"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

domenica 31 luglio 2016

PARCO DI VILLA MARGHERITA - MANFRIN PRIME NOTE SU INCONTRO 27-7 CON COMUNE DI TREVISO





Sono “colpevolmente” arrivato tardi all’incontro di mercoledì 27-7 tra i rappresentanti del Comitato “Alberi Urlanti” e la Pubblica Amministrazione di Treviso1, rappresentata dall’assessore ai LLPP e Sport, Ofelio Michielan, dall’ing. Spigariol e del co-progettista e DL, dott. Paolo Pietrobon.

Cercavo il gruppo di discussione, rifugiato presso il ristorante del Tennis Club, ma in realtà ho placidamente passeggiato in solitaria in mezzo a questo parco, che non ho mai frequentato molto e che rappresenta varie cose (diverse) per un buon numero di cittadini, che finalmente si esprimono.

Dopo una mezz’ora di animata discussione al chiuso, a cui ho partecipato silente (anche se non ci crederete...), abbiamo fatto un altro lungo giro tutti insieme (appassionatamente?).

Le “passeggiate” dicono molte piu’ cose di mille discussioni teoriche ed è proprio di ciò che è emerso, che vorrei parlare, senza la presunzione di fare un verbale, ma solo per riportare ciò che mi ha colpito; in pratica le prime suggestioni dopo l’incontro.

Il parco non è più un solo parco, come storicamente dovrebbe essere, ma sono tre o quattro “parchi” uno nell’altro: zona villa Manfrin, Tennis Club con giardino, Villa Margherita con giardino, zona Cedraia in concessione ad Alcuni, area giochi pubblici:
  1. La zona a sud cioè quella detta di villa Manfrin, un po’ per sua natura ed un po’ per i tagli già fatti, ha un respiro abbastanza ampio con prato; oltre agli alberi, il tutto è dominato architettonicamente dal loggiato sud (serre fredde) e dal laghetto, mentre la Villa Manfrin è sostanzialmente mimetizzata molto meglio degli emergenti palloni del Tennis;
  2. L’area del tennis club è anche ben tenuta, se non fosse per la dominanza architettonica dei “preservativi pressurizzati”, ma credo si tratti di concessioni storiche;
  3. Arrivando verso il cuore del parco troviamo il recinto dove è, oggi prigioniera di se stessa, Villa Margherita, preclusa a tutti ed in abbandono;
  4. La zona della cedraia con ghiacciaia e teatrino, oggi in concessione agli “Alcuni” da ormai 7-8 anni, i presenta manufatti storici di maggior pregio, che convivono con l’attività didattica e di spettacolo del concessionario; il laghetto, con le ninfee ed il salice, ha un suo fascino, ma la qualità dell’acqua e la fauna e flora ittica sono molto scadenti (solite carpe e fango con ninfee superficiali);
  5. La zona interamente a nord, divisa dalla cedraia, da un fossato puzzolente e stagnante, è l’area di gioco pubblico con collinetta dei minibikers, scivoli e attrazioni varie con un classico tendone di riparo in polietilene (da sagra) che nel nostro Veneto non può mai mancare, pena il disorientamento psicologico.
Un primo obiettivo di un progetto di valorizzazione dovrebbe essere quindi quello di recuperare il senso di unitarietà del parco e per fare questo è necessario abbattere le recinzione che divide villa Margherita dal resto del parco: un intervento che costa poco ed altamente simbolico.

Un secondo obiettivo di un progetto di valorizzazione è quello di coordinare e rendere fruibile con regole (da far rispettare) l'area del parco in tutta la sua estensione: si vuole un parco pubblico dove liberamente si transita a piedi ed in bici o ci sono regole in alcune parti?
Se non ci chiariamo su questo e lasciamo tutto alla libera gestione, si alimenteranno solo le mini rivalità tra categorie.
In questa discussione entrano ovviamente anche le concessioni al Tennis Club ed agli Alcuni perchè la situazione che si osserva non appare né coordinata, né forse autorizzata.
La mediazione tra utilizzo e conservazione è uno dei punti fondamentali su cui trovare un equilibrio.

Terzo obiettivo, entrando nel merito del progetto finanziato ed in corso di realizzazione da parte dell'Amministrazione, è quello di rivederne l'impatto soprattutto per quanto riguarda il mantenimento degli alberi sani e il differimento di attività non essenziali.
Ribadisco che l'Amministrazione Manildo ha la colpa enorme di aver sottovalutato l'impatto del progetto e la necessità (peraltro nel programma elettorale) di “far partecipare i cittadini a queste scelte”.
Il sistema arboreo sconta dieci/quindici di manutenzione carente ed una serie di impianti un po' casuali nell'ultimo trentennio; pensare di procedere con un'operazione che prevede un gran numero di abbattimenti, anche per motivi architettonico-estetici, può trovare il plauso della Soprintendenza e di alcuni puristi del ripristino tipologico, ma è un'operazione discutibile per molti cittadini come dimostrano le proteste del Comitato e su questo sarà necessario ritornare albero per albero.
Abbiamo obiezioni anche su alcune opere che riteniamo non urgenti e necessarie (il cartellone per nascondere il loggiato sud, lo scivolo, i vialetti con le lame ed il saronne) e su questo proporremo un'ipotesi di variante che si andrà ad aggiungere alle modifiche (in parte già in corso ed in parte programmate) per i non-abbattimenti.

Il quarto obiettivo è quello delle garanzie della manutenzione perchè spendere oggi per roseti ed aiuole senza poi avere un impegno pieno e condiviso sulla cifra da spendere per il mantenimento sono soldi buttati...
Ben ritornino i fasti di "Treviso in Fiore", sapendo che per fare questo serve fare una rotonda in meno: è chiaro?


Come ultimo obiettivo (ma il più importante per noi) poniamo la fondamentale necessità di rendere le acque dello stagno, del laghetto e del fossato degne di un'area di risorgiva, perchè siamo a sud delle Fontane Bianche (zona SIC ZPS) ed a lato della Storga e della zona delle Acquette, e non si puo' avere un putridume simile con carpe e fango!


Non c'è poco da fare e non sarà facile trovare una mediazione sensata, visto che la discussione arriva sempre ex post, ma l'importante è l'obiettivo e non la ricerca di responsabili.

Vedremo cosa succederà....





Treviso, 31 luglio 2016

p.ITALIA NOSTRA Treviso

il presidente

Romeo Scarpa 348 8717810


1E lo sono anche nel commento dell'incontro...

1 commento:

  1. trovo questa analisi della situazione corretta e approfondita. Non si può ignorare quello che la realtà ha prodotto ed intervenire come se nel frattempo non fossero nati e cresciuti nuovi aberi:una mediazione con queste nuove forme di vita che ora esistono ed hanno creato "relazione" con una parte della cittadinanza, va trovata. bravo Romeo

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