"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 22 luglio 2016

DISPOSIZIONI PER IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO??

La proposta di legge regionale, sintesi dei progetti di legge Zaia-Zorzato-Ruzzante, sarebbe perfetta se.... si fermasse all'articolo , che definisce i principi egli obietti.

Una legge meravigliosa, piena di buone intenzioni nuove e vecchie, elencate proprio all'articolo 1, tra cui
  • la promozione della collaborazione tra enti pubblici ed autonomie locali
  • disciplina l'acquisizione di dati...
  • l'individuazione di parti di territorio a rischio idraulico (ancora qua siamo?)
  • assicurare la trasparenza amministrativa...
  • semplificare i procedimenti (!!!)
La prima osservazione che è evidente è l'assoluta incongruenza tra queste ottime finalità ed il resto dell'articolato dove questa intera summa dei desideri del Consiglio Regionale regionali viene praticamente... dimenticata.

Proseguendo nell'analisi delle parti principali del testo, osserviamo che, correttamente, si tenta una chiara definizione dei termini usati perché ormai nella normativa regionale siamo giunti a non capirci assolutamente piu' nulla.

Si puo' ancora molto migliorare perché, per esempio, non è ben definito il “suolo naturale” che è un suolo vergine (cioè con caratteristiche non alterate dall'uomo” e non sono “non impermeabilizzato.

Il “suolo semi-naturale” non viene nemmeno ben definito, ma crediamo si possa intendere un suolo che è stato oggetto di interventi di modifica da parte dell'uomo, mantenendo la sua caratteristica di permeabilità.

Definizione molto vaga è quella di “aree di urbanizzazione consolidata”, che nel Veneto dell'urbanizzazione diffusa diventa un cavallo di Troia, che lasciato ai Comuni con questi margini di discrezionalità, porterà all'ennesima legge “fuffa”: si estenderanno al massimo del possibile i limiti del consolidato perché all'interno di questo perimetro, si agirà con questa legge regionale!

Uno dei temi per esempio che sembra lasciato alla discrezionalità, mentre dovrebbe essere approfondito, è l'uso del suolo agricolo per i cosiddetti campi fotovoltaici: tale intervento comporta uno spreco di territorio e danneggia la terra, che viene abbandonata, ma, a termini di questa legge “non consuma suolo”... E' questo che si vuole? Con tutte le coperture dei capannoni che ci sono....

La terza osservazione che facciamo è relativa al fatto che quasi tutte le procedure previste negli articoli 4-5-6 si possono già fare in base ad altre norme statali e regionali e quindi non c'era bisogno di alcuna ulteriore normativa.

Tali normative esistono e non da oggi, ma alcune da oltre 30 anni:
  • dai piani di recupero di cui all’art. 28 della L. 457/1978;
  • dai Programmi di Riqualificazione Urbana di cui alla L.179/1992
  • dalle Società di Trasformazione Urbana (STU) di cui all'art. 120 del D.Lgs. 267/2000
  • dagli accordi di cui all’articoli 6 e 7 della L.R. n.11/2004
  • dai Permessi di Costruire in deroga o da quelli convenzionati da ultimo introdotti con l’articolo 28 bis del DPR 380/2001, cioè dal Testo Unico in materia edilizia.
Non è che ripetendo come un mantra alcuni concetti, questi si avverano!!
Perché creare un'ulteriore normativa specifica che non aggiunge nulla di veramente innovativo e crea solo confusione?
Crediamo che tutta questa iperproduzione di normative ridondanti e contraddittorie crei solo danni al settore edilizio.
La “semplificazione amministrativa” non è un concetto vuoto, ma un importante tassello di una necessaria riforma: il primo principio della semplificazione è quello di dare ordine e certezza al diritto: “cosa posso o non posso fare?” , “in che tempi?” “dove? con che limiti?”.

Servono i soldi. E come ha dichiarato anche il Presidente di ANCE Veneto è necessario che siano degli investimenti pubblici per far ripartire interventi di “riqualificazione” e “rigenerazione urbana” perché non saranno certo i privati a mettere i soldi che le banche non danno loro.

