L’ormai imminente rinnovo del Consiglio
Direttivo Nazionale dell’Associazione sta determinando il normale
impegno dei tanti candidati volto a sollecitare il sostegno degli
iscritti e l’appoggio alle proprie candidature.
Questa azione promozionale è ampiamente
giustificata e merita un doveroso apprezzamento, purché rimanga nei
limiti del reciproco rispetto e non evidenzi giudizi perentori di
totale negatività nei confronti degli altri concorrenti.
E’ certa, infatti, a mio parere, l’onestà
degli intenti e l’adesione di tutti gli iscritti e, quindi, di
tutti i candidati ai principi fondanti che caratterizzano e
giustificano la presenza nel paese della Nostra Associazione, che ,
è bene ricordarlo, è nata per la “Tutela del Patrimonio Storico,
Artistico e Naturale della Nazione”
Quindi nessun “ unto del signore” , che si
possa presentare come depositario dei principi fondanti della
Associazione, rispetto agli altri che invece ne vorrebbero
stravolgere “ l’anima”.
Se ciò è esatto, appare invece ampiamente
giustificata la richiesta di una franca discussione su quella che
deve essere “ la missione “ dell’Associazione da adeguare ai
profondi cambiamenti che caratterizzano la condizione del paese
rispetto a quella del periodo in cui è stata costituita.
Da un paese povero e privo di risorse, l’Italia
si è trasformato in un altro completamente diverso: maggiore
ricchezza, più corruzione, progressiva sperequazione nella
distribuzione dei redditi.
Il cambiamento più eclatante va individuato,
peraltro, nella composizione e nei comportamenti della classe
dirigente, espressione, nel periodo di fondazione dell’Associazione,
specie per quanto riguarda la rappresentanza politica, dei partiti,
ancora saldamente ancorati ai principi fondamentali della
Costituzione Repubblicana.
E, deve ritenersi, proprio questa
caratteristica ha consentito alla nostra Associazione di
condizionare, sovente, le scelte nel campo delle tutela del
patrimonio storico, artistico e naturale del paese.
Non che le battaglie vinte abbiano
completamente bloccato gli appetiti delle consorterie speculative e
parassitarie.
Tutt’altro! Rispetto alle battaglie vinte e
ai successi indubbi, si deve riconoscere, infatti, anche la deriva
drammatica dei danni arrecati al paesaggio, l’espansione senza
regole ed illimitata della marea edilizia, la drammatica realtà
delle periferie senz’anima e senza qualità.
Senza voler considerare la condizione dei
Centri Storici, salvi forse nella loro definizione formale, ma in
buona parte soggetti alla sostanziale perdita del loro ruolo e della
vitalità originaria.
Così ai centri storici sostanzialmente morti,
e qui vorrei citare gli esempi di Ascoli Piceno e Monte S’Angelo
di cui conosco le attuali tristi condizioni, vanno aggiunti quelli,
come Venezia e Firenze, completamente snaturati da forme
insostenibili di inquinamento turistico, con l’aggravante per
Venezia del fenomeno impressionante del transito di navi
sovradimensionate che sembrano pronte a distruggere ogni suo delicato
equilibrio, oppure quelli in cui , espulsi gli antichi abitanti e le
tradizionali attività, sono stati occupati da banche, pizzerie,
jenserie, bar e ristoranti, insomma palcoscenici di attività privi
di memoria storica.
La condizione del paese si è aggravata, poi,
quando alla vecchia rappresentanza politica e all’ antica classe
dirigente, si è sostituita quella espressa dal cosiddetto “populismo
mediatico”.
E’ evidente che rispetto a questa drammatica
realtà, la nostra presenza se non in grado di adeguare le proprie
strategie, potrebbe ridursi facilmente alla sterile condizione dei
cosiddetti “grilli parlanti”, che ripetono nei propri
conciliaboli le critiche al sistema , ma poi risultano
sostanzialmente inefficaci e non determinanti.
L’adeguamento della nostra azione alla nuova
realtà appare , pertanto, irrinunciabile, se non si vuole apparire
come qualcosa di ancorato al passato.
E, d’atra parte, il fatto che buona parte dei
nostri iscritti sia della terza o quarta età, ci dovrebbe far
comprendere la nostra condizione non ottimale.
Cosa fare, allora?
Ritengo che ci debba essere in primo luogo un
franco confronto su queste problematiche, senza che nessuno si erga
a fustigatore degli iscritti e con spirito tollerante, con
intelligenza aperta e con la capacità di utilizzare le nuove
tecnologie individuare i sentieri più validi che permettano di
ridare all’Associazione il ruolo che Le compete per la lunga storia
che ne esalta l’immagine.
Avendo ben presente, comunque, l’esigenza di
individuare quelle strategie che consentano di abbandonare i consueti
sentieri, e permettano di coinvolgere nelle innovative progettualità
tutti i portatori d’interesse, dai giovani agli imprenditori, dagli
artigiani ai professionisti, dai docenti agli uomini di cultura per
acquistare una forza rappresentativa capace di contrastare i rozzi
messaggi populistici.
E’ necessario, a mio parere, che l’immagine
dell’Associazione appaia come quella di una struttura dinamica,
ancorata sì ai principi irrinunciabili della tutela, ma capace in
pari tempo di indicare i nuovi orizzonti verso cui indirizzare lo
sviluppo del paese nel rispetto delle tradizioni, del paesaggio, dei
valori urbani, dei monumenti, delle professionalità e dei talenti,
da far diventare elementi formidabili di attrattività e di sviluppo
e non sterile deposito di oggetti senza vita messi quasi sotto
formaldeide.
Mi ero permesso di indicare una direzione verso
indirizzare questo percorso innovativo. Probabilmente la proposta non
era quella più corretta ed adeguata.
