"Ogni cosa era piu' sua che di ogni altro perchè la terra, l'aria, l'acqua non hanno padroni ma sono di tutti gli uomini, o meglio di chi sa farsi terra, aria, acqua e sentirsi parte di tutto il creato." (Mario Rigoni Stern)

martedì 8 ottobre 2013

PAESAGGIO COME DIRITTO COSTITUZIONALE


L'osservazione chiede che il PAT inserisca il concetto di INFRASTRUTTURE VERDI, che riveda il peso e il significato del termine PAESAGGIO, che riconsideri il principio di COMPENSAZIONE, che articoli il concetto di INVARIANTI e che, infine, introduca il principio delle INVARIANTI STRUTTURALI IN AZIONE.
Nelle nota a pagina 82 paragrafo 13.2.4 “Paesaggio urbano" ho condiviso concetti già espressi nell'osservazione PAESAGGIO URBANO COME DIRITTO COSTITUZIONALE? a cui l'osservazione fondamentalmente da seguito...





Il sottoscritto ANDREA MALACHINI residente a TREVISO in via/ BRAGADIN n°5 con il sottoscritto Romeo Scarpa residente in Treviso via Sant'Elena Imperatrice, 21, in qualità di presidente protempore dell'associazione ITALIA NOSTRA sezione di Treviso,


Visti contenuti del PAT e della VAS adottati con delibera di Consiglio Comunale n. 12 del 19-03-2013;

presentano la seguente Osservazione al PAT

indicare di sotto, in termini sintetici, i contenuti della richiesta
La Commissione Europea stabilisce come azione a livello di UE il potenziamento delle INFRASTRUTTURE VERDI, alfine di mantenere acqua e aria pulite, regolare le condizioni climatiche, prevenire le alluvioni, favorire l’impollinazione, le attività ricreative e la qualità dei paesaggi. La volontà di proteggere e utilizzare efficientemente le risorse naturali e dare il giusto valore ai servizi eco-sistemici dovranno essere tra gli elementi trainanti nel percorso verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, ossia la priorità dell’UE, costituita da Europa 2020, in cui si inquadra anche la normativa italiana in particolare con la Legge 14 gennaio 2013, n. 10
”Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. Nel quadro della strategia UE sulla biodiversità fino al 2020 la Commissione si impegna a sviluppare una strategia per le infrastrutture verdi. Le infrastrutture verdi sono uno strumento di comprovata efficacia per ottenere benefici ecologici, economici e sociali ricorrendo a soluzioni “naturali”. Ciò ci aiuta a capire il valore dei benefici che la natura offre alla società umana e a mobilitare gli investimenti necessari per sostenerli e consolidarli. Questo approccio consente inoltre di abbandonare la realizzazione di infrastrutture costose a favore di soluzioni più economiche e più durature che si basano sulla natura e che in molti casi creano opportunità di lavoro a livello locale. Le infrastrutture verdi si basano sul principio che l’esigenza di proteggere e migliorare la natura e i processi naturali, nonché i molteplici benefici che la società umana può trarvi, sia consapevolmente integrata nella pianificazione e nello sviluppo territoriale. Il concetto di infrastrutture verdi è stato definito in vari modi, ai fini della presente comunicazione verrà tuttavia utilizzata la seguente definizione: Infrastrutture verdi: una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi eco-sistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici. Sulla terraferma, le infrastrutture verdi sono presenti in un contesto rurale e urbano.

Per disporre di un PAT in linea con tale necessità, chiede le seguenti modifiche a:

Relazione tecnica (pagina 5 paragrafo 3 “Obiettivi e indirizzi strategici del P.A.T.)
La mancanza del termine “Paesaggio” tra gli obiettivi strategici del PAT o la sola riduzione dello stesso agli ambiti rurali, è da ritenersi una grave lacuna alle premesse del Piano stesso. Dalla stesura della Costituzione Italiana (art.9), attraverso la Legge n.42/2004 e la Convenzione Europea del Paesaggio, sino alla Legge n.10/2013, il Paesaggio è definito quale principale espressione identitaria e culturale delle popolazioni. Pertanto ritengo d'obbligo inserire almeno:
al comma b) supportare, anche attraverso politiche territoriali coordinate, il raggiungimento di sviluppo capace di preservare le risorse, di tutelare e ridare identita` ai luoghi, ai territori e al Paesaggio, di intensificare l’uso ed il recupero di attrezzature e infrastrutture esistenti, riducendo l’esigenza di nuova occupazione di suolo, elevando progressivamente la quota di superficie permeabile e delle infrastrutture verdi.