La Regione Veneto, invece, chiede garanzie allo Stato per fare la Superstrada Pedemontana che non ha i volumi di traffico per sostenersi economicamente oppure fa referendum consultivi (sostanzialmente inutili), ma invece non ha alcun euro per tali scopi: dove sono i soldi del del fondo regionale di cui all'articolo 8 di questa legge regionale??
Le osservazioni piu' importanti sono, come sempre, per gli ultimi articoli (artt. 9-10) che rappresentano ormai il “cuore della questione” e dimostrano la profonda contraddizione con l'art.1.
Innanzi tutto il legislatore regionale prevede che ci sia la possibilità proprio per la Regione Veneto di derogare alla sua Legge Regionale sul contenimento del consumo del suolo.
Non sia mai che si dia l'esempio!
Il concetto di “deroga” è uno dei piu' amati e coccolati ed torna sempre buono a tutti.

Il danno vero di questo modo di procedere è che si è diffuso il senso che tutto è sempre modificabile, anche in senso contrario allo spirito della legge (ma in “minima dose”, dice l'articolo 9..) per un Ente che promuove questa legge per fini di propaganda, ma in realtà non vuole alcun laccio o laccetto per le iniziative dei suoi elettori.

Si dà un “contentino” a quella parte di cittadini che si rende conto che siamo alla deriva ambientale, ma con l'intenzione di procedere nel solito modo, cioè dando libero spazio allo spirito selvaggio degli imprenditori del nordest che “scava busi e impenisse busi par far schèi.”
“Schèi privati”, ovviamente

L'articolo 10 è un piccolo capolavoro che merita qualche nota tecnica specifica:
  • fino all'emanazione di un provvedimento di Giunta (che già sappiamo non sarà mai emanato) non si puo' consumare suolo, dice il comma 1 dell'articolo 10;
  • il comma 2 però subito precisa, per tranquillizzare gli elettori di questa maggioranza ed anche di buona parte dell'opposizione, che una deroga fino al 30% della superficie degli ambiti inedificati soggetti a pianificazione attuativa previsti negli strumenti. Quindi si puo' continuare ad edificare con il limite del 30% della superficie inedificata fino ad oggi (perché nessuno compra!!).
  • il comma 5 (un po' di distanza “fisica” tra i commi) porta il limite precedente da 30% a 50%.... La prossima volta magari si potrebbero fare una serie di commi che aumentano di 5% in 5% per dare meno nell'occhio?
Nella sostanza quanto previsto da questa legge è un “non-limite”, visto che dà limitazione per una fattispecie che, oggi il mercato immobiliare ed edilizio ha bocciato per iperproduzione e carenza di denaro.
I Consiglieri Regionali vogliono fare bella figura, ma con prudenza (“avanti, ma con juiicio...): hanno pensato di scrivere una legge per il contenimento del consumo del suolo, che di fatto già la crisi dell'edilizia ha fatto.
Poveri Consiglieri Regionali ambientalisti, sempre in ritardo!

Il comma 7 dell'articolo 10 però mette al bando la prudenza ed esplicita i veri “portatori di interesse” a cui è consentito invece fare consumo di suolo:
  • gli imprenditori con attività in zone improprie a cui è lasciato il magico SUAP ma solo con ampliamenti, che tanti benefici ha dato, per esempio in quel di Altivole...
  • gli agricoltori che non devono essere mai dimenticati e privati della loro possibilità di edificare
  • gli immancabili cavatori, spesso grandi elettori...
  • gli interventi per i commercianti con le mitiche strutture sotto i 1500 mq che ammazzano i centri storici
In pratica una legge che vorrebbe disciplinare e limitare il consumo del suolo agricolo diventa una legge che non “contiene” nulla, ma legittima il consumo del suolo proprio in zona agricola nello stesso identico modo di oggi, senza alcuna garanzia di miglioramento della qualità della città e degli standard urbanistici.


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