Si discuta e ci sia, quindi, un confronto
franco per individuare sentieri e proposte migliori.
E’ questa la strada da seguire, evitando
assolutamente la condanna aprioristica di chi ha differenti opinioni.
Vorrei , per chiudere, ripetere ciò che
scrissi, come Vice Presidente dell’ Associazione:
“ La proposta, frutto dell’ottimismo della
volontà, è di far sì che Italia Nostra diventi sempre di più una
illuminata “ Agenzia di Elaborazione e Promozione Culturale”,
che, partendo dal presupposto che l’Italia è un unico organismo,
elabori e formuli proposte di interventi di tipo sistemico, capaci,
in pari tempo, di favorire economie di scala e di rendere effettivo
il potenziale vantaggio competitivo di un patrimonio oggettivamente
ricco e diversificato, che invece perde forza se promosso ed
utilizzato con interventi puntuali, disomogenei e, sovente,
estemporanei.
L’Associazione, quindi, guidata da questi
principi e ancorata ad una moderna e rigorosa “Cultura del
territorio”, dovrà elaborare una serie di proposte riguardanti i
sistemi urbani, con particolare riferimento al recupero delle
immense desolate periferie; l’integrità del paesaggio; il progetto
avveniristico di un enorme museo diffuso che comprenda e valorizzi
come un tutt’uno i beni monumentali, i centri storici, le opere
d’arte e le risorse archeologiche; il disegno della messa in
sicurezza anche sismica dei manufatti e dei beni monumentali senza
attendere il fatale verificarsi degli eventi calamitosi; la tutela
dell’integrità dell’universo agricolo; la valorizzazione e il
recupero delle immense risorse musicali; una nuova idea del turismo
che privilegi quello della conoscenza rispetto a quello di mero
consumo e rapina, l’innovazione del sistema dei trasporti che
contribuisca a migliorare la qualità della vita specie nelle grandi
città; la realizzazione delle infrastrutture non legandole agli
eventi occasionali (ultimo in ordine di tempo l’Expo 2015) ma ad
una programmazione ordinaria rigorosa e coerente, la realizzazione
dei Distretti Culturali, da quelli tradizionali a quelli evoluti .
Indiscutibilmente un impegno eccezionale per le
gracili spalle dell’Associazione. Pure una grande opportunità per
cercare di rompere con intelligenza e in maniera definitiva gli
atteggiamenti di opaca chiusura di gran parte della comunità
nazionale, attirare un numero sempre più grande di giovani
appassionati e preparati, creare le condizioni per costruire insieme
in’Italia più civile, più bella, più giusta e più ricca…….
autenticamente.
Gaetano Rinaldi- Consigliere Nazionale Uscente-
Non ricandidato
Caro Gaetano,
in questa grave decadenza
morale e in questa crisi economica senza fine, le possibilità di
incidere della nostra Associazione per la tutela e la protezione dei
beni comuni sono sempre più limitate.
Certo la nostra
associazione non sta facendo nulla per affrontare con determinazione
questa realtà. La sua estrema debolezza si palesa soprattutto quando
arriviamo al momento delle votazioni: il posto di consigliere
nazionale diventa ambitissimo, tanto da creare liste, cordate,
acquisto di voti (basta ricordare i vergognosi 200 (?) nuovi soci
domiciliati tutti all’ACI di Roma alcuni anni fa).
Ho proposto INUTILMENTE
in questi due trienni di cambiare le modalità di elezioni del
Consiglio: ogni Regione DEVE avere UN suo rappresentante che
sieda in Consiglio e che deve essere nominato dai soci di quella
Regione; è chiaro che le Regioni con più iscritti ne potranno e
dovranno averne due o tre.
Oggi assistiamo ad una
predominanza di consiglieri lombardi e milanesi (ben 5 nell’ultimo
triennio) e nessuno a rappresentare il Veneto, la Sardegna, la
Liguria….
Come ben sai non mi
ricandido perché non ho sentito l’appoggio del Nazionale per la
questione Apuane: non devono esistere solo le conferenze stampa, né
i proclami sui giornali; la difesa dell’ambiente è fatta di atti
concreti: esposti, denunce , segnalazioni a tutti i livelli: Guardia
di Finanza, Ministeri, Procura, Commissioni europee, Corte dei Conti,
interrogazioni parlamentari. Questo perché, quando gli interessi
economici sono mostruosi e quando c’è collusione con le forze
politiche di destra o di sinistra, solo battaglie condotte in questo
modo capillare possono riuscire a dare una svolta. Certamente se c’è
la firma di un’associazione che ha ancora un peso di rilievo per la
sua storia, ogni esposto avrà una considerazione maggiore rispetto
alla mia firma.
Non mi ricandido e non ho
idea di come sarà composto il prossimo Consiglio, ma mi auguro che i
consiglieri possano avere un bilancio elaborato con maggiore
accuratezza: digitare uno zero in più può scappare a tutti, ma
quando la differenza è notevole (da 48.000 a 480.000 euro!) uno si
chiede COME è stato elaborato quel bilancio. Forse è il caso di
avere revisori dei conti competenti e iscritti all’albo, da
selezionare nell’albo di città diverse da Roma in modo che non
abbiano conflitti di interessi con lo studio o la persona che stende
il nostro bilancio.
Inoltre, se i consiglieri
hanno una qualche responsabilità, è indispensabile che si torni
alla buona consuetudine di dare copia dei verbali della Giunta. Il
“cerchio magico” alla Renzi non consente di far marciare la
nostra associazione sui binari di scambio democratico e collaborativo
già consueti nelle passate presidenze.
Un caro saluto
Franca