanto
alla pulizia devono pure essere eliminati gli ostacoli artificiali
allo scorrimento delle acque come, ad esempio, il “collo di
bottiglia” del Canale delle Convertite esistente in corrispondenza
della confluenza dello stesso nel Sile accanto al Bastione di
S,Sofia.
Sono
evidenti le carenze presenti al punto 3.2.3.1 del “Rapporto
ambientale preliminare e gli obiettivi posti nel citato “Piano di
Gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali”.
La
tutela dei corpi idrici superficiali minori
Non
si ritiene esagerato affermare che essi ricevono le acque reflue di
almeno il50% della popolazione trevigiana. E’ unque necessario
intervenire, rapidamente e ove possibile, per diminuire questa
quantità anche con piccoli impianti di depurazione e con una
programmata svuotatura dei pozzi neri e Imhoff ora esistenti in
attesa dell’ampliamento/completamento della rete fognaria.
Ma
è pure necessario mantenere in vita, anche con opere urgenti di
manutenzione e soprattutto di aspirazione dei depositi, quelli ancora
esistenti per non incorrere nella loro progressiva scomparsa.
Bisogna
ricordare che la mancanza di considerazione e di tutela ha consentito
recentemente l’interramento di una sorgente in Via Paludetti ed il
posizionamento del complesso ISRAA di Via S:Bona nuova nella parte
inferiore del lotto disponibile, in parte sopra una risorgiva già
interrata.
L’eliminazione
del salto d’acqua del vecchio mulino presso il Convento delle
Visititandine in Via S.Pelajo sta provocando la scomparsa dell’area
umida a monte: il suo rifacimento ne permetterebbe ,a poco prezzo, la
salvaguardia
E’
altrettanto importante estendere la tutela nelle aree immediatamente
a monte delle risorgive al fine di evitare interruzioni della falda
sotterranea (le interruzioni, ad esempio, che hanno provocato a
Lancenigo il prosciugamento della sorgente della Limbraga) si chiede
pertanto che sia proibita con precisa norma e con individuazione
cartografica la realizzazione di vani sotterranei nelle aree in cui
la prima falda sotterranea corra a meno di 3 metri dalla superficie
del terreno. La precisa individuazione di queste aree è desumibile
dalla planimetria in scala 1:12.500 realizzata dallo Zanniol nel 1925
ma anche dall’indagine specifica eseguita in preparazione del
P.R.G. 2001 oppure da quella (georeferenziata) riportata negli
allegati al PTPC vigente.
Infine
è necessario riparare al mancato inserimento del fiume Cerca di
Monigo tra i corsi d’acqua sottoposti a tutela ai sensi della L:
431/1985 come recepita dal DLgs n.42/2004: esso nasce dal fontanile
(denominato Fontanelle) sito invia 55° Reggimento Artiglieria e
sfocia nel Sile immediatamente a Sud della stazione abbandonata di
SS.Quaranta, dopo aver sottopassato la ferrovia.
Il
paesaggio fluviale
A
monte e a valle di Treviso il Sile mantiene pur con caratteristiche
diverse notevoli caratteristiche di naturalità pur avendo subito,
nella prima metà del ‘900, pesanti modifiche al suo alveo in
seguito a vaste operazioni di bonifica nella parte superiore e di
escavo per estrazione di ghiaia nella parte inferiore: la serie
storica IGM le documenta con precisione. (qualora richiesto si è in
grado di fornirne copia):
Questa
“naturalità”si mantiene, a monte, anche nel territorio del
Comune di Treviso fino alla grande ansa posta in corrispondenza del
suo avvicinamento alla cinta muraria con l’unica, pesantissima
eccezione costituita dall0aeroporto (ex militare) A.Canova (questo
tema sarà trattato in altro apposito contributo),ma scompare nel
tratto urbano e, per la riva sinistra, anche a valle della città:
In
epoca moderna o contemporanea il Sile ha subito alcune pesanti
modifiche che devono essere puntualmente descritte:
1)-nell’ultimo
decennio del 1800 il ricalibramento del canale Piavesella ed il suo
sfocio nella Botteniga ha quasi triplicato la portata della stessa
tanto che si è dovuto scaricare l’eccesso ampliando il fossato
attorno alle Mura dal ponte di Pria fino al Bastione di S.Sofia. La
Piavesella deriva acqua direttamente dal Piave e trasporta, in
occasione delle piene, anche morbide, dello stesso, grandi quantità
di limi che si depositano nell’alveo del Sile: il punto migliore
per l’osservazione del fenomeno è il Ponte Dante da cui è facile
vedere il diverso “colore” delle acque che si stanno mescolando.
La
realizzazione di un bacino di decantazione per le acque della
Piavesella potrebbe risolvere il problema: ovviamente la
localizzazione (potrebbe essere una delle numerose cave di ghiaia
esistenti a nord dei confini comunali) non è di competenza del
Comune di Treviso ma si ritiene opportuno che il PAT indichi alle
istituzioni di livello superiore sia il problema che l’indicazione
do soluzione.
