Premessa
E' evidente che il
degrado delle risorse idriche e dell'ecosistema ad esse connesso è
imputabile a problematiche afferenti a tutti i settori coinvolti
nella gestione del territorio e dell'ambiente e pertanto deve essere
affrontato concertando le diverse politiche regionali, provinciali e
comunali.
Per migliorare lo
stato di qualità ambientale dei corpi idrici è quindi necessario
intervenire coinvolgendo una molteplicità di strategie, in coerenza
con i rispettivi piani di settore, tra cui quelli afferenti ai
comparti agro-zootecnico, energetico, di difesa idraulica, pesca,
aree protette, escavazioni in alveo, cave, gestione invasi,
discariche, etc...
Analoga importanza
riveste il confronto con le realtà produttive, associative e della
società civile.
La frammentazione
delle competenze e delle risorse da un lato e gli interessi a volte
difficilmete conciliabili dall'altro, la difficoltà nella
cooperazione infra e intra istituzionale, la scarsa cultura della
partecipazione sono tra i principali motivi della mancata corretta
gestione delle risorse idriche.
Il Contratto di
Fiume
Costituisce un metodo
di lavoro per la gestione negoziata e partecipata delle risorse
idriche a scala di area idrografica. La sua finalità si delinea nel
riconoscere il ruolo centrale del sistema acqua nelle politiche e
nella programmazione inerente il governo del territorio.
Si tratta di un
accordo tra le parti che matura attraverso un processo di
partecipazione attiva e di negoziazione finalizzato ad attivare le
“Buone Pratiche” per la gestione di un sistema fluviale complesso
come il fiume ed il suo bacino idrografico.
Il Fiume Sile
Fin dall'istituzione
del Parco del Sile è apparsa evidente la difficoltà di affrontare i
problemi di tutela della qualità delle acque, di risanamento
ambientale e di creazione di nuove opportunità economiche (quindi
condivisione da parte di cittadini ed operatori locali) in quanto il
suo perimetro si limitava all'alveo fluviale non tenendo in
considerazione i suoi affluenti, i comuni contermini, e le attività
produttive ed economiche circostanti.
Dopo anni di gestione
del parco, la frammentazione e sovrapposizione delle competenze
(Autorità di Bacino, Provincie, Comuni, Consorzi di Bonifica, Genio
Civile, Servizio Forestale, etc...) hanno consentito o giustificato
e resa evidente una inefficienza ed inefficacia delle azioni di
manutenzione, vigilanza e controllo, miglioramento ambientale,
fruizione e promozione economica.
Riteniamo
quindi che il ricorso al Contratto di Fiume, al di la del
finanziamento previsto nell'immediato, sia necessario per
ricondurre, attraverso un processo partecipato e condiviso, verso una
effettiva governance fluviale le specifiche strategie e competenze
dei soggetti coinvolti, nel rispetto delle singole specificità ed
autonomie.
In
particolare riteniamo necessario il coinvolgimento del mondo della
scuola e delle associazioni, sia culturali, che ambientaliste, che di
categoria, per favorire l'abitudine alla partecipazione nei processi
decisionali e far si che vi sia una ricaduta positiva sul livello
culturale generale, sulle problematiche ambientali, che favorisca
una maggiore coscienza civica e la modifica dei comportamenti sia
individuali che collettivi.
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti di contenuto ritenuto "inadatto" saranno eliminati..