Relazione tecnica (pagina 82 paragrafo 13.2.4 “Paesaggio urbano e infrastrutture verdi)
Relativamente al paesaggio urbano, l’obiettivo strategico fondamentale del P.A.T. è l’individuazione e la tutela degli elementi che contribuiscono a definire la qualita` generale dei paesaggi urbani quali: centri abitati ed elementi storici, corsi d’acqua, elementi vegetazionali emergenti, ville storiche, grandi giardini e parchi privati, spazi verdi privati e pubblici, aree agricole inserite in contesti urbani, spazi aperti benchè residuali, ecc., classificandoli in relazione all’entita`, al ruolo storico, alle caratteristiche strutturali e insediative, evidenziando perimetrazione, peculiarita` e potenzialita` di qualificazione e sviluppo. Individua inoltre eventuali fattori di abbandono, degrado sociale/ambientale, stabilendo una disciplina generale diretta ad integrare le politiche di salvaguardia e riqualificazione con le esigenze di rivitalizzazione. Prevede specifiche azioni sanzionatorie volte a dare una qualità generale all'ambito paesaggistico della città, in modo che il godimento sia accessibile a tutti con funzione sociale come previsto dall'articolo 42 della Costituzione. Ai fini del miglioramento paesaggistico dei contesti urbani, rurali e naturali, e all’esigenza di proteggere e migliorare l'ambiente e i processi naturali, nonché i molteplici benefici che la società umana può trarvi, sia consapevolmente integrata nella pianificazione e nello sviluppo territoriale, attraverso la previsione e la promozione delle infrastrutture verdi.

Relazione tecnica (pag.93 paragrafo 13.3.3 Compensazione urbanistica, ambientale ed ecologica)
Altre forme di attribuzione di credito edilizio e` la compensazione per i proprietari di edifici assoggettati a vincolo preordinato all’esproprio in modo da poter recuperare “adeguata capacita` edificatoria su altre aree e/o edifici, anche di proprieta` pubblica, previa cessione all’Amministrazione dell’area oggetto di vincolo e previa acquisizione dell’indispensabile consenso dell’espropriando e di tutti i soggetti portatori d'interesse nel caso di cessione di proprietà pubblica, all’applicazione della compensazione urbanistica.
E' possibile inoltre utilizzare la compensazione ambientale come strumento per reperire aree a completamento del sistema verde, i cui termini di permuta di aree prevedono la cessione di aree comunali edificabili (Ace) a fronte di acquisizione di superfici negli Ambiti di compensazione urbana (Acu), previa acquisizione dell’indispensabile consenso della popolazione e di tutti i soggetti portatori d'interesse1.
E possibile inoltre utilizzare la compensazione ecologica preventiva, in cui si assume che ogni trasformazione, anche quando indispensabile e ineludibile, consuma la risorsa suolo, generando un impatto sul territorio e sulle sue componenti ambientali, in misure e forme diverse. 2Pertanto è da prevedere che ad ogni processo di sottrazione del valore ambientale corrisponda un’azione equa di riequilibrio del sistema, di indennizzo e di compensazione. L’aggettivo preventivo, riguarda la tempistica dell’azione che deve aver luogo prima della realizzazione dell’opera di trasformazione stessa.
La compensazione ecologica risulta in tal modo essere un’azione di ricomposizione della frammentazione generata dall’attività edilizia, o più in generale dalla trasformazione dei suoli, a favore di nuovi valori ambientali e paesaggistici.

Relazione tecnica (pag.95 paragrafo 14.3.2 Invarianti di natura paesaggisitca)
Ai fini della tutela delle invarianti di natura paesaggistica, il P.A.T. oltre ad individuare gli ambiti territoriali, deve prevedere la predisposizioni di discipline comuni a tutti gli ambiti e/o specifiche in altri casi (Itinerari, contesti, corridoi ecologici etc.). Pertanto si chiede l'integrazione del paragrafo:

Il P.A.T.,anche attraverso il PI, dovra` predisporre una specifica disciplina per la qualificazione e valorizzazione Paesaggistica ed ambientale degli ambiti urbani, produttivi, naturali o rurali, predisponendo specifiche discipline tese all'implementazione delle Infrastrutture Verdi, anche attraverso la redazione del Piano del Verde Comunale e l'applicazione della L.10/2013, adottano misure volte a favorire il risparmio e l'efficienza energetica, l'assorbimento delle polveri sottili e a ridurre l'effetto «isola di calore estiva», favorendo al contempo una regolare raccolta delle acque piovane, con particolare riferimento a:
a) le nuove edificazioni, tramite la riduzione dell'impatto edilizio e il rinverdimento dell'area oggetto di nuova edificazione o di una significativa ristrutturazione edilizia; 

b) gli edifici esistenti, tramite l'incremento, la conservazione e la tutela del patrimonio arboreo esistente nelle aree scoperte di pertinenza di tali edifici; 