2)-nel
corso urbano del fiume esiste un primo sbarramento, di origine
antica, forse millenaria, in corrispondenza del Ponte di S.Martino,
che è anche funzionale rispetto alla derivazione che alimento il
fossato a sud della città: L’attuale funzione di produzione di
energia elettrica non altera il regime delle acque: il fiume ha avuto
modo, nel tempo, di consolidare questa condizione anche dal punto di
vista paesaggistico. Si ritiene comunque utile e/o necessario:
a)-
Una verifica della riva sinistr in corrispondenza del quartiere di
S.Nicolò poichè esistono voci di scarico di macerie nell’alveo
avvenute nel secondo dopoguerra
b)-
il divieto di scarico a valle del materiale che si deposita sulla
griglie della centrale idroelettrica.
3)-
un secondo sbarramento destinato alla produzione di energia elettrica
è stato costruito attorno al 1950 immediatamente a monte del ponte
ferroviario denominato “della Gobba”: il livello dell’acqua è
stato aumentato ( ora è eguale al livello del fiume in
corrispondenza della confluenza del Cagnan dell’Ospedale) ed
ovviamente è diminuita la velocità dell’acqua. Ne è conseguito
un enorme deposito di limo recentemente denunciato in due articoli
pubblicati recentemente apparsi su “La Tribuna di Treviso” (10 e
15 agosto). Il fenomeno era peraltro noto da notizie date dai “sub”
trevigiani ed era evidente data la mancanza di turbolenza dell’acqua
in corrispondenza delle due briglie sottoacquee esistenti: la prima
posta davanti all’ex Ospedale di S.Maria dei Battuti e la seconda
immediatamente a valle di Ponte Garibaldi.
Questo
sbarramento ha stravolto il rapporto fisico e visivo tra città e
fiume tramutando un corso d’acqua veloce in uno specchio d’acqua
simile ad un lago. Il conseguente deposito di limo (o fango?)
comporta presenta di inquinamenti (anche per la nota inesistenza di
fognature).
Si
rende necessario uno studio approfondito teso a verificare gli
effetti della permanenza di questo sbarramento (purtroppo anche per
quanto riguarda la staticità degli edifici attigui) ed il contributo
che esso comporta all’inquinamento del corso d’acqua posto che la
sua eliminazione sarebbe sicuramente opportuna dal punto divista
paesaggistico in quanto capace di ripristinare l’originario
rapporto tra acqua e città.
Forse
sarebbe sufficiente una semplice analisi costi-benefici: i costi
rappresentati dalla eliminazione periodica, quinquennale, dei
depositi limosi, gli utili dalla produzione di energia elettrica:
ovviamente i costi non devono essere pubblici ma attribuiti a chi
gode dei benefici.
Riportare
il fiume allo stato originario significa stabilire una invariante
perpetua e riconoscere la validità paesaggistica esistente prima
della seconda guerra mondiale; ciò comporta esiti riguardanti opere
recentemente costruite: la passerella altoatesina (con tutto il
rispetto) di fronte all’attuale Università, il traffico
automobilistico, l’arredo, il verde, ecc.
4)-analoghe
considerazioni possono essere fatte anche per il terzo sbarramento
realizzato al confine con il Comune di Silea sia come esito
paesaggistico che per il problema dei limi e al conseguente regime
delle acque.
Il
sistema delle acque è un elemento fondamentale del paesaggio urbano
di Treviso: essendo venuta a mancare la componente della navigabilità
(che in parte potrebbe riprendere con l’eliminazione degli
sbarramenti contemporanei) deve essere ampliata la fruizione con una
ampliata percorribilità ciclopedonale o anche soltanto pedonale.
Indicazioni
interessanti e ancora valide sono presenti nella Relazione
Illustrativa del Progetto Preliminare per il Piano Particolareggiato
del Centro Storico .
CONTRIBUTO PAT n.11 - 3VISO3
L'ALTRA SERA L'ASSOCIAZIONE HA CONSEGNATO UN BUSTONE CON OLTRE UN ANNO DI LAVORO...
PER VEDERE IL CONTRIBUTO DELL'ASSOCIAZIONE 3VISO3 VI RIMANDO AL LORO SITO-QUADERNI TECNICI PERCHE' IL MATERIALE E' MOLTISSIMO ...
PER VEDERE IL CONTRIBUTO DELL'ASSOCIAZIONE 3VISO3 VI RIMANDO AL LORO SITO-QUADERNI TECNICI PERCHE' IL MATERIALE E' MOLTISSIMO ...
CONTRIBUTO PAT n.10 - da Stefano PIANO DI RISCHIO AEROPORTO
AL SIGNOR SINDACO del Comune di TREVISO
PIANO di ASSETTO del TERRITORIO (P.A.T. – L.R. 23 aprile 2004, n° 11)
Il sottoscritto Stefano Dall’Agata eidenzia quanto segue:
Ai sensi dell’art. 707 del Codice della Navigazione – parte Aeronautica i
Comuni sono tenuti all’inserimento del Piano di Rischio Aeroportuale nei loro strumenti urbanistici.
La Legge Regionale 11 del 2004 fissa tra le finalità:
Art. 2 – Contenuti e finalità
1. La presente legge stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione,per il raggiungimento delle seguenti finalità:
a) promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità della vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali;
Il Comune di Treviso è interessato, assieme al Comune di Quinto di Treviso, dalla presenza della struttura aeroportuale A. Canova di proprietà di SAVE/AERTRE.
