"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 17 maggio 2015

LA MISSIONE DI ITALIA NOSTRA - RINNOVO DIRETTIVO NAZIONALE... i pareri di due persone non ricandidate..


L’ormai imminente rinnovo del Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione sta determinando il normale impegno dei tanti candidati volto a sollecitare il sostegno degli iscritti e l’appoggio alle proprie candidature.
Questa azione promozionale è ampiamente giustificata e merita un doveroso apprezzamento, purché rimanga nei limiti del reciproco rispetto e non evidenzi giudizi perentori di totale negatività nei confronti degli altri concorrenti.
E’ certa, infatti, a mio parere, l’onestà degli intenti e l’adesione di tutti gli iscritti e, quindi, di tutti i candidati ai principi fondanti che caratterizzano e giustificano la presenza nel paese della Nostra Associazione, che , è bene ricordarlo, è nata per la “Tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione”
Quindi nessun “ unto del signore” , che si possa presentare come depositario dei principi fondanti della Associazione, rispetto agli altri che invece ne vorrebbero stravolgere “ l’anima”.
Se ciò è esatto, appare invece ampiamente giustificata la richiesta di una franca discussione su quella che deve essere “ la missione “ dell’Associazione da adeguare ai profondi cambiamenti che caratterizzano la condizione del paese rispetto a quella del periodo in cui è stata costituita.
Da un paese povero e privo di risorse, l’Italia si è trasformato in un altro completamente diverso: maggiore ricchezza, più corruzione, progressiva sperequazione nella distribuzione dei redditi.
Il cambiamento più eclatante va individuato, peraltro, nella composizione e nei comportamenti della classe dirigente, espressione, nel periodo di fondazione dell’Associazione, specie per quanto riguarda la rappresentanza politica, dei partiti, ancora saldamente ancorati ai principi fondamentali della Costituzione Repubblicana.
E, deve ritenersi, proprio questa caratteristica ha consentito alla nostra Associazione di condizionare, sovente, le scelte nel campo delle tutela del patrimonio storico, artistico e naturale del paese.
Non che le battaglie vinte abbiano completamente bloccato gli appetiti delle consorterie speculative e parassitarie.
Tutt’altro! Rispetto alle battaglie vinte e ai successi indubbi, si deve riconoscere, infatti, anche la deriva drammatica dei danni arrecati al paesaggio, l’espansione senza regole ed illimitata della marea edilizia, la drammatica realtà delle periferie senz’anima e senza qualità.
Senza voler considerare la condizione dei Centri Storici, salvi forse nella loro definizione formale, ma in buona parte soggetti alla sostanziale perdita del loro ruolo e della vitalità originaria.
Così ai centri storici sostanzialmente morti, e qui vorrei citare gli esempi di Ascoli Piceno e Monte S’Angelo di cui conosco le attuali tristi condizioni, vanno aggiunti quelli, come Venezia e Firenze, completamente snaturati da forme insostenibili di inquinamento turistico, con l’aggravante per Venezia del fenomeno impressionante del transito di navi sovradimensionate che sembrano pronte a distruggere ogni suo delicato equilibrio, oppure quelli in cui , espulsi gli antichi abitanti e le tradizionali attività, sono stati occupati da banche, pizzerie, jenserie, bar e ristoranti, insomma palcoscenici di attività privi di memoria storica.
La condizione del paese si è aggravata, poi, quando alla vecchia rappresentanza politica e all’ antica classe dirigente, si è sostituita quella espressa dal cosiddetto “populismo mediatico”.
E’ evidente che rispetto a questa drammatica realtà, la nostra presenza se non in grado di adeguare le proprie strategie, potrebbe ridursi facilmente alla sterile condizione dei cosiddetti “grilli parlanti”, che ripetono nei propri conciliaboli le critiche al sistema , ma poi risultano sostanzialmente inefficaci e non determinanti.
L’adeguamento della nostra azione alla nuova realtà appare , pertanto, irrinunciabile, se non si vuole apparire come qualcosa di ancorato al passato.
E, d’atra parte, il fatto che buona parte dei nostri iscritti sia della terza o quarta età, ci dovrebbe far comprendere la nostra condizione non ottimale.

