COMUNICATO
STAMPA
Con
una notevole discontinuità rispetto ai precedenti strumenti
urbanistici l’attuale Amministrazione Comunale, approvando il PAT
(Piano di Assetto del Territorio) del 2015, ha istituito il Parco
Urbano della Storga lungo tutto il corso del fiume e su entrambe le
sponde.
Non
solo, negli “obiettivi
strategici” e nei “valori” del PAT, si
sottolinea insistentemente l’importanza di
“fermare
la corsa al consumo di suolo”
di “limitare
le trasformazioni al solo reimpiego di aree degradate o dismesse” e
di
“favorire
la formazione di un sistema paesaggistico ambientale unico ed
integrato tra Parco dello Storga e Parco del Sile rafforzando
i corridoi, le connessioni più deboli …, anche con operazioni di
credito edilizio
connesse ai processi di trasformazione più rilevanti dell’edificato
consolidato” (Relazione
Tecnica, artt. 3 e 5, 13.2.4 - Norme Tecniche 2.1.1, espressioni
ripetute poi nei vari ambiti).
Il
Documento del Sindaco del 15.09.2015 nella Variante al P.I. “Aree
Verdi” va anche oltre richiamando la Legge Regionale n. 4/2015 che
prevede,
con apposita procedura,
“la
possibilità di spogliare le aree edificabili della loro capacità
edificatoria con il precipuo scopo di contenere il consumo del
suolo”.
Ora
il Parco Urbano Rurale della Storga è istituito e perimetrato, ma è
una scatola vuota, che andrà riempita di contenuti durante la
successiva fase di progettazione urbanistica del P.I. (Piano degli
Interventi) il quale, dopo tali autorevoli premesse, prevede come
1° intervento all’interno appunto del Parco della Storga …
…
un Piano di Lottizzazione.
Si
tratta di una variante ad un progetto fermo da 7 anni, in netto
contrasto con il PAT, approvato con Delibera della Giunta Comunale
del 10.08.2016, da
realizzare nel punto più critico del nuovo Parco della Storga appena
approvato dalla medesima Giunta:
12.000 mc di edificato (9000 residenziali + 3000 commerciali) oltre a
parcheggi, strade e infrastrutture di supporto, in una area verde
posta tra viale brg. Marche e via Panigai, a
300 metri lineari da un’area SIC, e senza dover fare alcuna
Valutazione di Incidenza Ambientale. E come è possibile ottenere
l’autorizzazione?
Semplice,
ignorando che esista!
Forse
a qualcuno disturba che il fiume Storga sia stato dichiarato area
SIC, ma la Giunta Regionale del Veneto con delibera n° 2673 del
06.08.2004 disponeva una revisione dei Siti Natura 2000, includendo
nell’area S.I.C. IT3240031 “Fiume Sile da Treviso Est a S.
Michele Vecchio” tutta l’asta del fiume Storga più due slarghi
in aree significative, oltre che il fiume Melma. Si trova scritto nei
documenti della Regione, del Ministero e dell’Europa. Questo fatto
trova invece difficoltà ad essere recepito nel Comune di Treviso.
E
lo è diventato per la ricchezza di vita animale e vegetale che vi
alberga, fatto purtroppo raro al giorno d’oggi, in ambiente di
risorgiva anch’esso ormai piuttosto raro, ma non dimenticato da
migliaia di cittadini. Informata di questa “svista” il 02.09.2016
l’Amministrazione si è premurata di non rispondere.
E
le norme del PAT sul consumo di suolo? e il Documento del Sindaco?
Non crede questa Amministrazione che qui
si gioca l’asserita validità normativa dei documenti che essa ha
approvato e che, scegliendo questo progetto, assieme al suolo
andrebbe a “consumare” anche la sua coerenza e credibilità?
Tutta
l’area della Storga si trova all’interno del Parco Urbano Rurale
previsto dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
approvato nel 2010)
negli artt.28 e 42 N.T. e nell’All. FF, Quaderno Progetti n. 5,
che vi individua un importante corridoio ecologico tra le Fontane
Bianche e il Sile, e “fulcro
per la posizione geografica, la struttura ambientale e le componenti
faunistiche e vegetazionali”, di
un’area verde più ampia comprendente anche il Melma e che si
estende ai Comuni di Silea, Carbonera e Villorba.