Mentre il Comune di Quinto di Treviso ha provveduto a dotarsi, con Protocollo
n. 17 del 2/1/2012 di apposito Piano di Rischio Aeroportuale, il Comune
di Treviso ne è ancora privo.
Nell’elaborazione del PAT dovrà venire colmata questa lacuna e chiede pertanto che in sede di predisposizione del Piano di Assetto del Territorio venga tenuto in considerazione quanto evidenziato.
Stefano Dall’Agata
CONTRIBUTI PAT n.9 - (Luigi SEL) INTERPELLANZA A CONSIGLIO PROVINCIALE
Seguendo le puntuali valutazioni del Circolo di Treviso, è stata presentata dal Gruppo Provinciale di SEL un’interpellanza al Consiglio Provinciale relativa al nuovo PAT del Comune di Treviso.
Interpellanza ( art. 55 Regolamento Consiglio Provinciale)
PREMESSO CHE :
Il Comune di Treviso ha iniziato l’iter procedurale volto all’adozione del PAT, e la Giunta Comunale, al fine di pervenire alla adozione di detto strumento di pianificazione generale – P.A.T., con propria deliberazione n° 190 del 13.06.2012, ha adottato il relativo Documento Preliminare e Rapporto Ambientale Preliminare.
Ai sensi dell’art. 707 del Codice della Navigazione – parte Aeronautica i Comuni sono tenuti all’inserimento del Piano di Rischio Aeroportuale nell’adeguamento dei propri strumenti urbanistici.
La Legge Regionale 11 del 2004 fissa tra le finalità:
Art. 2 – Contenuti e finalità
1. La presente legge stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione,per il raggiungimento delle seguenti finalità:
a) promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità della vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali;
L’Articolo 10 del PTCP “Direttive per l’analisi del fabbisogno residenziale” recita al comma 3: “Qualora, sulla base di dettagliata analisi delle esigenze abitative in relazione allo sviluppo demografico presumibile di cui al comma precedente, le dotazioni residenziali già esistenti, inutilizzate, o previste e confermabili dai PRG previgenti:
a. risultino necessarie e sufficienti a soddisfare le esigenze di sviluppo il PAT provvede a confermarne la consistenza;
b. risultino in eccesso rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede a:
b1) restituire le aree a destinazione agricola, se non ancora urbanizzate;
b2) confermare la destinazione residenziale con specifica previsione di possibilità di attribuzione
di capacità edificatoria riservata all’utilizzo di crediti edilizi;
b3) destinare le aree a servizi in relazione a motivate esigenze di completamento o potenziamento
degli stessi;
CONSIDERATO CHE:
Che sulle iniziative di avvio della consultazione si sono verificate riserve da parte di cittadini ed associazioni rispetto alla loro pubblicizzazione e al coinvolgimento degli portatori di interesse.
Che vi è un opinione da molti condivisa sul fatto che vi sia rispetto formale, ma non sostanziale della legge regionale urbanistica n.11/2004.
Il Comune di Treviso è interessato, assieme al Comune di Quinto di Treviso, dalla presenza della struttura aeroportuale A. Canova di proprietà di SAVE/AERTRE. Mentre il Comune di Quinto di Treviso ha provveduto a dotarsi, con Protocollo
n. 17 del 2/1/2012 di apposito Piano di Rischio Aeroportuale, il Comune di Treviso ne è ancora privo.
Nel Documento Preliminare al PAT di Treviso non è presente alcun riferimento al Piano di Rischio Aeroportuale da adottare.
Il Documento Preliminare riportando il PRG adottato nel 2001 ed approvato nel 2004,commisura in 145.105 il numero degli abitanti previsti per la Città di Treviso, dato assolutamente fuori da qualsiasi riferimento alla realtà dei fatti, dato che la popolazione del Comune di Trevi oscilla intorno agli 82.000 abitanti.
Nella Città di Treviso, come rilevato anche in Consiglio Comunale, sono centinaia gli immobili sfitti prendendo in considerazione quelli di proprietà pubblica ATER/ Comune, ai quali vanno sommati gli alloggi sfitti di proprietà privata
Se questa Amministrazione intenda adoperarsi con la massima attenzione affinché nell’iter della formazione del PAT vengano adottate tutte le misure a salvaguardia del territorio, della salute dei cittadini ed affinché le stime urbanistiche siano correlate ai dati reali, unica garanzia per il perseguimento dell’interesse comune e non degli interessi particolari.
Al Presidente della Provincia di Treviso
Interpellanza ( art. 55 Regolamento Consiglio Provinciale)
PREMESSO CHE :
Il Comune di Treviso ha iniziato l’iter procedurale volto all’adozione del PAT, e la Giunta Comunale, al fine di pervenire alla adozione di detto strumento di pianificazione generale – P.A.T., con propria deliberazione n° 190 del 13.06.2012, ha adottato il relativo Documento Preliminare e Rapporto Ambientale Preliminare.