Cosa fare, allora?
Ritengo che ci debba essere in primo luogo un franco confronto su queste problematiche, senza che nessuno si erga a fustigatore degli iscritti e con spirito tollerante, con intelligenza aperta e con la capacità di utilizzare le nuove tecnologie individuare i sentieri più validi che permettano di ridare all’Associazione il ruolo che Le compete per la lunga storia che ne esalta l’immagine.
Avendo ben presente, comunque, l’esigenza di individuare quelle strategie che consentano di abbandonare i consueti sentieri, e permettano di coinvolgere nelle innovative progettualità tutti i portatori d’interesse, dai giovani agli imprenditori, dagli artigiani ai professionisti, dai docenti agli uomini di cultura per acquistare una forza rappresentativa capace di contrastare i rozzi messaggi populistici.
E’ necessario, a mio parere, che l’immagine dell’Associazione appaia come quella di una struttura dinamica, ancorata sì ai principi irrinunciabili della tutela, ma capace in pari tempo di indicare i nuovi orizzonti verso cui indirizzare lo sviluppo del paese nel rispetto delle tradizioni, del paesaggio, dei valori urbani, dei monumenti, delle professionalità e dei talenti, da far diventare elementi formidabili di attrattività e di sviluppo e non sterile deposito di oggetti senza vita messi quasi sotto formaldeide.
Mi ero permesso di indicare una direzione verso indirizzare questo percorso innovativo. Probabilmente la proposta non era quella più corretta ed adeguata.
Si discuta e ci sia, quindi, un confronto franco per individuare sentieri e proposte migliori.
E’ questa la strada da seguire, evitando assolutamente la condanna aprioristica di chi ha differenti opinioni.
Vorrei , per chiudere, ripetere ciò che scrissi, come Vice Presidente dell’ Associazione:
“ La proposta, frutto dell’ottimismo della volontà, è di far sì che Italia Nostra diventi sempre di più una illuminata “ Agenzia di Elaborazione e Promozione Culturale”, che, partendo dal presupposto che l’Italia è un unico organismo, elabori e formuli proposte di interventi di tipo sistemico, capaci, in pari tempo, di favorire economie di scala e di rendere effettivo il potenziale vantaggio competitivo di un patrimonio oggettivamente ricco e diversificato, che invece perde forza se promosso ed utilizzato con interventi puntuali, disomogenei e, sovente, estemporanei.
L’Associazione, quindi, guidata da questi principi e ancorata ad una moderna e rigorosa “Cultura del territorio”, dovrà elaborare una serie di proposte riguardanti i sistemi urbani, con particolare riferimento al recupero delle immense desolate periferie; l’integrità del paesaggio; il progetto avveniristico di un enorme museo diffuso che comprenda e valorizzi come un tutt’uno i beni monumentali, i centri storici, le opere d’arte e le risorse archeologiche; il disegno della messa in sicurezza anche sismica dei manufatti e dei beni monumentali senza attendere il fatale verificarsi degli eventi calamitosi; la tutela dell’integrità dell’universo agricolo; la valorizzazione e il recupero delle immense risorse musicali; una nuova idea del turismo che privilegi quello della conoscenza rispetto a quello di mero consumo e rapina, l’innovazione del sistema dei trasporti che contribuisca a migliorare la qualità della vita specie nelle grandi città; la realizzazione delle infrastrutture non legandole agli eventi occasionali (ultimo in ordine di tempo l’Expo 2015) ma ad una programmazione ordinaria rigorosa e coerente, la realizzazione dei Distretti Culturali, da quelli tradizionali a quelli evoluti .
Indiscutibilmente un impegno eccezionale per le gracili spalle dell’Associazione. Pure una grande opportunità per cercare di rompere con intelligenza e in maniera definitiva gli atteggiamenti di opaca chiusura di gran parte della comunità nazionale, attirare un numero sempre più grande di giovani appassionati e preparati, creare le condizioni per costruire insieme in’Italia più civile, più bella, più giusta e più ricca……. autenticamente.
Gaetano Rinaldi- Consigliere Nazionale Uscente- Non ricandidato


Caro Gaetano,
in questa grave decadenza morale e in questa crisi economica senza fine, le possibilità di incidere della nostra Associazione per la tutela e la protezione dei beni comuni sono sempre più limitate.
Certo la nostra associazione non sta facendo nulla per affrontare con determinazione questa realtà. La sua estrema debolezza si palesa soprattutto quando arriviamo al momento delle votazioni: il posto di consigliere nazionale diventa ambitissimo, tanto da creare liste, cordate, acquisto di voti (basta ricordare i vergognosi 200 (?) nuovi soci domiciliati tutti all’ACI di Roma alcuni anni fa).
Ho proposto INUTILMENTE in questi due trienni di cambiare le modalità di elezioni del Consiglio: ogni Regione DEVE  avere UN suo rappresentante che sieda in Consiglio e che deve essere nominato dai soci di quella Regione; è chiaro che le Regioni con più iscritti ne potranno e dovranno averne due o tre.
Oggi assistiamo ad una predominanza di consiglieri lombardi e milanesi (ben 5 nell’ultimo triennio) e nessuno a rappresentare il Veneto, la Sardegna, la Liguria….
Come ben sai non mi ricandido perché non ho sentito l’appoggio del Nazionale per la questione Apuane: non devono esistere solo le conferenze stampa, né i proclami sui giornali; la difesa dell’ambiente è fatta di atti concreti: esposti, denunce , segnalazioni a tutti i livelli: Guardia di Finanza, Ministeri, Procura, Commissioni europee, Corte dei Conti, interrogazioni parlamentari. Questo perché, quando gli interessi economici sono mostruosi e quando c’è collusione con le forze politiche di destra o di sinistra, solo battaglie condotte in questo modo capillare possono riuscire a dare una svolta. Certamente se c’è la firma di un’associazione che ha ancora un peso di rilievo per la sua storia, ogni esposto avrà una considerazione maggiore rispetto alla mia firma.
Non mi ricandido e non ho idea di come sarà composto il prossimo Consiglio, ma mi auguro che i  consiglieri possano avere un bilancio elaborato con maggiore accuratezza: digitare uno zero in più può scappare a tutti, ma quando la differenza è notevole (da 48.000 a 480.000 euro!) uno si chiede COME è stato elaborato quel bilancio. Forse è il caso di avere revisori dei conti competenti e iscritti all’albo, da selezionare nell’albo di città diverse da Roma in modo che non abbiano conflitti di interessi con lo studio o la persona che stende il nostro bilancio.
Inoltre, se i consiglieri hanno una qualche responsabilità, è indispensabile che si torni alla buona consuetudine di dare copia dei verbali della Giunta.  Il “cerchio magico” alla Renzi non consente di far marciare la nostra associazione sui binari di scambio democratico e collaborativo già consueti nelle passate presidenze.
Un caro saluto
Franca

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