Un
progetto di respiro europeo, un polmone verde a due passi dal centro
storico, che è nel contempo un prezioso corridoio ecologico e in
prospettiva un’area fruibile a piedi o in bicicletta con percorsi
ciclopedonali, sentieri natura, percorsi culturali presso i vecchi
opifici e, perché no, luoghi di ristoro e percorsi in canoa.
Già
nel 1989 l’Amministrazione Provinciale, autonomamente, aveva
promosso il Programma Risorgive Storga, un progetto di recupero
ambientale dell’ex Azienda Agricola del S. Artemio di 66 ha di
superficie e che, presentato a Bruxelles nel 1991 fu premiato quale
miglior progetto e a cui furono assegnati dei finanziamenti che,
uniti ai soldi delle nostre tasse, hanno permesso di realizzare nel
2001 l’attuale Parco della Storga della Provincia.
Ora
è abbastanza stupefacente che, dopo essersi proposta per anni motore
di valorizzazione di questo ambiente, averne patrocinato lo studio e
presentato un progetto in Europa, coordinato la realizzazione a
Parco, prospettato e regolamentato la valorizzazione di un’area
ancora più estesa perché è importante e strategica, ora stia di
fatto pianificandone il suo abbandono e la sua distruzione.
Transenne
e nastri con l’avvertimento a chi vi accede che lo fa a suo rischio
e pericolo, infrastrutture sovente inutili realizzate in abete, belle
all’inizio ora marce (ma era prevedibile), tavolato che in ambiente
di per sé umido è il più delle volte scivoloso, parapetti cui è
meglio non appoggiarsi e ponti con tavole semi sfasciate o mancanti,
sfalcio dell’erba e taglio di rami invadenti non fatti da mesi e
manutenzione che appare inesistente.
Sta
forse progettando un’area dedicata al “trekking estremo”?
Il
sistema “parco” come progettato dalla Provincia è marcito; sono
marcite infrastrutture tra l'inutile ed il pericoloso come ponticelli
per scavalcare fossetti, passerelle scivolose da cui puoi solo
cadere, parapetti per non cadere in fossi con 30cm di acqua (!!) e
panchine recintate con tavolini sotto alberi che crollano!
Praticamente
spendiamo soldi per fare infrastrutture brutte, inutili e pericolose
che poi dobbiamo intercludere: geniali!
La
situazione è veramente tragicomica perché ci vantiamo di essere una
regione tra le più ricche dell'Italia, ma non abbiamo i soldi per
sistemare due misere ponticelli (quelli che servono, gli altri vanno
rimossi) e soprattutto per una corretta gestione di uno spazio
naturale, che non ha molte necessità, ma non puo' essere lasciato al
totale abbandono.
Per
questo motivo è nostra intenzione stimolare la Provincia ed i Comuni
contermini, in primis il capoluogo, ad assumersi delle responsabilità
perché è non si può parlare di Grande Treviso solo quando conviene
(strade) e lasciare marcire il resto per presunte incompetenze
amministrative.
La
prima iniziativa ci vedrà impegnati prossimamente (probabilmente
domenica 6-11 p.v.) a
sistemare in modo reale uno dei passaggi oggi interclusi
perché quello che manca non sono i soldi, ma la buona volontà.
Se
Provincia di Treviso e Comuni non sono in grado di gestire queste
piccola manutenzioni, possiamo benissimo chiudere “baracca e
burattini”.... però non vogliamo vedere nuove rotonde o
asfaltature perché altrimenti il problemi non sono i soldi, ma come
e dove si spendono...
Proporremo
inoltre una serie di incontri tecnici e con i cittadini (il primo il
28-10 presso la nostra sede) per avviare un
processo partecipativo
per la tutela ambientale e la promozione del Parco della Storga,
ripartendo dal progetto predisposto dall'urbanista Dalla Torre e mai
attuato in modo completo.
La
politica, se vorrà seguirà, perché ormai siamo stanchi di promesse
e chiacchiere.
RADICI
FELICI Renzo Anelli
GRUPPO DI LAVORO STORGA Ermanno Bortolanza
ITALIA NOSTRA - Sez. di
Treviso Romeo Scarpa
Legambiente Piavenire Marco
Fintina
Ass. Eco filosofica Scroccaro
Salviamo il Paesaggio – TV Sud Carturan
Salviamo
il Paesaggio - Mogliano Paolo Favaro