Ai sensi dell’art. 707 del Codice della Navigazione – parte Aeronautica i Comuni sono tenuti all’inserimento del Piano di Rischio Aeroportuale nell’adeguamento dei propri strumenti urbanistici.
La Legge Regionale 11 del 2004 fissa tra le finalità:
Art. 2 – Contenuti e finalità
1. La presente legge stabilisce criteri, indirizzi, metodi e contenuti degli strumenti di pianificazione,per il raggiungimento delle seguenti finalità:
a) promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, finalizzato a soddisfare le necessità di crescita e di benessere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità della vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali;
L’Articolo 10 del PTCP “Direttive per l’analisi del fabbisogno residenziale” recita al comma 3: “Qualora, sulla base di dettagliata analisi delle esigenze abitative in relazione allo sviluppo demografico presumibile di cui al comma precedente, le dotazioni residenziali già esistenti, inutilizzate, o previste e confermabili dai PRG previgenti:
a. risultino necessarie e sufficienti a soddisfare le esigenze di sviluppo il PAT provvede a confermarne la consistenza;
b. risultino in eccesso rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede a:
b1) restituire le aree a destinazione agricola, se non ancora urbanizzate;
b2) confermare la destinazione residenziale con specifica previsione di possibilità di attribuzione
di capacità edificatoria riservata all’utilizzo di crediti edilizi;
b3) destinare le aree a servizi in relazione a motivate esigenze di completamento o potenziamento
degli stessi;
CONSIDERATO CHE:
Che sulle iniziative di avvio della consultazione si sono verificate riserve da parte di cittadini ed associazioni rispetto alla loro pubblicizzazione e al coinvolgimento degli portatori di interesse.
Che vi è un opinione da molti condivisa sul fatto che vi sia rispetto formale, ma non sostanziale della legge regionale urbanistica n.11/2004.
Il Comune di Treviso è interessato, assieme al Comune di Quinto di Treviso, dalla presenza della struttura aeroportuale A. Canova di proprietà di SAVE/AERTRE. Mentre il Comune di Quinto di Treviso ha provveduto a dotarsi, con Protocollo
n. 17 del 2/1/2012 di apposito Piano di Rischio Aeroportuale, il Comune di Treviso ne è ancora privo.
Nel Documento Preliminare al PAT di Treviso non è presente alcun riferimento al Piano di Rischio Aeroportuale da adottare.
Il Documento Preliminare riportando il PRG adottato nel 2001 ed approvato nel 2004,commisura in 145.105 il numero degli abitanti previsti per la Città di Treviso, dato assolutamente fuori da qualsiasi riferimento alla realtà dei fatti, dato che la popolazione del Comune di Trevi oscilla intorno agli 82.000 abitanti.
Nella Città di Treviso, come rilevato anche in Consiglio Comunale, sono centinaia gli immobili sfitti prendendo in considerazione quelli di proprietà pubblica ATER/ Comune, ai quali vanno sommati gli alloggi sfitti di proprietà privata
CHIEDE:
Se questa Amministrazione intenda adoperarsi con la massima attenzione affinché nell’iter della formazione del PAT vengano adottate tutte le misure a salvaguardia del territorio, della salute dei cittadini ed affinché le stime urbanistiche siano correlate ai dati reali, unica garanzia per il perseguimento dell’interesse comune e non degli interessi particolari.
il consigliere SEL Luigi Amendola
CONTRIBUTO n.8 - da Lucia TRASPORTO URBANO
DA LUCIA - TRASPORTI PUBBLICI
Negli ultimi anni il trasporto pubblico anziché essere incentivato è diminuito. Questo mentre, in contemporanea, per settimane la città vietava il traffico ai veicoli inquinanti.
Personalmente almeno il centro lo pedonalizzerei, ovviamente (e sposterei le corse dalla Loggia dei Cavalieri!), però rimane il problema di come far spostare le persone e non è che tutto si risolva con le biciclette.
Mi sembra interessante l'esperienza di Verbania, dove i parcheggi in centro (e per centro intendono qualcosa di più ampio della cerchia delle mura!) sono costosissimi ma il trasporto urbano è praticamente gratuito. Per essere precisi, è stato del tutto gratuito per un paio d'anni, ora è stato sostituito da un abbonamento forfettario a corse illimitate del costo di 10-15 € mensili pro capite. Il resto viene integrato dall'Amministrazione, che recupera le risorse relative con
un aumento di circa 10 € l'anno dell'IRPEF comunale; segue un accordo con la locale azienda di trasporti per un abbonamento di tipo collettivo che prevede anche l'aumento delle corse, ad intervalli di 15 minuti su tutto il territorio.
http://blogalessandria.blogspot.it/2008/02/mezzi-pubblici-gratis-verbania-si-fa.html
http://www.ininsubria.it/sul-+bus-di-verbania-1-100-viaggiatori-al-mese~A6809
Se necessario posso provare a contattare il comune di Verbania per saperne di più
Negli ultimi anni il trasporto pubblico anziché essere incentivato è diminuito. Questo mentre, in contemporanea, per settimane la città vietava il traffico ai veicoli inquinanti.
Personalmente almeno il centro lo pedonalizzerei, ovviamente (e sposterei le corse dalla Loggia dei Cavalieri!), però rimane il problema di come far spostare le persone e non è che tutto si risolva con le biciclette.
