"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 18 agosto 2017

DOVE DEVONO ANDARE I POLLI INDUSTRIALI? IN ZONA INDUSTRIALE..

Uno dei grandi problemi irrisolti dell'agricoltura veneta è quello di stabilire dove finisce l'attività agricola e dove inizia l'attività industriale.

Da un punto di vista normativo abbiamo visto già in passato che le aree agricole sono sempre più terrirorio di conquista per attività che di “agricolo” non hanno più nulla nel senso comune del termine.

L'esempio del Gruppo PADANA nell'area del Trojan a Paese di Treviso è il più clamoroso che io mi ricordi, ma ritengo che nel Veneto “del fare” situazioni simili siano decine.
Un'attività che non usa la terra in modo specifico ed ha dimensioni “intensive” difficilmente può ragionevolmente essere accettato in area agricola, visto gli impatti che queste “fabbriche” producono.


A livello normativo però la questione non funziona in questo modo perchè è molto semplice per gli imprenditori (in questo cado sempre più “prenditori”) di utilizzare suolo agricolo per costruire nuovi capannoni per attività che sono a tutti gli effetti industriali.
E' un grande paradosso che la Regione Veneto che vuole promuovere le eccellenze del territorio conceda poi a questi soggetti le facilitazioni normative che li portano ad acquisire spazi in aree agricole per il solo fatto che sono a più buon mercato delle aree industriali già disponibili e vuote.

Una contraddizione talmente enorme che pare un'eresia solo citarla.
Insediare un allevamento intensivo avicolo sopravento a meno di due chilometri da un paese come Sant'Andrea oltre il Muson è chiaramente una follia ed i cittadini della frazione di Castelfranco giustamente si stanno opponendo a questa scelta che passa sostanzialmente sopra le loro teste come se loro non contassero nulla.
Ma è necessario capire bene che questo non è “sviluppo e promozione” del territorio, ma solo l'ennesimo modo con il quale si fanno “schèi” sulla pelle della gente sia per i riflessi sul territorio, sulla salute e sulle proprietà che certamente si svalutano come se costruissero una discarica.

Non sto nemmeno a parlare di paesaggio o di altre questioni ambientali, mi limito ad osservare che si continua a favorire una parte (questi imprenditori spesso molto vicini al potere) con evidente disprezzo di quello che pensano i cittadini, che però sono sempre meno disponibili a subìre questo soppruso come se fosse una maledizione.

E' evidente che ci sono leggi e normative specifiche, ma deve essere chiaro che sono le scelte politiche che governano un territorio e che se questo è normativamente possibile è perchè non si è voluto finora porre un serio argine ad un “caos organizzato”, dove alcuni fanno schèi ed altri pagano.

Non è molto difficile per una maggioranza che vuole veramente difendere il territorio ed i suoi cittadini (paròni al casa loro?) promuovere una modifica normativa che limiti questo tipo di insediamenti in area agricola e li porti dove devono stare cioè in area produttiva.

Piange il cuore oltre tutto vedere che, come per la Superstrada Pedemontana, i soggetti intermedi (tipo Coldiretti) prendano posizione a favore di simili impianti, veri e propri lager legalizzati per animali.
L'interesse economico anche di questi soggetti va evidenziato perchè è inutile far eproclami sulla bontà dei prodotti veneti e poi promuovere nella sostanza del cibo spazzatura, che sarà il nutrimento delle categorie più povere.


E' tempo di dare un nome chiaro alle cose e di capire chi sta da una parte e chi sta dall'altra, partendo in primis dal Presidente della Regione Veneto.

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