"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

venerdì 11 ottobre 2013

PAT - OSSERVAZIONI ARCHEOLOGICHE

Il sottoscritto Romeo SCARPA residente in Treviso via S.Elena Imperatrice 21, qualità di Presidente, “pro tempore” della sezione di Treviso dell’Associazione ITALIA NOSTRA onlus 
  • esaminati gli elaborati del P.A.T. adottato, 
  • considerato che:
1- nella Relazione Tecnica non appare nessun richiamo al Patrimonio Archeologico trevigiano come se non si fosse a conoscenza che la storia dell' insediamento umano nel territorio comunale inizia circa nel 1.500 a.C.

2- nelle Norme di Attuazione esiste un apposito articolo (Art. 13.5.6 a pag 33) sulle “zone di interesse archeologico” che rimanda alla Tav.T01 e che afferma la necessità di un parere della “competente Soprintendenza” per il rilascio dei “titoli edilizi abilitativi”. 
 
3- nella Tav. T01 esiste, in Legenda, un simbolo che indica:” Ambiti per l'istituzione di parchi naturali-archeologici ai sensi dell'art. 27 delle N. di A. del PTRC 1992”. (questo art. è riferito a parchi e riserve archeologiche di interesse regionale ed individua i seguenti ambiti: Altino, Le Motte (?), Le Mure (?), Castello del Tartaro, S.Matteo al Castello, Valli Grandi Veronesi e Lago di Fimon). Il simbolo appare solo in Legenda e non trova riferimento nel grafico. Non si comprende perchè si inserisca in Legenda una cosa che non c'è.

Tutto ciò considerato propone che:

A- nella Relazione Tecnica, art. 14.2 a pag. 93, dopo il 4° paragrafo, venga inserito il seguente testo: “La mancanza di vincoli riguardanti il patrimonio archeologico deriva da insufficiente conoscenza e grande sottostima dello stesso; il PAT afferma la necessità di specifici studi e di specifiche tutele considerato che esistono prove della durata abitativa nel Centro Storico ed in parti del territorio comunale per oltre 35 secoli.”
B- nelle Norme di Attuazione, l'art. 13.5.6 a pag. 33. venga eliminato il I° paragrafo e venga sostituito con: “La prima Variante al PI realizza la “Carta di rischio archeologico” estesa a tutto il territorio comunale fondata sulle conoscenze derivanti dagli scavi e dai ritrovamenti finora noti , anche se non pubblicati. La “Carta di rischio archeologico” individua i siti, su luogo pubblico (piazze o strade in aree pedonali, aree esterne al Centro storico ancora non indagate) su cui effettuare a cura del Comune, piccoli saggi di scavo (da 3 a 5 mq) tali da consentire una maggior conoscenza del sottosuolo e degli strati antropici tali da consentire la formulazione di norme precise anche per gli interventi edilizi su aree contigue.”


C- nella Legenda della Tav, T01 eliminare quanto descritto al precedente punto 3.
Il Gruppo Archeologia della Sezione di Treviso di Italia Nostra offre da ora ogni collaborazione per la redazione della “Carta di rischio archeologico” .

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