Mi sembra interessante l'esperienza di Verbania, dove i parcheggi in centro (e per centro intendono qualcosa di più ampio della cerchia delle mura!) sono costosissimi ma il trasporto urbano è praticamente gratuito. Per essere precisi, è stato del tutto gratuito per un paio d'anni, ora è stato sostituito da un abbonamento forfettario a corse illimitate del costo di 10-15 € mensili pro capite. Il resto viene integrato dall'Amministrazione, che recupera le risorse relative con
un aumento di circa 10 € l'anno dell'IRPEF comunale; segue un accordo con la locale azienda di trasporti per un abbonamento di tipo collettivo che prevede anche l'aumento delle corse, ad intervalli di 15 minuti su tutto il territorio.
http://blogalessandria.blogspot.it/2008/02/mezzi-pubblici-gratis-verbania-si-fa.html
http://www.ininsubria.it/sul-+bus-di-verbania-1-100-viaggiatori-al-mese~A6809
Se necessario posso provare a contattare il comune di Verbania per saperne di più
CONTRIBUTI PAT n.7 - da Enrica CONSUMO SUOLO
DA ENRICA - CONSUMO SUOLO
Segnalo una questione molto sentita da parte mia: il mito dei terreni fabbricabili e delle destinazioni d'uso con capacità edificatoria che diventano un diritto acquisito.
La cosa nasce da questo fatto:
Ho notato che la sera della riunione svoltasi nel giardino di palazzo Bombèn qualcuno (il sig. Amedeo Torzo) ha affermato che il comune non può cambiare le destinazioni d'uso dei precedenti PRG a pena di ricorsi e quant'altro, come se il diritto di costruire fosse acquisito nel momento in cui un terreno diventa fabbricabile da previsione di piano.
Bene! Niente di più falso e magari ditemi chi sparge questa voce!!!
Prima nota: il PRG dà delle facoltà ai cittadini e ai privati a *tempo determinato*.
Dà per 10 anni (parte generale) e 5 anni (parte di piani attuativi, piani di lottizzazione, PI) una capacità o facoltà che il privato può far sua e costruire oppure non dare avvio ad attività di costruzione su specifici terreni
Seconda nota: i terreni fabbricabili in virtù di questo fatto diventano sì "di maggior valore" e il privato paga IMU più alta ma, questo maggior valore non è assoluto (o "eterno"), in virtù di quanto detto prima. La scelta di cambiarne la destinazione d'uso (esempio fare diventare una ZTO da residenziale ad agricola) comporterebbe niente meno che un minor introito di IMU (nelle casse del comune). In pratica è una questione prettamente politica: scegliere di ridurre le aree fabbricabili comporta meno gettito per le casse del comune. Il fatto di pagare l'IMU per il terreno non rende la facoltà edificatoria un diritto perenne. E non si può addurre il fatto di aver pagato le tasse più alte come giustificazione per mantenere la posizione di "vantaggio economico" data dal PRG.
Terza nota: il comune con il PRG (PAT PI), così come ha la facoltà di definire le destinazioni d'uso dei terreni in positivo, ha la facoltà di modificarle: può dare e può togliere (è una questione logica).
Quarta nota: solo in presenza di permesso di costruire non scaduto, di opere di urbanizzazione già realizzate e di accordi specifici (contratti di natura privatistica) in relazione a PUA (piani urbanistici attuativi) non è possibile per il comune cambiare idea, a pena sì, in questi casi, di recedere unilateralmente a contratti, di ledere, quindi, situazioni
determinate da veri e propri contratti e di incorrere in ricorsi onerosi.
Questa mia nota è rivolta a sensibilizzare sulla questione sovradimensionamento del PRG che, nel caso di Treviso, è un fatto grave (citato nientepopodimenoche da Salvatore Settis al Festival Filosofia 2011 di Modena). Ritengo però che questa situazione possa essere modificata con il nuovo PAT ed è nella facoltà del comune di cambiare le previsioni
precedenti (anche se non lo farà mai, ovvio).
Auspichiamo tutti il cemento zero ma perchè questo accada nel nuovo PRG (PAT-PI) bisognerà fare delle sottrazioni: cambiare previsioni e dimensionamenti
A tal proposito aggiugno al piede della mail uno stralcio delle norme tecniche di attuazione del PTCP - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale art 10 - Direttive per l'analisi del fabbisogno residenziale.e qui il link ad un articolo che affronta questo tema e toglie ogni dubbio.
Consiglio di leggerlo con molta attenzione fino all'ultima parola:l'intelligenza esiste ancora!
http://eddyburg.it/article/articleview/18551/0/183/
PTCP Treviso Norme tecniche di attuazione
[...]
Sezione II - Residenza
*Articolo 10 – Direttive per l’analisi del fabbisogno residenziale*
1. In relazione ai fondamentali obiettivi di sostenibilità territoriale, a supporto delle previsioni urbanistiche di natura residenziale, assunte a riferimento della elaborazione del PAT dovrà essere preliminarmente
condotta una verifica comportante:
a) la valutazione, con proiezione almeno quinquennale, delle tendenze demografiche e migratorie della popolazione locale;
b) un censimento dell’estensione dei suoli destinati alla residenza dai piani regolatori generali pre-vigenti ma ancora inedificati, selezionando quelli che risultano ammissibili secondo i criteri di elaborazione delle nuove
previsioni urbanistiche.
