"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

lunedì 25 luglio 2016

PROGETTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE DI VILLA MANFRIN-MARGHERITA LE NOSTRE CONSIDERAZIONI DOPO VISITA DEL 23 LUGLIO 2016

Sulla questione del progetto di “recupero e valorizzazione” del Parco di Villa Manfrin-Margherita e sulla visita del 23-7 u.s. sono necessarie alcune precisazioni.

In primis credo che vada ben distinta la responsabilità tecnica del progetto dalla responsabilità politica dello stesso, perché altrimenti non ci possiamo comprendere e non riusciremo mai a dialogare.

La nostra associazione, al momento in cui è emerso (per noi) il problema si è attivata chiedendo tutta la documentazione di progetto, la “sospensione dei lavori” ed un “incontro pubblico”.


Il responsabile tecnico del Comune di Treviso, ing. Spigariol (settore LL.PP, Infrastrutture e Sport) ci ha messo a disposizione il materiale in soli 3 giorni, comunicandoci che non c'erano motivazioni (tecniche) per “sospendere” i lavori.

Contestualmente ci informava che
  • c'era stato un incontro in parco con il D.L. Dott. Pietrobon con “esigua partecipazione” di persone;
  • il Progettista e DL Pietrobon ci avrebbe incontrati, com'è poi avvenuto.
La prima osservazione è che la nostra associazione aveva inviato una richiesta all'Assessore ai Lavori Pubblici ed all'Assessore all'Ambiente ed ha ricevuto una risposta “tecnica”, certamente condivisa con gli Assessori, ma non era quello che ci aspettavamo.
Il progettista dott. Pietrobon ci ha incontrato “in camera caritatis” e ci ha motivato chiaramente tutte le scelte fatte e la piena condivisione di queste scelte con la Soprintendenza; l'abbiamo ringraziato per le informazioni “tecniche”, ma ci manca sempre un pezzo della storia: la condivisione con i cittadini, che se informati tardivamente e male, reagiscono in modo scomposto verso i loro rappresentanti politici.

Certo che quando un'Amministrazione in una lettera ufficiale sottolinea che “un incontro c'è stato (1) con esigua partecipazione di persone”, ti sta dicendo che non sei molto importante come associazione e/o sei tutto sommato ininfluente (a livello elettorale).

Considerazioni poco produttive, visto che il nostro scopo statutario non è di aver rilevanza elettorale, né di esistere a tutti i costi (2).

Il nostro scopo è quello di capire e far capire che ci sono dei valori architettonici e paesaggistica da proteggere, manutenere e valorizzare. Considerate le nostre forze, non possiamo però fare tutte le battaglie soprattutto fare quelle dove non c'è sostegno adeguato da parte dei cittadini.

Diciamo e sul tema abbiamo detto chiaramente la nostra idea, ma poi prendiamo atto della realtà: se il trevigiano medio è contento e continua a dire “mi no vào à combàtar”, non possiamo fare molto di più.

In merito all'incontro di sabato, non c'è stata alcuna rissa.

Dopo una mia breve sintesi dei fatti e cioè di quello che emerge dai documenti di progetto e dal confronto con il progettista e DL, c'è stato un dialogo un po' confuso e confusionario, tipico di un'assemblea dove molti avevano troppe cose da dire anche senza voler troppo ascoltare...

Per me però, i cittadini vanno giustificati perché non sanno o sanno poco o non hanno avuto la possibilità di un confronto per crescere e capire.

Il nostro intervento sostitutivo non puo' bastare e dimostra solo la “distanza” che c'è tra chi decide e chi poi vede i risultati; i tecnici sono solo il mezzo usato e lasciato esposto al pubblico giudizio, perché il loro lavoro l'hanno fatto (anche se possiamo criticarlo o non essere interamente f'accordo con loro).
ma VANNO difesi

Ovviamente arrivare a discutere in corso lavori di cosa fare di un simile bene comune è molto irritante, perché si è posti di fronti a tempi di scadenza dei finanziamenti ed a scelte già fatte, che, quasi obbligatoriamente devono essere condivise. Non è “partecipazione”.
In più siamo di fronte ad un argomento non semplice e per capirci pongo alcune questioni che il nostro socio anziano Berto Zandigiacomi non è riuscito ad esporre, ma trovano risposte diverse anche nella nostra associazione:
  1. il parco è un “hortus conclusus” o è una parte del territorio? E' patrimonio degli utenti o anche di chi ci passa attorno?
  2. le emergenze architettoniche hanno la prevalenza nelle aree da loro occupare o sono incidenti di valore inferiore che devono adeguarsi alla presenza degli alberi (che essendo vivi crescono mentre le prime rimangono come sono state pensare e costruite). Cioè vogliamo, possiamo, cancellare questa memoria?
  3. ha senso pensare la parte della villa Margherita (ex-Carabinieri) come se fosse altra cosa rispetto al parco?
  4. i coni visuali servono a concentrare l'attenzione su quanto si ritiene di maggior interesse: un edificio, un albero (singolo o a gruppo), un vuoto da vedere: sono come una sottolineatura e sono sempre stati usati, sia nei parchi all'italiana che in quelli all'inglese (vedere ad esempio Villa Franchetti): esaminiamoli e comprendiamoli da questo punto di vista
Io aggiungerei anche che
  1. una seria riflessione va fatta sul modo d'uso di questo bene chiarendo quali sono le priorità, ma tenendo conto che siamo in presenza di un'area soggetta a vincolo e quindi è necessario avere un certo coordinamento tra strutture architettoniche, paesaggio e strutture temporanee a servizio di chi fa attività;
  2. va riconsiderata la gestione delle acque interne, che non puo' essere dimenticata perché un parco vive se prima di tutto c'è una corretta gestione delle sue acque sia meteoriche sia quelle di rogge e laghetti, che oggi sono inguardabili.

Se su questo tema sono in molti ad essere interessati per noi è un grande valore; se sul tema della “gestione del verde pubblico”, cioè del verde della città saranno in molti a dire cosa vogliono e come devono essere impostati i contratti di manutenzione, questo sarà un gigantesco passo in avanti perché la città crescerà.

Direi che c'è molto da discutere e da capire. Direi che nessuno puo' dire di avere ragione al 100%, ma tutti hanno diritto di sapere e capire.

Nel caso del parco di Villa Manfrin-Margherita siamo in ritardo, nel caso del contratto del verde urbano, che deve essere rinnovato a breve, siamo forse in tempo.

La palla è sempre all'Amministrazione che deve dimostrare la volontà di dialogo e di far partecipare i cittadini e le associazioni, ricordando che la partecipazione prevede che non ci siano decisioni già prese a priori. 
Siamo stanchi di rincorrere decisioni ed idee... , siamo perfino  in dubbio che "decisioni ed idee" ci siano e non vorremmo che alla fine tutte le colpe delle scelte ricadessero sui tecnici.
Non siamo in un romanzo di Pennac e non abbiamo bisogno di capri espiatori.


Treviso, 25 luglio 2016

p.ITALIA NOSTRA Treviso
il presidente
Romeo Scarpa 348 8717810

Note
(1) Un lunedì pomeriggio alle ore 15...
(2) Una frase famosa di uno dei fondatori dell'associazione è che “la finalità ultima dell'associazione ITALIA NOSTRA è quella di .. scomparire, cioè di non essere piu' necessaria!

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