c) le coperture a verde, di cui all'articolo 2, comma 5, del regolamento di cui al d.P.R. 2 aprile 2009, n. 59, quali strutture dell'involucro edilizio atte a produrre risparmio energetico, al fine di favorire, per quanto possibile, la trasformazione dei lastrici solari in giardini pensili; 

d) al rinverdimento delle pareti degli edifici, sia tramite il rinverdimento verticale che tramite tecniche di verde pensile verticale; 

e) la previsione e la realizzazione di grandi aree verdi pubbliche nell'ambito della pianificazione urbanistica, con particolare riferimento alle zone a maggior densità edilizia, valorizzando i vuoti interstiziali tra le edificazioni, evitandone la saturazione con nuove costruzioni; 

f) la previsione di capitolati per le opere a verde che prevedano l'obbligo delle necessarie infrastrutture di servizio di irrigazione e drenaggio e specifiche schede tecniche sulle essenze vegetali resistenti alla siccità e autoctone; 

g) la creazione di percorsi formativi per il personale addetto alla manutenzione del verde, anche in collaborazione con le università, e alla sensibilizzazione della cittadinanza alla cultura del verde attraverso i canali di comunicazione e di informazione.3

Relazione tecnica (pagg.97-98-99 paragrafo 14.3.3/ 14.3.4/ 14.3.5 Invarianti di natura ambientale/ storico-monumentale e architettonico-testimoniale/ agricolo-produttiva)
Ai fini della salvaguardia delle invarianti in oggetto e del rispetto della natura partecipativa e consultiva del P.A.T., non possono essere omesse le “invarianti in azione” proposte liberamente dalla popolazione. I cittadini si identificano nel patrimonio storico e nelle espressioni della culturale locale: a tal fine il P.A.T. dovrebbe mantenere un'apertura al recepimento costante delle richieste di salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale, paesaggistico, storico monumentale e testimoniale, agricolo e produttivo, recependo le indicazioni espresse dalla popolazione attraverso la libera espressione, attraverso concorsi (Luoghi di Valore della Fondazione Benetton S&R, Luoghi del Cuore del FAI etc), segnalazioni da parte di associazioni o di portatori di interesse, petizioni e raccolte di firme.

Pertanto si chiede l'integrazione al P.A.T. con un nuovo paragrafo:
14.3.5.1 Invarianti strutturali in azione
Il P.A.T. favorisce l'utilizzo delle conoscenze e delle proposte elaborate da tutti quei gruppi che non sono mossi da interessi di parte ed economici, ma da una reale volontà di migliorare la situazione per la collettività. Antesignani del valore d’uso e non di quello di scambio, della razionalità sociale in luogo di quella economica (comitati dei cittadini, movimenti, istituzioni culturali, associazioni e agenzie che non lucrano sui problemi sociali per ottenere il proprio reddito), possono indicare all'Amministrazione e quindi al P.A.T., proposte tese ad azioni di tutela e salvaguardia, allo sviluppo di una economia al cui centro si trovino la promozione e la cura delle persone, del paesaggio, del patrimonio storico e culturale, della natura, della formazione, del lavoro e della ricerca, dei trasporti pubblici e della difesa del suolo. Il recepimento delle indicazioni di istanza popolare, permette lo sviluppo di buone prassi funzionali alla crescita e alla condivisione del patrimonio pubblico e dei beni comuni, ispirate alla fiducia e al rapporto con l'Amministrazione Pubblica. Le invarianti strutturali in azione definiscono alcune priorità e necessità contingenti al momento storico, nel rispetto delle normative vigenti, possono facilitare processi inclusivi, che permettano:
- l'apertura a funzioni non predeterminate di spazi pubblici o collettivi, liberi e autogestiti, evitando usi impropri dei luoghi ai bisogni delle popolazioni: come la privatizzazione sia attraverso l’uso commerciale, che attraverso l’esclusione di particolari soggetti deboli;
- la tutela e l'apposizione di vincoli in ambiti storico culturali, artistici, paesaggistici, naturali, rurali etc., considerati minori e/o trasformabili al momento della stesura del P.A.T., ma in possesso di grandi valenze per le comunità locali, espresse successivamente all'approvazione del P.A.T.;
- la gestione comunitaria e condivisa dei beni comuni, attraverso la riscoperta o l'innovazione di forme d'uso delle proprietà pubbliche e collettive, e di gestione della cosa pubblica. 4



Treviso lì 08/10/2013 F



1PGT di Saronno e di Rozzano, Centro Studi PIM, 2012
2Compensazione ambientale: principio e strumento per una pianificazione sostenibile di Filippo Schilleci e Francesca Lotta, UniPA
3 Legge 10/2013 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani
4 Il Diritto alla Città e la pianificazione urbanistica. Proposte per Firenze, e non solo. Marvi Maggio

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