2. Sulla base dei dati dedotti dai censimenti e delle valutazioni di cui al comma precedente dovrà essere definito il fabbisogno locale aggiuntivo, a proiezione almeno quinquennale, di abitazioni, in modo da verificare in particolare se le dotazioni residenziali già esistenti inutilizzate, o previste e confermabili dai PRG previgenti, siano sufficienti a soddisfarlo.
3. *Qualora*, sulla base di dettagliata analisi delle esigenze abitative in relazione allo sviluppo demografico presumibile di cui al comma precedente, *le dotazioni residenziali già esistenti, inutilizzate, o previste e
confermabili dai PRG previgenti*:
a.risultino necessarie e sufficienti a soddisfare le esigenze di sviluppo il PAT provvede a confermarne la consistenza;
b. *risultino in eccesso rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede
a*: b1) *restituire le aree a destinazione agricola, se non ancora urbanizzate,
*b2) *confermare la destinazione residenziale con specifica previsione di possibilità di attribuzione di capacità edificatoria riservata all’utilizzo di crediti edilizi
*b3) *destinare le aree a servizi in relazione a motivate esigenze di completamento o potenziamento degli stessi*;
c.risultino insufficienti rispetto alle esigenze di sviluppo il PAT provvede a definire linee preferenziali di sviluppo insediativo localizzate, salvo specifiche e motivate eccezioni:
c1) in zone destinate dagli strumenti urbanistici pre-vigenti ad attività economiche del settore secondario da dismettere, idonee all’uso residenziale;
c2) in fondi interclusi compresi in abitati consolidati
c3) in nuclei residenziali in territorio extraurbano
mercoledì 22 agosto 2012
BASTA CASE?? I bò zè zà scàmpai...
Dopo il governatore Zaia, il consigliere regionale Bottacin, ecco anche l'ANCE che plaude...
Accidenti a Lucifero, Nerone e Caligola... devo essermi perso qualcosa col caldo...
Ma non sono gli stessi che dicevano poche settimane fa che il PIANO CASA non basta??
Che l'economia non tira... Che bisogna dare mano libera....
Povero "principio di non contraddizione"...
Anche l’associazione
dei costruttori si dichiara d’accordo con lo stop al cemento: «Il
presidente dice ciò che noi andiamo dicendo da tempo – aggiunge
Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto –. Siamo d’accordo con
una moratoria che porti alla riconversione delle aree degradate e
alla sostituzione delle cubature. Zaia non ha tutti i torti quando
dice che i Comuni hanno usato i piani regolatori, purtroppo, anche
per fare cassa. Ma adesso questa logica è finita e bisogna davvero
ripensare al territorio in maniera completamente diversa, anche per
ragioni meramente economiche. Ci sono certi insediamenti residenziali
ed industriali che non hanno davvero più mercato».
Accidenti a Lucifero, Nerone e Caligola... devo essermi perso qualcosa col caldo...
Ma non sono gli stessi che dicevano poche settimane fa che il PIANO CASA non basta??
Che l'economia non tira... Che bisogna dare mano libera....
Povero "principio di non contraddizione"...
ESEMPIO “ILVA”: CHI INQUINA, PAGA ovvero SE I “TECNICI” AVESSERO LE PALLE...
La vicenda ILVA potrebbe diventare
simbolica del cambio di rotta in Italia, se fossimo in grado di dare
un'efficace soluzione alla complessa situazione. Provo a sintetizzare la questione
(forse banalizzando alcuni aspetti giuridici) per immaginare una
soluzione.
ILVA=ITALSIDER cioè lo Stato faceva a
Taranto quello che Riva scientificamente ha continuato a fare dal
1985: produrre acciaio senza preoccuparsi minimamente di quello che
succedeva alla città, all'ambiente, ma soprattutto ai tarantini.
Lo Stato lo faceva piu' o meno
inconsapevolmente e con il mito industrialista degli anni '70, Riva
ha proseguito per fare “danè” (“schèi, se dize in veneto”)
e lo ho fatto in modo consapevole e scientifico, ungendo a destra e
sinistra piu' centro per poter produrre senza intralci, complici
sindacati e partiti, schiavi del ricatto sui posti di lavoro.
E' accertato che Riva e i suoi sono
delinquenti ed hanno prodotto un grave, gravissimo danno personale ed
ambientale (vedere motivazione del Tribunale del Riesame), ma piu' che la galera, quello che interessa è il loro
patrimonio che deve essere subito sequestrato perchè servirà a
ripagare i danni alle persone ed all'ambiente.
Tecnicamente la fabbrica non è piu' di
Riva e quindi uno Stato vero dovrebbe prendere persone capaci e
metterle a Taranto a iniziare l'opera di bonifica piu' grande del
mondo con posti di lavoro non solo per Taranto, ma per tutta la
Puglia!
Chi paga? Intanto inizia a pagare il
sig. Riva con il suo patrimonio e poi, necessariamente, pagherà lo
Stato, che ritornerà “padrone” di un'industria primaria
bonificata.
