E' ridicolo parlare ancora di edificazione in zona agricola se non ci sono piu' persone che vogliono coltivare la terra; la casa in zona agricola SOLO a chi coltiva veramente....
La sottoscritta Anna Mirra nata
a Treviso il 13-10-52 ivi residente in via Belle Gambe 1,
e Romeo Scarpa residente in Treviso via Sant'Elena Imperatrice, 21,
in qualità di presidente protempore dell'associazione ITALIA NOSTRA
sezione di Treviso,
- esaminati gli elaborati del P.A.T. adottato dal Consiglio Comunale con delibera n.12 del 19-3-2013
- premesso che:
- Nel PRG vigente
è stata già prevista la possibilità di ampliare alcuni nuclei
residenziali in ambito agricolo; si è individuata una sottozona BE
comprendente le aree edificate o parzialmente edificate, esterne ai
centri abitati limitrofe alle zone agricole o che si sono sviluppate
lungo le strade , caratterizzate da interventi disomogenei con
notevoli parti di ruralità. Il piano intendeva favorire, mediante
modesti incrementi volumetrici un miglior utilizzo del patrimonio
edilizio nelle zone agricole. Nella sottozona BE residenziale erano
consentite le destinazioni inerenti le zone agricole (tranne gli
allevamenti zootecnici industriali) ; parametri urbanisti 0,75 mc /
mq ,h max ml 7. Si consentiva un ampliamento di 150 mc agli
insediamenti commerciali,direzionale e produttivo se già esistenti
e del 20% della superficie utile esistente per le destinazioni
artigianali.
- L’istituzione
di queste sottozone ha disatteso la Tavola 10.6 “Tutela degli
investimenti e delle integrità del territorio agricolo “che
individuava aree da sottoporre a tutela dell’assetto fondiario”
( ad esempio BE/ 1-2-6 ) e la Tavola 10.7 “ Classificazione
socio-economica delle aziende agricole “che individuava i
territori appartenenti ad aziende classificate ad elevata tutela e
di interesse produttivo e socio-economico ( ad esempio BE 1-2-6-7);
ha comportato un'alterazione dell’integrità del territorio e
motivi di conflittualità ; per di più alcune di queste aree sono
soggette a rischio idraulico e l’urbanizzazione comporta un
aumento della velocità di deflusso delle acque con conseguente
rischio di esondazione .
- L’
istituzione delle zone BE ha rappresentato una forzatura del PRG
per poter edificare in zona agricola mentre le eventuali esigenze
di ampliamento degli insediamenti in quelle aree avrebbero potuto
essere soddisfatte dai parametri edificatori delle sottozone E3-E4.
Considerato che
Il PAT prevede la possibilità di estendere la possibilità edificatoria, pur limitata nelle volumetrie e nei requisiti necessari per ottenere l’ampliamento, a tutte le aree agricole in cui sono presenti edifici ad uso residenziale, anche a quelle che hanno già ottenuto i benefici derivanti dal PRG.
L’edificazione sparsa, oltre alle problematiche già sopra presentate, evidenzia altre criticità peraltro evidenziate come elementi da eliminare nel PAT adottato: impossibilità anche nel futuro di collegamento con la rete fognaria comunale e con l’acquedotto, impossibilità di garantire servizi, aumento dell’inquinamento perché richiede spostamenti in auto private , aumento del traffico; tale edificazione aggrava , quindi, il disordine urbanistico aumentando anche per l’Amministrazione la difficoltà a dare risposte nel futuro alle richieste dei residenti in quelle zone .
Contrasta quindi in modo evidente con gli stessi principi che ispirano il PAT : no all’edificazione diffusa ed al divieto di ulteriore edificazione con consumo di suolo.
Pertanto
CHIEDONO
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti di contenuto ritenuto "inadatto" saranno eliminati..