Credo che al Governo ci sia qualcuno in
grado di “parlare alle banche” per avere soldi oppure alle banche
bisogna solo dare?
Io sono pronto ad acquistare un'azione dell'ILVA
PULITA e penso molti altri italiani lo siano.
Sarebbe anche il modo di far vedere
all''Europa, ed agli amici tedeschi in particolare, che se vogliamo
facciamo piu' e meglio di loro. Altro che Ruhr! E non mi si parli dei vincoli europei...
Il “problema” è che NON vogliamo,
non abbiamo le palle di fare il minimo che serve per garantire
occupazione ed ambiente.
Ma di quale conflitto "ambiente-lavoro" parliamo?
Qui c'è
solo una banda che per 30 anni ha prodotto veleno ed acciaio e lo
sapevano tutti, per primo, quell'alto dirigente che risponde al nome
di Clini e che dovrebbe lui dimettersi di corsa dopo aver detto che
bastano 30 giorni a rivedere l'autorizzazione data ad ILVA l'anno scorso. Perchè non l'ha detto un anno fa alla finta ministra Prestigiacomo?
Pensate, un'autorizzazione AIA con 642
prescrizioni: cosa significa?
E' un diniego mascherato o meglio è un consenso implicito a produrre senza problemi per altri 20 anni. Clini, a casa....
Le soluzioni quindi ci sono, i soldi
(di Riva e delle banche) anche, non mi pare troppo difficile da
organizzare, né da fare. Ci vuole un po' di coraggio...
Ah.... quello credo non ci sia nella
nostra classe dirigente politica e di tecnici! Peccato...
Post Scriptum
Provate a immaginare, per esempio, da
cittadini “normali” a versare un po' di veleno (mercurio) in una
piscicultura e poi andate dal proprietario dei pesci e gli dite candidamente: “Scusa, ma
non sapevo che farne... dovevo garantire la produzione a livelli di
concorrenza.... non potevo....”.
Vedrete quello che vi succede nel mondo
reale....
Nel mondo di Clini & Co. succede
diversamente...., però i pesci (morti) sono i tarantini e la vasca è
Taranto....
VAI TODISCO, VAI... Non resta che la magistratura per far capire che la legge DOVREBBE essere uguale per tutti.
martedì 21 agosto 2012
SINTESI INCONTRO 20-8-2012 A FIERA
SINTESI DELLE DECISIONI ED ACCORDI PRESIi
- PRESENTAZIONE CONTRIBUTI PRIVATI E DI ASSOCIAZIONI VARIEI “contributi” di privati ed associazioni che saranno inviati a ITALIA NOSTRA TREVISO o LEGAMBIENTE verranno inoltrati dalle associazioni all'amminsitrazione, indipendentemente dal contenuto in modo da favorire la partecipazione.Ogni singolo puo' decidere anche, se e comem presentare direttamente, il materiale al Coune di Treviso, che finora ha evitato di essere chiaro sulle procedure.I materiali ad ITALIA NOSTRA TREVISO possono essere inviati entro il 3-9 p.v.:
- e-mail treviso@italianostra.org
- a mano presso sede in via Cornarotta (Fond. Benetton)
- a mano concordando con Sergio 3487766663 o Romeo 3488717810
Per
LEGAMBIENTE contattare e-mail legambiente.treviso@tiscali.it
- DOCUMENTO COMUNE IN PROGRESS (cioè vedemo se fèmo ora a farlo)Sono stati individuati dei macro-temi su cui si proverà a redigere un documento comune; ogni macro-tema ha un referente che funge da coordinatore senza limitare per questo la partecipazione di altri che possono mettersi in contatto con lui.Entro il 30 agosto p.v. ogni coordinatore porterà alla prossima riunione una o due cartelle di sintesi sul tema di riferimento.Nulla vieta che siano aggiunti altri temi con altri coordinatori, purchè siano argomenti di ampio respiro (“strategico” secondo il PAT!!).Argomenti e coordinatori per il momento sono:
- “cubatura zero”1 gigi calesso, gigicalesso@katamail.com
- pedonalizz. centro e park alberto buso buso.alberto@gmail.com, diego candito d.candito@libero.it
- sile, verde, mura...turismo dario brollo d_brollo@virgilio.it, berto zandigiacomi uzandi@libero.it ,simone piaser s.piaser@libero.it
- viabilità e aeroporto dante faraoni danten@alice.it, alessandro sottana alessandrosottana@alice.it
- acque,
sile, fognature, rifiuti romeo scarpa
romeo@zero4uno.it usando materiale com. fiera selvana etc...
- spazi comuni, giovani, università... silvia de march xylvi@libero.it, imbò alessio alessiolsi@katamail.com, pelloni stefano stefano.pl@libero.it, gaia righetto
- inquin.atmosferico gigi calesso gigicalesso@katamail.com, sergio costanzo sergiocosti@hotmail.it
- altri??…...
- I
documenti prodotti saranno messi in rete a disposizione di
tutti per osservazioni e eventuale condivisione e saranno
completat con una premessa generale da fare insieme.
- PROSSIMO INCONTRO - MONIGO 30 AGOSTO 2012 ore 20.30Il prossimo incontro è previsto per il giorno giovedi' 30 agosto 2012 presso lo stand della sagra delle rose a Monigo, via Sant'Elena Imperatrice (gentilmente concesso dalla Parrocchia, che ringraziamo).Si parlerà di PAT in salsa locale per Monigo e Sant'Anna e poi si farà il punto sulle bozze di cui al punto 2, che saranno predisposte
1o
“doppio zero”??
domenica 19 agosto 2012
CONTRIBUTO PAT n.5 da STEFANO D.A.
CONTRIBUTO PAT n.4 da COMITATO ACQUE FIERA-SELVANA
ECCO IL CONTRIBUTO DEL COMITATO ACQUE FIERA SELVANA
PER LEGGERE:
CONTRIBUTO PAT n.3 da "SE NON ORA, QUANDO?"
Chi
siamo
Il
Comitato SE NON ORA, QUANDO? di Treviso fa parte di un movimento
trasversale, aperto e plurale, presente in molte città italiane.
Siamo un gruppo di donne diverse per età, professione, provenienza,
appartenenza politica e religiosa.
I
nostri obiettivi
Noi
chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il
valore della loro, della nostra dignità e le Pari Opportunità nei
luoghi della politica, dei partiti, del lavoro e nella sfera privata.
In
un anno di attività abbiamo cercato di coinvolgere, sensibilizzare
la cittadinanza di Treviso e di alcune realtà limitrofe sui temi
legati al welfare, alla rappresentanza e alla rappresentazione della
donna.
Premessa
La
città che vogliamo non può nascere che da un
un progetto in cui le cittadine e cittadini si sentano chiamati in
causa in prima persona, e responsabilizzati nella promozione dei
cambiamenti necessari per rendere la città sana, accogliente,
ospitale, in armonia con i tempi e le scelte di vita delle persone di
ogni età e condizione psico-fisica.
Invitiamo,
quindi, l’Amministrazione a definire con più attenzione il ruolo
dello spazio pubblico nel nuovo Piano di Assetto del Territorio, in
quanto è un passo fondamentale nel ripensamento della condizione
urbana, perché è proprio da esso che comincia l’appropriazione
della città da parte delle persone che la abitano.
Una
città attenta a tutte quelle scelte che possono servire ad eliminare
i conflitti fra persona e ambiente, contribuendo anche così a
conciliare tempi e percorsi di vita con i tempi per sé, i tempi di
cura e di lavoro, e a educare ai valori
della pace.
A
nostro avviso è questo stato interiore e questa sicurezza che aiuta
le persone ad intrecciare relazioni positive e a vivere urbanamente
la città.
Si
dovrà, quindi, pensare a riqualificare il territorio, organizzare
servizi pubblici, recuperare il legame di solidarietà sociale,
cercare la collaborazione con aggregazioni giovanili, associazioni di
donne, centri di volontariato, salvaguardando spazi pubblici per
l'incontro e il confronto tra le diversità, contro la tendenza a
recintare e privatizzare ogni luogo.
E
soprattutto per contrastare gli attuali luoghi deputati
all’aggregazione, che sembrano essere quasi esclusivamente i centri
commerciali dove la relazione è mediata esclusivamente dal consumo.
La
nostra richiesta
Noi
Donne di SE NON ORA, QUANDO?
chiediamo
e auspichiamo
che
nel nuovo Piano di
Assetto del Territorio al punto
7.3 Poli
funzionali
degli Aspetti
Urbanistici e
al punto
13.4.
Servizi
sociali
dei Servizi
e le infrastrutture,
sia
cosiderato anche un Luogo,
una Casa per le donne
dove trovino spazio tutte le associazioni femminili no-profit rivolte
al sociale, affinché possano dialogare tra loro, favorendo
l'incontro fra generazioni e culture diverse, e diffondere e
promuovere informazione e cultura al femminile e non.
Un
luogo accessibile aperto a tutta la cittadinanza: donne, uomini e
giovani, per progettare ed elaborare insieme idee per nuovi stili di
vita compatibili con i cambiamenti attualmente in atto, prevedendo al
suo interno anche uno spazio attrezzato per accogliere i bambini di
chi desidera partecipare e non ha alternative di tutela.
Riteniamo
indispensabile l’accoglienza del nostro punto di vista di genere,
in quanto uno
Spazio,
una Casa per le donne,
dovrebbe essere un simbolo in ogni città, un segno di riconoscimento
all’enorme lavoro di cura che le donne in ogni tempo e in ogni
società hanno sempre svolto con abnegazione, permettendo la vita
materiale, psichica, esistenziale di tutte e tutti.
Purtroppo
però spesso reso invisibile, nascosto e volutamente sottaciuto, pur
essendo un’enorme ricchezza: infatti non è quantificato
all'interno del P.I.L..
Siamo
a disposizione per ulteriori informazioni o eventuali collaborazioni.
Treviso,
16 agosto 2012
Il
Comitato di SE NON ORA, QUANDO? per le donne di Treviso
Nunzia
De Bernardo: nudebe@alice.it
Rita
Barzi: rita.barzi@alice.it
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